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ARSACIDI

di Antonino Pagliaro - Enciclopedia Italiana (1929)
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ARSACIDI

Antonino Pagliaro

. Durante il regno di Antioco II Teo (261-247 a. C.), dal regno arsacidico, il più esteso fra i molti regni sorti sulle rovine dell'impero di Alessandro, oltre alla Battriana si staccò la provincia Parthia, la quale era abitata da popolazioni forse di origine scitica, ma indubbiamente da gran tempo iranizzate. Un Arsace (Aršaka) con l'aiuto delle tribù nomadi degli Avarni, un ramo dei Dāhas, alla cui stirpe egli stesso apparteneva, riuscì a scacciare nel 250 il satrapo Ferecle, successore del satrapo Andragora, che Alessandro aveva posto a capo della provincia, e a costituire un regno indipendente. Caduto Arsace in battaglia contro i Battriani, il fratello Tiridate I che gli successe, approfittando delle lotte fra Lagidi e Seleucidi, estese il suo dominio sulla limitrofa Ircania e quindi con l'aiuto di Diodoto II respinse vittoriosamente l'urto dei Seleucidi. A seguito di ciò egli assunse il titolo di gran re dei Parti; l'era partica incomincia con la data del suo avvento al trono e precisamente il 14 aprile 247, come si rileva da una tavoletta babilonese con datazione partica e seleucidica. Presso i Parti vigeva il culto degli antenati e quindi Arsace eroicizzato venne assunto come capostipite ed eponimo della dinastia che per quasi cinque secoli tenne il dominio del mondo iranico (v. persia: Storia). La serie degli Arsacidi che si succedettero sul trono è sicuramente accertata in base alle fonti greche e latine e al materiale numismatico. Essi sono: Arsace; Tiridate I (248-214); Artabano I (214-196); Friapite (196-181); Fraate I (181-174); Mitridate I (174-136); Fraate II (136-127); Artabano II (127-124); Mitridate II (124-88); Sanatruce (76-69); Fraate III (69-60); Mitridate III (60-56); Orode (56-37); Fraate IV (37-2); Fraate V (2 a. C.-4 d.C.); Orode II (4-8); Vonone (8-11); Artabano III (10-40); Vardane I (.. -46?); Gotarze (46?-51); Vonone II (51); Vologese I (51-75); Vologese II; Pacoro III; Artabano IV; Osroe (107-130); Vologese II (130-148); Vologese III (148-191); Vologese IV (190-208); Vologese V; Artabano V (... -224).- Come si vede in alcuni casi non è possibile accertare con precisione il periodo in cui ciascuno ha regnato; ad esempio dopo Mitridate II si ebbe un lungo interregno; dopo Artabano III i figli di lui Vardane e Gotarze si contesero il trono in un primo tempo con alterna vicenda; Vologese II, Pacoro III e Artabano IV sembra che abbiano regnato contemporaneamente come mostra la datazione delle rispettive monete e così i fratelli Vologese V e Artabano V, che verso la fine del regno arsacidico si contesero il trono: Vologese sembra abbia regnato nelle provincie sud-occidentali. L'appartenenza alla famiglia degli Arsacidi non è per tutti sicura; di Orode II, che venne ucciso in una partita di caccia dopo 4 anni di regno, si sa che era considerato un usurpatore e che probabilmente non aveva legami di parentela con gli Arsacidi. Dopo la deposizione di Vonone, che educato a Roma non si era mostrato atto a tenere il governo di un popolo di cui gli sfuggiva l'indole, con Artabano III la successione passò al ramo femminile, poiché questi solo per parte di madre era Arsacide. Da Vologese II in poi non siamo più in grado di seguire la discendenza genealogica.

Mentre gli Arsacidi si considerarono una dinastia nazionale, i popoli dell'Irān li considerarono sempre come stranieri, benché essi avessero accettato la religione di Zarathustra e difendessero con energia mai doma il loro regno contro gli eserciti dei Seleucidi e di Roma. Per quanto nelle armi essi abbiano avuto successo, dal lato culturale non seppero però mantenersi immuni dalle influenze occidentali. Nei primi tempi del regno arsacidico l'influenza ellenica si manifestò vivamente in tutte le forme della vita iranica e ai tempi di Fraate IV l'influenza romana era così forte che il re inviava i proprî figli a Roma per ricevervi educazione. Il popolo iranico sentì di avere una dinastia nazionale che si riattaccasse alla gloriosa tradizione dei grandi re achemenidi soltanto con l'avvento dei Sāsānidi.

Un ramo degli Arsacidi regnò pure nell'Armenia (Aršakūni); il capostipite di esso è, secondo le fonti armene, Valaršak, che fu fratello di Mitridate I e regnò dal 149 al 127. Si tratta di Tigrane I che introdusse nell'Armenia i metodi di governo arsacidici ed i costumi della loro corte.

Bibl.: v. persia: Storia.

Vedi anche
Àrsace Nomi di alcuni re di Armenia dei quali i più noti sono A. III e A. IV (seconda metà del sec. 4º d. C.). Da questi A. sono da distinguere i sovrani della dinastia degli Arsacidi (v.), i quali portarono tutti il nome ufficiale A. ma, tranne l'eponimo della dinastia e il figlio A. II (248-214 a. C.), che ... Surèna Nome degli appartenenti a una delle sette grandi famiglie del regno partico che governò il Seistan sotto gli Arsacidi ed ebbe grande potere ancora sotto i Sasanidi. Tra i più noti personaggi ricordati con tale nome è il S., uomo di grandi capacità, che mise sul trono partico Orode II e che presso Carre ... Ircania (gr. ῾Υρκανία) Regione dell’antica Persia (od. Mazandaran), a S del Mar Caspio. Fu sede di un’importante satrapia dell’Impero persiano. Dopo Alessandro, fece parte del regno di Siria dei Seleucidi, ai quali la tolse Tiridate re dei Parti (237 a.C. ca.), quindi passò sotto la dinastia persiana dei Sasanidi. ... Carre Italianizzazione del nome greco (Kάρραι) e latino (Carrae e Carrhae) della città di Ḥarrān (➔). Battaglia di C. Fu combattuta nel 53 a.C. fra Crasso e i Parti guidati dal Surena (➔), il primo dignitario della corte degli Arsacidi. Si concluse con una secca sconfitta per i Romani e Crasso fu ucciso durante ...
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