Vedi ARPOCRATE dell'anno: 1958 - 1994
ARPOCRATE (v. vol. I, p. 671)
Come entità divina, A. acquista una individualità definita solo alla fine del Nuovo Regno; il nome del dio compare per la prima volta nella XXI dinastia; la prima iconografia riconducibile con certezza a lui è di poco posteriore e si trova su una stele di donazione proveniente da Mendes, datata intorno all'804 a.C. (stele Brooklyn 67.118). Le caratteristiche di A. erano già quasi tutte presenti in raffigurazioni molto antiche: alcune statuine databili alla I dinastia riproducono infatti l'immagine di un bambino nudo, con gambe retratte verso il petto, mano destra portata alla bocca e sinistra posata sul ginocchio sinistro, testa priva di capelli. È dubbio tuttavia che queste statuine riproducano una divinità e ancor meno certa è l'identità del soggetto rappresentato, dato che i tratti salienti dell'iconografia di A. sono quelli dell'infanzia e in particolare dei faraoni bambini, derivati a loro volta dal repertorio di Horus bambino.
Le iconografie di A. possono riassumersi in quattro gruppi principali, che mantengono come dati costanti la nudità, l'indice destro alla bocca (assente nell'iconografia dell'allattamento), le insegne regali: 1) stante, con piede sinistro avanzato, braccio sinistro lungo il fianco; è la tipologia attestata sui documenti più antichi; 2) seduto in trono con braccio sinistro poggiato lateralmente alla coscia; talvolta ambedue le braccia sono poste ai lati delle cosce, con palmo piatto; molto spesso il trono è assente; si tratta di un'iconografia connessa con A. come figlio di Osiride; 3) seduto sulle ginocchia di Iside che lo allatta; questa iconografia si confonde con quella di Horus allattato; 4) seduto sul fiore di loto, iconografia connessa all'aspetto solare di A. e più recente delle precedenti.
L'età ellenistica vede una grande diffusione del culto di Α., che si presta ai più arditi sincretismi e a nuovi temi iconografici. Grande risalto assume la connotazione di A. come dio della fertilità, sottolineata da nuovi attributi: la cornucopia in primo luogo, il vaso, le spighe, i caratteri sessuali accentuati, particolare che richiama l'iconografia del dio itifallico Min, i cui rapporti con A. sembrano molto più antichi e stretti di quanto non si ritenesse.
Bibl.: D. Meeks, in LÄ, XV, 1977, pp. 1003-1011, s.v. Harpokrates; F. Dunand, Religion populaire en Egypte romaine (EPRO, 76), Leida 1979; P. Ballet, Remarques sur Harpocrate «amonien», in BIFAO, LXXXII, 1982; V. Tran Tam Tinh, P. Jaeger, S. Poulin, in LIMC, IV, 1, 1988, pp. 415-445, s.v. Harpokrates.