FUSINATO, Arnaldo
Scrittore e patriota, nato a Schio il 25 novembre 1817, morto a Verona il 28 dicembre 1888. Dalle scuole vicentine il padre lo avviò agli studi legali nell'università di Padova, ove il F. si occupò più di lettere che di codici. E in questi anni ebbe noie per tafferugli universitarî e pubblicò i primi suoi versi giocosi. Collaboratore del Caffè Pedrocchi e amico di quel gruppo di letterati e di patrioti che s'accoglieva intorno ad Andrea Cittadella Vigodarzere il F. partecipò presto al movimento antiaustriaco. Allo scoppio della guerra del 1848 si arruolò volontario. Dalla satira giocosa passando alla lirica patriottica l'autore della Fisiologia del lion (1846) dettava l'ardente Canto degli insorti (marzo 1848), che fu l'inno di guerra della colonna che il F. stesso, capitano nei corpi franchi, guidò al fuoco in Vallarsa e a Vicenza. L'anno dopo, tenente nei Cacciatori delle Alpi di P. F. Calvi, partecipò alla difesa di Venezia. E la caduta di questa cantò nelle popolarissime strofe A Venezia. Rimasto vedovo della prima moglie, Anna Colonna (1852), sposò Erminia Fuà (v.). Nel 1864 si stabilì a Firenze.
Ammiratore e imitatore del Guadagnoli, e sensibile all'influsso del Giusti, specie dopo gli eventi del '48-'49, unì sempre gl'intenti civili e patriottici ai satirici. Godette subito di grande popolarità, e per l'innegabile vis comica e la spigliata sicurezza del verso gli furono allora e poi perdonate le mende di stile e di lingua, la facile buffoneria, la non sempre evitata volgarità: La donna romantica, Il medico condotto, Le necrologie, L'etere solforico e più Lo studente di Padova suggerirono confronti col Giusti. Ma il toscano restò superiore al F., cui troppo spesso mancò il freno dell'arte. E troppo spesso le sue frecciate satiriche contro mode e costumanze appaiono soverchiamente bonarie. Maggiore efficacia raggiunge nel Passatore a Forlimpopoli (1851) e nei quinarî dedicati Al reverendo padre Lamoricière. La fama del F., autore anche di canti popolari, di novelle in versi e di liriche sentimentali, fu grandissima in Italia per un trentennio. Le sue poesie ebbero numerose edizioni, da quella del Cecchini (Venezia 1853) alla migliore in tre volumi del Carrara (Milano 1880-81), l'una e l'altra più volte riprodotte.
Bibl.: A. De Gubernatis, Ricordi biografici, Firenze 1873, p. 441 e segg.; E. Camerini, Profili letterari, Firenze 1878, p. 311 e segg.; P. Fambri, A. F., il poeta e l'uomo, in Nuova Antologia, 15 settembre 1895; C. Cimegotto, A. F., Padova 1898.