DE LISIO, Arnaldo
Nacque a Castelbottaccio (Campobasso) il 9 dic. 1869 da Vincenzo, letterato, e da Virginia Suriani, musicista. Nel 1883 si trasferì a Napoli, dove compì gli studi classici e nel 1889 siiscrisse al reale istituto di belle arti, dove fu allievo di D. Morelli, I. Perricci e G. Toma.
Si affermò soprattutto come ritrattista e decoratore. Il Giannelli (1916, p. 200) ricorda una serie di ritratti: del ministro del Brasile a Roma e dei suoi figli, della Contessa Labourmène, del Conte Benoît Labourmène, dell'On. M. Pietravalle e delle sue figlie Lina (coll.Giacomo Volpe, Napoli) ed Ester. Nel 1890 decorò con altri artisti gli ingressi al Salone Margherita a Napoli. Nella stessa città dal 1888 al 1924 partecipò a numerose mostre della Promotrice.
Delle sue prime opere, di cui si è persa traccia, sappiamo che Dies nigra, esposta nel 1890, fu acquistata dal duca di Martina, Nell'azzurro, esposta nel 1891, fu comprata dal console inglese a Trieste e i dipinti Ritardatario e Suonatrice di tamburo furono nel 1897 acquistati rispettivamente dal principe di Saluzzo di Napoli e dal console inglese a Trieste (Giannelli, 1916). Alla Promotrice del 1897, presentò inoltre Ultimo inverno (Roma, pal. Chigi, dalla Gall. naz. d'arte moderna), un quadro che, affrontando il tema della vecchiaia e della povertà, andava a inserirsi nel filone a sfondo socio-umanitario affermatosi negli anni '80 e '90 sulla scia di T. Patini e A. d'Orsi.
Nel percorso artistico del D. assumono grande importanza i soggiorni parigini. Nella capitale francese arrivò allo scadere del secolo, con gli amici pittori R. Ragione, P. Scoppetta, A. Mancini, e vi rimase fino al 1902, conoscendo da vicino le opere degli impressionisti. A quest'epoca risalgono una serie di quadri e di schizzi che certamente risentono di una maggiore libertà nella stesura del colore: Autunno a Parigi, Sole a Parigi e Teatro dell'Opera (tutti del 1901, ora in coll. G. Perrotti,
Napoli, ill. in Grassi, 1981, pp. 40 s.), Boulevard Bonne Nouvelle (1902, coll. Banco di Napoli, Napoli), Caffè parigino (1902, Coll. P. Terracciano, Napoli, ill. in Grassi, 1981, p. 43), Piazza della Concordia (1902, coll. V. Naso, Napoli, ill. ibid., p. 44).Tornato a Napoli nel 1903, sposò Alfonsina Di Mauro, dalla quale ebbe otto figli (Virginia, pittrice, nata nel 1905; Vincenzo, musicista, nel 1907; Mario nel 1909; Leonardo, pittore, nel 1914; Renato nel 1915; Paolo, violinista, nel 1917; Adriana, pittrice, nel 1919, Lionello nel 1921). 1 temi parigini e le "impressioni" continuarono per alcuni anni a essere i soggetti preferiti dei suoi quadri; tuttavia continuò a eseguire ritratti: Il giornalista (1905, coll. R. Fienga, ill. in Grassi, 1981, p. 46), Mio padre (1906, collez. famiglia De Lisio, ill. ibid., p. 47). Nel 1906 il D. partecipò alla Mostra nazionale di belle arti tenuta a Milano in occasione dell'inaugurazione del traforo del Sempione, nel 1910 prese parte alla prima Mostra d'arte nazionale dell'associazione Bernardo Celentano a Napoli con le opere Sabato santo e Mercato notturno a Napoli (quest'ultima acquistata dal sig. Antonio Belli Magaldi: Il Pungolo, 4-5 giugno 1910). Nel 1911 decorò le volte dei padiglioni della Campania e della Basilicata all'Esposizione etnografica di Roma e fu presente all'Esposizione artistica degli Indipendenti tenuta a palazzo Teodoli con l'opera Scientia et fides in dolore sorores (ora dispersa).
Pittore versatile e multiforme, il D. recuperò a volte la freschezza e la leggerezza decorativa di E. Dalbono, soprattutto nei pastelli e negli acquerelli (Mia moglie, 1907, coll. L. De Lisio, ill. in Grassi, 1981, p. 48), a volte i soggetti folcloristici cari a Michetti e a volte una larga pittura di impasto neosecentesco (ad es. La giovinezza di G. Serpotta, esposto nel 1917 alla Promotrice di belle arti di Napoli, ora in coll. Sparano, Napoli, ill. in Grassi, 1981, p. 49).
Nel 1921 partecipò alla I Biennale napoletana (ill. in catal., p. 94) con l'opera Antiquaria veneziana (coll. priv., Napoli). Dal 1923 al '25 fu a Roma svolgendo attività di ritrattista molto ricercato. Eseguì in questo periodo i ritratti di Matilde Serao, Francesca Bertini (ill.in Grassi, 1981, p. 109), e più tardi quello della scrittrice molisana Lina Pietravalle. Nel 1924 eseguì un'opera di grandi dimensioni, Rammendatrici di reti (ora in coll. G. Santostefano, Napoli, ill. in Grassi, 1981, p. 63). In quello stesso anno, per l'inaugurazione della Circumvesuviana, il D. realizzò la copertina dell'opuscolo relativo (Ferrovia Circumvesuviana, Roma 1924) e una serie di quadri (attualmente dispersi), pubblicati nello stesso opuscolo (ill. in Grassi, 1981, pp. 58-62).
