ARLENIO, Arnoldo
Nacque agli inizi del sec. XVI nel Kempen, al di là del Dieze che bagna Bosco Ducale ('s Hertogenbosch, nel Brabante), donde il soprannome di "Peraxylos".
Scarse sono le notizie sulle sue origini e sul primo periodo della sua vita. Pare fosse figlio di un certo Arnoldo. Giovanissimo visse in Francia in grande dimestichezza col servita O. Bagato, che probabilmente incontrò a Parigi nel periodo in cui quest'ultimo studiava teologia, tra il 1515 e il 1525. Studiò a Ferrara, dove ebbe maestro ed amico Marco Antonio Antimaco, che insegnò in quella città dal 1527 circa al 1547. Si ha inoltre notizia della permanenza dell'A. in Bologna dalla dedica della Lycophronis Chalcidensis Alexandra (Basileae 1546), datata: Bologna 13 ag. 1542, in cui l'A. ricorda al cardinale di Ravenna Benedetto Accolti una visita fattagli "ante annos, si recte memini , duos, Bononia Ferrariam divertens".
Dimorò sicuramente a Firenze dal 1547 al 1564 e, valentissimo grecista ed esperto editore, collaborò con l'amico e compatriota Lorenzo Torrentino che Cosimo de' Medici aveva fatto venire dalla Germania, per pubblicare un gran numero di codici pregevoli e di opere inedite possedute dalla Biblioteca Laurenziana. Secondando le premure di Cosimo, il Torrentino aprì una stamperia, da cui uscirono belle edizioni di classici, per le quali si avvalse dell'opera preziosa dell'A. quale correttore e letterato.
L'A. seguì poi Lorenzo Torrentino a Mondovì, dove costui era stato chiamato fin dal 1562 dal duca Emanuele Filiberto, con l'incarico di aprire e dirigere una grande tipografia: la Compagnia della Stampa.
Morto Lorenzo, il figlio Leonardo e i fratelli minori trovarono nell'A. un secondo padre, che ne tutelò gli interessi e continuò a lavorare per la tipografia: pare che tra il 1564 e il 1566 si stampassero ben ventotto libri. Ma tristi vicissitudini e cattive condizioni finanziarie influirono sulla produzione, e l'attività dovette essere temporancamente sospesa. Nel 1567 l'officina tipografica passò in altre mani; infine, tra il 1571 e il 1572, fu sotto la direzione dell'A., finché la società tipografica fu sciolta e la tipografia chiusa.
Ignoti sono il luogo e la data della morte dell'A.: tuttavia essa non dovette avvenire molto prima del 1582, anno in cui Fulvio Orsini riuscì ad ottenere da un erede di lui, con un cambio di libri e di oggetti di valore, un numero non conosciuto di volumi della ricca raccolta privata dell'Arlenio. Alcuni dovrebbero trovarsi alla Biblioteca Vaticana, nel fondo Vaticano antico, fra i manoscritti e gli stampati orsiniani, ma finora non sono stati identificati.
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