ARRAS
Città della Francia settentrionale, sul sito dell'antica Nematocenna o Nematacum. Capitale dello stato degli Atrebati, arrivò a estendersi per 35 ha. La presenza nella zona di miniere di gesso, di scarichi, nonché di necropoli ha permesso di definire il perimetro del nucleo originario, ricoprente una superficie di 2,5 ha circa. Lo sviluppo della città, con le sue diverse fasi, prende avvio da questo primo agglomerato, situato all'incrocio delle vie di Amiens e di Cambrai. Le diverse fasi dell'evoluzione del sito sono state accertate con maggiore chiarezza nella zona NE della città, laddove gli interventi furono più frequenti. L'occupazione del sito avviene con Augusto; alla fine della stessa età augustea, o all'inizio di quella tiberiana, si ha la definizione dell'impianto viario urbano. Testimonianze, peraltro esigue, di un'occupazione precedente sono i pozzi e le miniere per l'estrazione del gesso, in seguito al riempimento dei quali furono erette costruzioni in legno e malta. Il crescente numero di fosse, pozzi e silos pertinenti a tali abitazioni, nonché il loro riempimento, attestano il progredire e l'addensarsi dell'abitato all'interno di questo perimetro all'epoca di Tiberio. Questa seconda fase di occupazione termina con una cospicua colmata accuratamente livellata, in vista di un nuovo impianto viario e della costruzione di nuovi edifici. Siamo ora in presenza di un impianto a scacchiera, che si adegua agli elementi che costituiscono per lo sviluppo della città un preciso limite: le necropoli, gli scarichi, le miniere. Fra le rovine più importanti, bisogna senz'altro segnalare quelle di Rue Baudimont, databili a età tardoantica. Più ancora delle strutture (la cui esatta planimetria è ancora da chiarire), sono importanti i materiali rinvenuti, che nel loro insieme fanno pensare a un contesto cultuale: una statuetta in porfido rosso e un piccolo bronzo raffigurante Attis, un balsamario in bronzo con effigie di Bacco, un vaso in terracotta raffigurante una scimmia accovacciata, un craterisco in ceramica con riflessi metallici, utensili varî (pala da fuoco, chiavi), un' «acquasantiera» in calcare, ecc. Tali rinvenimenti testimoniano forse, più precisamente, l'esistenza di un luogo di culto dedicato a divinità orientali, più specificamente ad Attis e a Cibele a esso di frequente associata. Ulteriori indagini archeologiche chiariranno meglio l'estensione e l'esatta funzione del complesso; ma si può fin d'ora sottolineare che, al contrario di quanto avviene nella valle del Rodano e lungo il limes (dove il culto di Cibele e di Attis era particolarmente diffuso), non si hanno finora molte testimonianze, nella Francia settentrionale, di edifici dedicati alle divinità orientali: fra le poche eccezioni è Bavai. La scoperta di Rue Baudimont si rivela dunque di notevole interesse.
In seguito alle invasioni germaniche della fine del III sec., la città si trasforma in piazzaforte. La fortificazione ingloba un terzo della città dell'alto impero (9,5 ha), corrispondente al settore nel quale è tradizionalmente localizzato il centro amministrativo della civitas degli Atrebati.
Alla fine del IV sec. il castrum diverrà sede del prefetto dei Batavi Liti, federati germanici entrati come «contadini-soldati» al servizio dell'impero per la difesa delle province settentrionali e per la ripresa delle attività agricole. A questi si può attribuire una costruzione scoperta anch'essa in Rue Baudimont, all'angolo NO del castrum, in prossimità del bastione: si sono rinvenuti infatti oggetti di origine o di tradizione germanica. Altri materiali attestano la pratica di attività quali la tessitura, l'agricoltura, la caccia.
Nel basso impero, A. era un centro di commerci e di artigianato, celebre per la sua pregiata produzione tessile esportata in tutto il mondo romano. Ad A. e, in genere, nella regione degli Atrebates, sono stati riportati alla luce numerosi utensili pertinenti alla fabbricazione di stoffe. I testi antichi ci informano della presenza di centri per la fabbricazione degli Atrebates birri o mantelli atrebati, sottolineandone la solida reputazione acquistata nell'impero. L'importanza di queste stoffe nell'ambito del commercio romano è rivelata dalle ingenti somme menzionate nell'Edictum de pretiis promulgato da Diocleziano nel 301.
Le grandi invasioni germaniche, nel 406-407, posero fine a tale prosperità; le misure prese dai diversi imperatori, come la riorganizzazione delle frontiere del Reno o i nuovi trattati stipulati con le tribù dei federati, non fecero che ritardare la decadenza di qualche decennio. La presenza permanente dei Franchi Salî, a partire dal V sec., segna la fine della dominazione romana nella regione.
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