PEZZOLATO, Arnaldo
PEZZOLATO, Arnaldo. – Nacque a Portoferraio il 20 settembre 1849 da Francesco, farmacista, e da Luisa Andiffico.
Iniziò gli studi in farmacia nel 1869 all’Università di Pisa, dove conseguì il diploma di chimico farmacista sotto la guida di Giuseppe Orosi. Alla morte di Orosi, nel 1875, Pezzolato restò all’Università come aiuto di Paolo Tassinari.
Tassinari, allievo di Raffaele Piria e chiamato nel 1862 a ricoprire a Pisa la cattedra di chimica generale, aveva organizzato il primo laboratorio didattico italiano per la pratica sperimentale, realizzata attraverso un corso regolare di esercitazioni della durata di alcuni mesi. L’organizzazione era ispirata a quanto osservato da Tassinari a Heidelberg presso il laboratorio di Robert Bunsen. L’importanza che Tassinari conferiva all’insegnamento pratico della disciplina fece sì che dalla scuola pisana uscissero chimici particolarmente versati soprattutto nel campo delle analisi, molti dei quali andarono a ricoprire posti di rilievo in enti pubblici e privati. Fu anche il caso di Pezzolato, che nel 1880 fu chiamato a dirigere il piccolo, allora nascente, laboratorio annesso alla Manifattura tabacchi di Roma, con l’incarico dell’esame dei tabacchi e dei materiali inerenti la sua lavorazione.
Nella storia del tabacco in Italia, Roma aveva da secoli un ruolo da protagonista. Era stata infatti la Chiesa romana a introdurre la nuova pianta, contribuendo alla sua diffusione, soprattutto allo scopo di ottenere proventi fiscali. Il consumo e la produzione di tabacco avevano raggiunto sempre maggior importanza economica e sociale, al punto che nel 1859 si giunse alla costruzione di un nuovo edificio in piazza Mastai, per ospitare i vari reparti di fabbricazione, i magazzini e gli uffici.
La produzione della Manifattura, pur restando consistente, era nel tempo divenuta scadente per l’assenza di ricerche che puntassero al controllo e al miglioramento della qualità dei prodotti. Il problema era stato affrontato dal governo italiano alcuni anni dopo l’annessione di Roma all’Italia.
Nel 1878, il ministro delle Finanze Agostino Magliai aveva incaricato Stanislao Cannizzaro, che era stato anch’egli allievo di Piria ed era amico di Tassinari, di adeguare la Manifattura dei tabacchi ai livelli europei. Dal 1872 Cannizzaro era direttore dell’Istituto chimico dell’Università di Roma e comprese come, tramite le opportune analisi, un laboratorio chimico all’interno della Manifattura dei tabacchi potesse svolgere l’importante compito di fornire ogni elemento utile per individuare e risolvere i problemi che incidevano sulla qualità della produzione. Egli quindi aveva perorato l’istituzione di tale laboratorio e proposto che alla sua direzione fosse chiamato un dirigente in grado di intraprendere ricerche autonome, di analizzare con competenza i processi e i risultati delle varie fasi della produzione, di apportare i necessari cambiamenti.
A Pezzolato fu dunque affidato il compito di direttore del laboratorio chimico della Manifattura dei tabacchi di Roma. Con le stesse mansioni passò nel 1884 all’Amministrazione dello Stato e, quando si istituì il Laboratorio delle gabelle, egli dapprima da solo, poi con Vittorio Villavecchia e Raffaello Nasini, sotto la direzione di Cannizzaro, si occupò dell’arredamento e della sistemazione del nuovo istituto, nel quale diresse la sezione relativa ai tabacchi e ai sali. Nel 1893 il laboratorio dei tabacchi si staccò da quello delle gabelle, essendosi creata la Direzione generale delle privative, e Pezzolato fu chiamato a dirigerlo. Istituitasi poi una Scuola di applicazione per gli aspiranti tecnici, egli fu nominato direttore di essa e del laboratorio chimico annesso.