Affrescò tre lunette - con scene de Il Conte Verde, Celestino V, Il riscatto di Campobasso dal dominio feudale - nel salone della Banca d'Italia a Campobasso (1924); decorò il teatro di Cosenza, il teatro Sociale di Campobasso (1926), il Fiorentini di Napoli (distrutti durante la guerra nel 1942); eseguì inoltre l'affresco con Le Scienze (1931) nell'istituto politecnico "Leopoldo Pilla" di Campobasso; l'affresco con la Gloria di s. Barbara nel santuario di Campiglione a Caivano (1936), quello con il Miracolo del condannato (1938) nello stesso santuario, gli affreschi nel duomo di Fontanarosa (Avellino), quelli nella chiesa di Maria Ss. Addolorata di Sant'Elena Sannita, nel seminario vescovile di Nola, nel santuario del Carmine di Somma Vesuviana. Il Campana (1927) cita alcune decorazioni nel palazzo Torella in via Ferrandina a Napoli, nel palazzo Savini a Rosburgo, nel castello della famiglia Campanile di Pannarano, nel palazzo Laviano a Pescopagano e quattro pannelli nel palazzo Satriano a piazza Vittoria a Napoli.
Nel 1925 il D. partecipò alla prima Mostra d'arte napoletana alla galleria Corona e nel 1927 tenne la sua prima personale nel padiglione della Permanente alla Villa comunale. Altre due importanti mostre personali le tenne a Roma presso l'Associazione della famiglia abruzzesemolisana nel 1930 (cfr. Il Messaggero, 16 apr. 1930; La Passeggiata delle associazioni, 1° ag. 1930; Roma della domenica, 13 dic. 1930; Roma, 20 dic. 1930; Il Mattino, 21 dic. 1930) e nel 1933 (cfr. Il Popolo di Roma, 19apr. 1933; Il Mattino, 26 apr. 1933). Fu presente in quasi tutte le mostre del Sindacato fascista artisti della Campania a partire dalla prima, che ebbe luogo nel 1929.
Dal 1940 fino alla Liberazione soggiornò con la famiglia a Castelbottaccio; ritornato a Napoli nel 1945, vi tenne la sua ultima personale alla galleria Bianchi. Morì a Napoli il 5 marzo 1949.
Opere del D. sono conservate presso gli eredi, in numerose collezioni private e in varie raccolte pubbliche: a Roma nel Quirinale (Presentazione, esposto nella Promotrice del 1914 e acquistato dalla casa reale), nel Museo d'arte moderna di Buenos Aires (Gente semplice e felice, 1931), nel Museo di Malta, nel National Museum di Bombay (Scena napoletana), presso il Banco di Napoli a Napoli (Scolaretti sotto l'ombrello, 1926), presso la Banca d'Italia a Roma (Acqua benedetta, 1917), nella collezione del Circolo artistico politecnico di Napoli (La benedizione degli animali, 1927; La Farmacia, sovrapporta, 1928).
Fonti e Bibl.: Necr. in Corr. di Napoli, 6 marzo 1949; Momento sera, 11 marzo 1949; La Repubblica d'Italia, 15 marzo 1949; S. Di Giacomo, La XXXI Mostra della Promotrice di belle arti, in Corr. di Napoli, 17 genn. 1898; Gram., Petite Galerie Latine, A. D., in Revue franco-italienne et du monde latin, VII (1906), 5-6, pp. 42 s.; D. Olivieri, Cielo ed arte (nota a lapis), in Corr. di Sicilia, 25-26 febbr. 1906; Un secentista in ritardo. A. D., in Il Giorno, 16 ag. 1906; E. Giannelli, Artisti napoletani viventi, Napoli 1916, pp. 200 s.; S. Procida, All'Esposizione della Promotrice, in Il Mattino, 29 genn. 1917; E. Serao, Sette mirabili lunette dipinte da pittori molisani, in Corr. di Napoli, 24 dic. 1924; Nello studio del pittore D., in Il Messaggero, 25-26 luglio 1926; E. Campana, La mostra D., in Il Mattino, 5-6 maggio 1927; A. D. (catalogo, Permanente del Circolo artistico politecnico), Napoli 1927; A. Apreda, Mostra personale. A. D., in Lo Stato, 29-30 apr. 1927; Alla mostra di A.D., in Il Piccolo, 6 maggio 1930; Alcar, La mostra D., in La Voce di Napoli, 5 genn. 1931; B. Giordano, Un modello d'arte decorativa a Campobasso, in Il Giornale d'Italia, 5 ag. 1931; A. M. Comanducci, I pittori italiani dell'Ottocento, Milano 1934, p. 188; Mostra di arte A. D. (catal., Galleria Bianchi), Napoli 1945; D. Antonarelli, Molise ed arte nel cuore di D., in Momento sera, 20 marzo 1949; A. D. onorato a Castelbottaccio, in Il Tempo, 20 giugno 1971; G. Grassi, A. D., s. l. [Firenze] 1981.