ARSINOE
. Figlia di Tolomeo XIII Dionysos, soprannominato Aulete. Dei quattro figli che, uccisa Berenice IV, rimasero ad Aulete ricollocato sul trono dai soldati di Gabinio, A. aveva, nel 55 a. C., tra i dieci e i tredici anni.
Alla morte del padre rimase, naturalmente, nell'ombra accanto alla maggior sorella, la famosa Cleopatra; ma, quando Cesare ebbe invaso e occupato l'Egitto (48), riuscì, contrariamente alla sorella e ai due piccoli fratelli, i quali non vollero o non seppero seguirla, a fuggire dal palazzo con l'eunuco Ganimede.
Rifugiatasi presso l'esercito comandato da Achillas, vi assunse la rappresentanza della casa reale, e fu riconosciuta come regina dagli Alessandrini. Essendo sorte gelosie tra Achillas e Ganimede, il primo fu messo a morte per ordine di Arsinoe. La guerra alessandrina, dopo varie vicende, finì con la vittoria dei Romani (47), e A. fu spedita a Roma per evitare nuove complicazioni e perché figurasse dietro il carro del trionfatore. Dopo un periodo di prigionia, riuscì ad ottenere la libertà e a rifugiarsi in Efeso. Ma quando Marco Antonio, dopo Filippi, divenne arbitro della parte orientale del dominio romano, non tardò a soggiacere in Tarso alle grazie di Cleopatra, e questa, tra i favori che chiese e ottenne, pose in prima linea la morte della sorella, uccisa infatti nel tempio di Artemide.
Fonti: Caes., Bell. Alex., 23; Bell. civ., III, 112, 10-11; Dione, XLII, 10, 35, 42; XLIII, 19; Giuseppe Flavio, Ant. Iud., XV, 89.
Bibl.: Bevan, History of Egypt under the Ptolemaic Dynasty, Londra 1928.