Come richiesto dal suo ruolo, studiò teoricamente le varie fasi della lavorazione, apportando innanzi tutto miglioramenti nelle procedure di analisi per la determinazione della nicotina nel tabacco.
Nell’articolo in cui presentò tali innovazioni metodologiche (Sul modo di determinare la nicotina in presenza dell’ammoniaca, in Gazzetta chimica italiana, XX (1890), pp. 780-798) osservava come i metodi fino allora in uso davano risultati insoddisfacenti in quanto non erano in grado di separare completamente la nicotina dall’ammoniaca utilizzata per la sua estrazione. L’innovazione proposta da Pezzolato prevedeva un preventivo moderato riscaldamento per allontanare l’ammoniaca prima della determinazione della nicotina, sfruttandone la più elevata volatilità. Tale metodo incontrò il favore dei chimici analitici del tempo e restò quello generalmente più adottato da lì in poi per diversi decenni.
Alcuni anni dopo, Pezzolato, insieme a Raffaello Nasini, studiò dal punto di vista chimico-fisico le proprietà della nicotina (Spostamento della nicotina dai suoi sali e azione dell’alcol sopra di essi, in Gazzetta chimica italiana, XXIII (1893), pp. 43-57, con R. Nasini). Essi sottoposero soluzioni acquose e alcoliche di nicotina e di suoi sali a misure di conducibilità, di potere rotatorio specifico, di abbassamento del punto di congelamento. Da esse dedussero il comportamento estremamente debole della nicotina come base nel mezzo alcolico.
L’opera di Pezzolato che più merita di essere ricordata è però il libro Conferenze sulla chimica applicata alla tecnologia del tabacco (Roma 1903), in cui sono raccolte le lezioni da lui tenute per anni agli studenti della Scuola di applicazione dei tabacchi di Roma.
In tale opera Pezzolato fornì un quadro completo delle conoscenze dell’epoca, illustrando le differenze tra le varie specie di tabacco esistenti sul mercato e le caratteristiche che dovevano essere tenute in considerazione per il suo uso (combustibilità, percentuale di nicotina, proprietà organolettiche e meccaniche). Si passavano poi in esame i requisiti che doveva possedere un terreno dal punto di vista fisico e chimico per essere considerato idoneo alla coltivazione della pianta. Si elencavano quindi le modificazioni a cui il tabacco era sottoposto nelle varie fasi della lavorazione e si discutevano i mezzi e le precauzioni per preservare il materiale organico da possibili fermentazioni. Di seguito venivano presentate le metodologie per l’analisi chimica delle altre sostanze presenti nel tabacco, oltre alla nicotina. Il libro si concludeva con un breve capitolo intitolato L’igiene al riguardo del tabacco. In esso si accennava ai problemi che esso poteva causare, da malattie cardiache o dell’apparato respiratorio fino al cancro. Dalla lettura appare come già all’epoca non mancassero medici che sottolineavano i danni del fumo, ma che tali danni potessero essere in genere ignorati o sottovalutati, arrivando perfino ad attribuire al tabacco, se usato in modiche quantità, il ruolo di medicamento per i bronchi e i polmoni o proprietà di difesa contro le malattie infettive, senza soverchie preoccupazioni dei rischi per la salute che i lavoranti delle manifatture potevano correre nell’ambiente di lavoro.
Pezzolato morì dopo una breve malattia il 3 aprile 1912.
Fonti e Bibl.: R. Nasini, A. P., in Rendiconti della società chimica italiana, II (1912), pp. 150 s.; L. Bernardini, Il laboratorio chimico sperimentale dei Monopoli di Stato di Roma, in Congresso nazionale di studi romani, V (1938), pp. 13-22; F. Lenci, L’introduzione della chimica nella Manifattura tabacchi di Roma, in Rendiconti dell’Accademia nazionale delle scienze detta dei XL. Memorie di scienze fisiche e naturali, CXXVII (2009), pp. 451-463.