Arriaga Jordan, Guillermo Federico
Arriaga Jordán, Guillermo Federico. – Sceneggiatore, regista e scrittore messicano (n. Città del Messico, 1958). Il suo contributo al cinema del 21° secolo sta nell’invenzione di una forma di narratività cinematografica, di costruzione del tempo, e del montaggio interno al racconto, radicalizzando il romanzo polifonico e cubista, per es. di uno scrittore come J. Dos Passos. Caratteristica delle sceneggiature di A. è l’intrecciarsi parallelo di più storie (generalmente triadiche) che fanno confluire a poco a poco, i destini dei personaggi in un punto di soluzione finale. Ciò si realizza in un andirivieni tra più livelli temporali e spaziali, dove la drammaticità del paesaggio e l’incombere della morte si intersecano senza soluzione di continuità tra presente e passato. La sua collaborazione con il regista messicano A.G. Inarritu ha prodotto tre film che, tra il 2000 e il 2006, compongono la cosiddetta Trilogia della morte: Amores Perros (2000), 21 grams (2003), Babel (2006), gli ultimi due di coproduzione statunitense e interpretati da celebri attori come S. Penn, N. Watts, B. Del Toro, B. Pitt, C. Blanchet. Il primo film fa interagire tre personaggi: uno sradicato, una modella e un sicario la cui vita, per diversi motivi, dipende dal rapporto con i loro cani, metafora dei destini di solitudine. Il secondo parte da un incidente, la cui casualità coinvolge tre vite parallele, di un ex-detenuto, di una ex-tossicodipendente, e del marito di lei. Il terzo si dipana lungo tre paesaggi lontani, l’Atlante marocchino, il Messico e Tokio, intrecciando una folla di personaggi accomunati da oscuri sensi di colpa, da problemi familiari e handicap adolescenziali. Il finale segna la confluenza e la divergenza insieme delle storie, emblematiche anche delle diverse condizioni sociali ed etniche. The three burials of Melquiades Estrada (Le tre sepulture, 2005) è stato scritto da A. per il debutto nella regia dell’attore T.L. Jones e si distende nella forma del viaggio riprendendo la meditazione sulla morte tipica dello sceneggiatore. Nel 2008 The burning plan (Il confine della solitudine) è l’esordio alla regia di A.: riprende la struttura triangolare mescolando tre ritratti femminili, misteriosamente connessi tra loro ma separati nello spazio e nel tempo, dove i paesaggi americani e messicani assurgono a metafora dei sentimenti delle protagoniste.