ARNALDO di Mareuil (Arnaut de M.)
Trovatore della Dordogna, di Mareuil nel circondario di Nontron. La breve biografia provenzale dice che fu di povera famiglia, e chierico, ossia scriba o notaio; ma costretto a cercare miglior guadagno con l'arte del giullare, avendo buon ingegno poetico. Cantava bene e leggeva romanzi in pubblico. Favola è da ritenere la relazione amorosa con Adelaide, figlia di Raimondo V di Tolosa e moglie di Tagliaferro, cioè Ruggiero II, visconte di Béziers; onde egli cadde in disgrazia d'un potente rivale, il re d'Aragona, Alfonso II. Al solito, la donna che finge di amare è nominata con un senhal. Il re aragonese presso cui trovò favore non si può decidere se fosse costui, o il successore Pietro II (1196-1213); altro cui allude è il signore di Montpellier, cioè Guglielmo VIII, morto il 1202. Ma invano si cerca chi siano il Signor Genovese e il Signor Francese più volte da lui lodati; e se sieno nomi finti o personali. Godé molta celebrità al suo tempo, e veramente le sue canzoni sono limpide e insinuanti, esprimendo un amore umile e devoto, pieno di riguardi e di grazia. Oltre a 26 canzoni amorose, serbateci in moltissimi manoscritti, ci sono pervenute 5 lunghe lettere in ottonarî, a rima accoppiata, egualmente amorose, e pare che sia stato egli il primo a scriverne e a introdurne l'uso: e un componimento didascalico, in senarî, rimati a coppia, designato col nome generico di ensenhamen, dedicato al re d'Aragona (al rey cui es Lerida), nel quale veramente parla del valore, o prodezza, che varia in ogni ceto di persone e da una all'altra, e non ha altra origine che personale, non già ereditaria. Egli fu anche alla corte di Bonifazio I di Monferrato, come risulta evidente dalla tornata della canzone Sim destrenhetz: De Mon Carbon nous puesc ben sas laus dir; Mas quil marques mentau de Monferrat, Ja nol laus plus, c'assatz l'aben lauzat. Dunque Mon Carbon è il nome convenzionale che egli dà al marchese protettore di trovatori, che lasciò l'Italia il 1203 per la quarta crociata; e dicendo che il suo nome solo è un elogio, e più che elogio, fa intendere quanto egli l'avesse conosciuto. Il Petrarca in Trionfo d'Amore IV (Poscia che mia fortuna), lo nomina dopo Arnaldo Daniello come il "men famoso Arnaldo".
Bibl.: Non esistono edizioni di questo trovatore; insignificanti i cenni biografici in F. Diez, Leben und Werke der Troubadours, 2ª ed., Lipsia 1882, p. 103 segg.; le canzoni in gran parte in F. Raynouard, Choix de poésies originales des Troubadours, III, e in A. Mahn, Werke d. Troub., I, con alcune lettere e con l'ensenhamen; altre in Revue des langues romanes, XXI, e nella stampa del Cod. Vat., n. 5232 in E. Monaci, Studj di filologia romanza, III.