ARSENALE (IV, p. 604)
La marina italiana, fin dalle fine della guerra 1914-18, ha cessato di costruire navi nei propri a., ma lo stabilimento così denominato è rimasto una fondamentale necessità per il mantenimento dell'efficienza di una qualsiasi flotta. Oggi le flotte militari ricevono il supporto logistico per la loro vita e la loro attività nelle basi navali di cui gli a. costituiscono la componente industriale alla quale è devoluto il mantenimento dell'efficienza delle navi e delle loro armi e apparati. Una nave militare è fornita di armi e apparecchiature che non sono installate sulle navi mercantili, pertanto esige una speciale organizzazione che sia in grado di ripararle e provvedere alla manutenzione: organizzazione fornita dagli arsenali.
Impianti. - Gli a. oggi esistenti non si possono considerare stabilimenti moderni in quanto sono stati tutti costruiti da oltre un secolo, e forse uno dei più recenti è quello italiano di Taranto che data alla penultima decade del secolo scorso. Benché ovviamente tutte le marine abbiano provveduto, negli anni, a rimodernarne le strutture, rimane sempre l'antica impostazione generale che in molti casi impedisce una razionale riorganizzazione delle sistemazioni. Negli a. italiani non esistono più scali e officine per la costruzione di navi, anzi nella ricostruzione dell'a. di La Spezia dopo la distruzione avvenuta fra il 1943 e il 1945, l'area riservata alle officine di costruzione è stata adibita ad altri usi, gli scali demoliti e sostituiti con banchine di ormeggio. La principale attrezzatura di un a. è costituita dai bacini di carenaggio, fissi e galleggianti, per poter mettere a secco le navi che necessitano di riparazioni o di manutenzioni nell'opera viva. Gli scali di alaggio sono scomparsi e non vengono più impiegati né per le navi né per le imbarcazioni; queste ultime vengono sollevate dall'acqua con gru a ponte e sistemate a terra senza ricorrere all'antiquato piano inclinato. Come tutti i grossi stabilimenti di lavoro ogni a. necessita di una considerevole alimentazione di energia elettrica per azionare i macchinari delle officine. In passato tale energia veniva generata in una centrale termica autonoma, oggi invece si preferisce attingerla dalla rete civile che la fornisce a minor costo, tuttavia esistono ancora centrali elettriche termiche che sono in grado di alimentare alcuni degli utenti più importanti in caso di emergenza. La rete elettrica degli a., oltre che le officine e le navi ai lavori, deve alimentare anche le navi ormeggiate nella darsena e nella base navale, in quanto, quando ferme in porto, le navi da guerra non tengono in funzione i generatori e si alimentano da terra. In conseguenza dell'adozione di complesse apparecchiature elettroniche, ha assunto particolare importanza il fatto che la corrente sia fornita alla tensione e alla frequenza stabilite: ciò si ottiene installando sottostazioni di trasformazione in prossimità delle banchine. Oltre all'energia elettrica le officine necessitano di aria compressa, che viene generata in un'apposita centrale fornita di compressori e distribuita attraverso una rete che raggiunge le officine, i bacini e le banchine per navi ai lavori. Anticamente un impianto assai importante era costituito da una grande gru, capace di sollevare pesi di 100 t, che serviva per mettere a bordo i cannoni: tali gru esistevano negli a. inglesi e furono riprodotte negli a. di La Spezia e Taranto; funzionavano con energia idraulica e oggi sono state eliminate.
Organizzazione. - Negli a. dove si costruiscono le navi si trova una sezione della direzione che sovraintende alle officine in cui si eseguono le varie lavorazioni, sezione che non esiste più negli a. italiani dove tuttavia esiste un Ufficio progetti e studi e relativa sala disegno. Nei nostri a. dall'anno 1954 si è adottata l'organizzazione seguente (v. anche la tab.1): una direzione generale affidata a un ammiraglio ingegnere, appartenente o al corpo del Genio navale o al corpo delle Armi navali. Quattro direzioni, di cui tre rette da capitani di vascello ingegneri dei detti corpi, e la quarta retta da un capitano di vascello del corpo di commissariato denominate rispettivamente Direzione tecnica lavori, Direzione lavori generali, Direzione approvvigionamenti e Direzione amministrativa. La Direzione generale esplica mansioni direttive; la Direzione tecnica si occupa esclusivamente dei lavori che vengono eseguiti sulle navi, compito che esplica attraverso i reparti che raggruppano le officine in cui si eseguono lavorazioni affini. La Direzione lavori generali si occupa del personale e di tutti i servizi interni dello stabilimento come mense, servizio sanitario, distribuzione energia elettrica, mezzi di trasporto e sollevamento, laboratori e gabinetti, servizio di vigilanza e antincendio, antinfortunistica, nonché di tutti i lavori che l'a. esegue per enti che non sono navi; la Direzione approvvigionamenti cura l'acquisto, l'immagazzinamento e la distribuzione di tutti i materiali necessari per i lavori che si eseguono nelle officine della Direzione tecnica; la Direzione amministrativa s'interessa delle operazioni contabili relative ai contratti e ai pagamenti. A lato della su descritta organizzazione dell'a., esiste un' "officina porto" che dipende dal comando Base navale la quale gestisce tutti i mezzi navali che servono alle Direzioni lavori per esplicare i loro compiti.