ACCADICA, Arte
Per arte a., o di Akkad (v.), intendiamo l'arte di quell'epoca della civiltà della Valle dei Due Fiumi (Mesopotamia) durante la quale, all'incirca dal 2350 al 2150 a. C., schiatte semitiche erano riuscite a dominare politicamente dalla capitale Akkad quasi tutta la valle, raggiungendo probabilmente anche la costa del Mediterraneo e facendo incursioni nell'Asia Minore e nell'Elam. L'azione dell'arte a. si è fatta sentire anche in Assiria e a Susa, e in genere in tutta la Mesopotamia (v. Mesopotamica, arte; cartina geografica). Quest'arte si è sovrapposta a quella sumera, la quale è rimasta alla base delle manifestazioni artistiche del paese, ma ha subìto alcune modificazioni che le conferiscono carattere proprio, le quali, in parte, si riattaccano alla civiltà preistorica di Gemdet Naṣr e, in parte, sono dovute allo spirito artistico delle stirpi semitiche conquistatrici. L'arte a. supera lo stile geometrizzante dell'arte sumera e progredisce verso una visione artistica naturalistica, venata di qualche tendenza idealizzante. La rigidezza nella rappresentazione è bensì attenuata, ma continua tuttavia. Sebbene la pietra opponesse all'artista grandi difficoltà per la lavorazione, alcuni scultori sono riusciti a dominarla in modo veramente magistrale. All'arte a. appartiene una delle più insigni sculture della Mesopotamia antica: la stele trionfale di Narām-Sin.
Ci sono stati conservati (Museo del Louvre), alcuni frammenti di una stele trionfale in diorite del tempo di Sargon di Akkad, la quale deriva, tanto per le scene rappresentate quanto per il modo della raffigurazione, dalle corrispondenti stele sumere. Vi si vedono file di prigionieri e di soldati, con alla testa il re, nemici caduti divorati dagli avvoltoi, una rete piena di prigionieri. Qualche tratto nuovo rispetto all'arte sumera si osserva nelle sculture di Manishtusu, secondo successore di Sargon: per esempio, in due basi di statue del Louvre, una delle quali è decorata con bassorilievi rappresentanti i nemici abbattuti. Dello stesso re ci è pervenuto il busto di una statuina, eseguita a Susa, con la lunga barba, le mani intrecciate sul petto. Ha gli occhi inseriti a incrostazione. La stele trionfale di Narām-Sin è una superba opera d'arte. Ha forma triangolare e nella raffigurazione tende, con le linee oblique, ascendenti da sinistra a destra, a condurre il contemplatore verso la figura del re, dominante sopra tutte le altre, che sta di fronte alla cima della montagna sopra la quale splendono gli astri. La rigidezza dell'arte sumera ha ceduto parecchio all'ispirazione naturalistica dello scultore anonimo, il quale deve aver voluto raffigurare un episodio reale delle campagne del re, culminato nella conquista di un'erta montagna, benché, secondo alcuni, si debba attribuire alla composizione un intento simbolico. Che non tutti gli artisti giungessero allo stesso livello d'arte si può vedere dal frammento di una stele, conservata a Costantinopoli, dello stesso re, ritratto molto rigidamente secondo i canoni sumeri. Il Museo del Louvre possiede un frammento di stele con scene guerresche, proveniente da Lagash, un altro frammento con due divinità, le quali tengono in mano un vaso con due fiotti d'acqua e piccoli pesci; tutti lavori risalenti, forse, al periodo di Akkad.
I sigilli a. sono quasi tutti del tipo cilindrico, talvolta alquanto grandi, con intaglio profondo e molto particolareggiato. Vi si vedono raffigurate scene di battaglia e di lotta; di un eroe con varî animali - spesso in piedi - con disposizione ritmica o antitetica delle figure; scene religiose, con preferenza di adorazione e di presentazione alla divinità; il Sole che esce dalla porta cosmica; il messaggero Usmu, bifronte, che conduce davanti al dio l'uomo-uccello; il drago; il leone alato (con coda). Poi, scene di argomento mitico e profano, come una fila di uomini in marcia; Etana che vola in cielo; due uomini che lottano con un leone. I sigilli si portavano non soltanto al collo, ma anche nella cintura e al polso.
Caratteristica dell'arte a. e la ceramica di argilla color rosa, verniciata di rosso, spesso polita e levigata, rare volte dipinta in rosso.
Nella costruzione degli edifici si faceva uso di mattoni piatti, rettangolari o quadrilateri: per esempio, 46 cm per 46 per 9, asciugati al sole (soltanto per scopi speciali si adoperavano mattoni cotti).
Bibl: E. Unger, Sumerische und akkadische Kunst, Breslavia 1926; G. Contenau, Manuel d'archéologie orientale, II, Parigi 1931, e IV, 1947; V. Christian, Altertumskunde des Zweistromlandes, I-II, Lipsia 1940; H. Frankfort, Cylinder Seals, Londra 1939; A. Moortgat, Vorderasitische Rollsiegel, Berlino 1940; H. Frankfort, The Art and Architecture of the Ancient Orient, Harmondsworth 1954, pp. 41-46. V. inoltre la bibl. s. v. Babilonese, arte.