ARTARIA
. Casa editrice viennese, fondata dai cugini Carlo Artaria, figlio di Cesare, e Francesco Domenico, nativi di Blevio (Brianza), i quali aprirono nel 1760 a Vienna, sotto la ragione "Cugini Artaria" un negozio di stampe, a cui aggiunsero nel 1780 un'editoria musicale ch'ebbe dal 1804 il suo massimo sviluppo sotto il successore Domenico A. (nato il 20 novembre 1775, morto il 5 luglio 1842), nipote di Carlo. Fu questi l'editore dei più celebrati compositori dell'epoca: pubblicò una ricca serie di lavori di Mozart, Haydn, Beethoven, Rossini, Hummel, Schubert, Moscheles, Giuliani, Clementi, Czerny, Legnani, Blangini ed altri; ciò che gli diede anche modo di radunare una delle più cospicue e celebri raccolte di autografi che siano mai esistite, alla quale si aggiunse nel 1827 gran parte del lascito Beethoven, dall'A. acquistato per poche centinaia di fiorini. Nella bella collezione figuravano del solo Beethoven 93 manoscritti, fra cui quelli delle ultime sonate, op. 110 e 111. Alla morte di Domenico - che per breve tempo ebbe a soci Tranquillo Mollo, Giovanni Cappi, Pietro Cappi e Carlo Boldrini - gli succedeva il figlio Augusto (nato nel 1806, morto a Graz il 14 dicembre 1893); cessava allora ben presto nell'azienda l'interesse per la pubblicazione delle opere musicali, ed aumentava invece sempre più quello per il commercio delle stampe e oggetti d'arte e per le pubblicazioni geografiche: oggi la ditta continua la sua attività in questo solo ramo. Anche la celebre raccolta d'autografi fu venduta dagli eredi, e nel 1901 passò, acquistata per 200.000 marchi, alla Biblioteca reale di Berlino. Nel 1905 anche tutte le antiche pubblicazioni musicali della Casa passarono in proprietà dell'editore Giuseppe Weinberger di Vienna.
Dall'opera dell'A., come pure da quella dei suoi quattro collaboratori italiani sunnominati, si può rilevare come fossero intraprendenti gli Italiani nel dare grande incremento e soffio vitale al commercio editoriale della musica in Austria. Della famiglia Artaria, tre altri fratelli, di nome Cesare, Domenico e Giovanni, s'erano trasferiti da Blevio verso il 1750 in Germania, ove Giovanni, insieme coi nipoti Carlo e Francesco (ambedue passati poi a Vienna) fondava nel 1765 a Magonza la ditta "Artaria e C."; nel 1793 veniva questa assunta da Domenico, figlio di Giovanni, il quale la trasportava a Mannheim, unendola nel 1819 alla casa M. Fontaine e creando così la ragione "Artaria e Fontaine", che cessava di esistere nel 1867. Un Ferdinando Artaria, al principio dello scorso secolo, apriva un'editoria di musica a Milano, che non ebbe però lunga vita, sopraffatta come fu dalla casa Giovanni Ricordi.