Boito, Arrigo
Poeta e musicista (Padova 1842 - Milano 1918). Affiancò fin da giovane la passione per la musica a quella per la letteratura. Diplomatosi in composizione al Conservatorio di Milano (1861), dove strinse amicizia con Franco Faccio destinato a diventare uno dei maggiori direttori d’orchestra del tempo, trascorse un anno in viaggio per l’Europa. Fu prima a Parigi, dove ebbe modo di frequentare la casa Rossini e di incontrare tra gli altri Hector Berlioz e Giuseppe Verdi, poi passò in Germania, Belgio, Gran Bretagna e Polonia. Alla fine del 1862 tornò in Italia, si stabilì a Milano e divenne uno dei principali esponenti della scapigliatura. Frequentò il salotto della contessa Maffei e strinse amicizia tra gli altri con Emilio Praga, Giovanni Camerana, Giovanni Verga, Luigi Capuana. Il sodalizio con Praga diede vita a una commedia in prosa scritta in collaborazione, Le madri galanti, e alla condirezione del mensile «Figaro» (1864), distintosi per le violente polemiche letterarie, specialmente contro la scuola manzoniana. Nel 1866 partecipò alla spedizione di Garibaldi nel Trentino. Nel 1912 fu nominato senatore e in seguito fu tra i sostenitori dell’intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale. Grande conoscitore della cultura europea contemporanea fu critico letterario e musicale su vari giornali e tradusse molti libretti d’opera. L’ossatura della sua lirica, che insiste sul conflitto romantico tra bene e male, è costituita da argomenti macabri e tetri (Re Orso, 1865; Libro dei versi, 1877), presenti anche nel Boito librettista (La Gioconda di Amilcare Ponchielli, l’Otello e il Falstaff di Verdi). Di rilievo la sua attività di musicista: Mefistofele (1868), opera in quattro atti scritta e musicata da lui, dopo un primo insuccesso fu rielaborata e presentata con fortuna a Bologna (1875). La partitura incompiuta di Nerone, il cui testo Boito pubblicò nel 1901, fu ultimata da Arturo Toscanini e rappresentata alla Scala di Milano (1924).