Vedi MINOICO-MICENEA, Arte dell'anno: 1963 - 1973
MINOICO-MICENEA, Arte (v. vol. v, p. 42-102)
Le ricerche archeologiche che sono continuate con ritmo veloce dalla fine del 1963, hanno aumentato moltissimo le nostre conoscenze della civiltà cretese-micenea e hanno fatto luce su molti punti oscuri. Vengono qui esposti in maniera riassuntiva i risultati di queste ricerche sia per Creta sia per il territorio continentale e insulare della Grecia in età micenea. Non sono compresi i risultati dei nuovi scavi a Cnosso, Festo, Mallia, Zakros, H. Triada, Micene, Tirinto, Pylos e Keos, per i quali si rimanda alle voci specifiche.
A Creta il problema dell'origine e della forma delle tombe a thòlos ha ricevuto molti chiarimenti dalle ricerche fatte su questo tipo di tombe nella regione di Asterúsia, tra l'eparchia di Pediáda di Messarà e il piccolo golfo di Kalì Limènes, sul mare Libico, soprattutto in Pigaidákia Odigítrias, nelle gole di H. Kiriakì e Aghiofarango, ad E di Kall Limènes, in Megàlo Skino e in H. Kyrillos. Malgrado queste tombe fossero già manomesse hanno dato ritrovamenti importanti e nello stesso tempo hanno permesso di risolvere il problema della loro origine libica e di ricostruire la loro forma di thòloi complete; a Megàlo Skino la thòlos conserva un'altezza di quattro metri, con un'alta porta trilitica, costituita da due stipiti e da un pesante architrave con un triangolo di scarico sopra. Queste tkòloi costituiscono i presupposti delle superbe tombe micenee. Le ricerche sono state dirette da Alexiou, Davaras e Sakellarakis.
Resti importanti del periodo prepalaziale sono stati messi in luce dallo scavo di complessi funerarî; quello di Arkànes, in località Fournì (Sakellarakis), comprende tre ambienti rettangolari dentro i quali sono stati trovati circa duecento cranî e un'intera serie di sigilli in avorio, uno dei quali presenta una decorazione di dodici motivi. Una importante serie di figurette di adoranti prepalaziali e di animali è stata raccolta da Alexiou e Davaras in santuarî sulle cime dei monti, come quello di Traóstalo, nella regione di Zakros, Figliorimos, nella regione Goniés di Malevisi, e Tylissos. In questo modo si sono completate le nostre conoscenze riguardo al culto nei santuarî sulle sommità, del quale adesso abbiamo una rappresentazione molto caratteristica su di un rhytòn decorato a rilievo, dal palazzo di Zakros.
Una stipe di un santuario agricolo della fine dell'epoca prepalaziale, fu scavata da Alexiou in Keramouzi di Kavrochori (Malevizi). Il problema del culto entro le grotte è stato chiarito da una piccola ricerca di Davaras nella grotta di Skotinò (nella Creta centrale), ove furono trovati idoletti e doppie asce. P. Faure ha continuato le sue ricerche, cominciate molti anni fa nelle grotte cretesi, senza però effettuare scavi e ha pubblicato un libro su queste grotte.
Tra le ricerche stratigrafiche che presentano la successione dei periodi minoici caratterizzati da ceramica tipica, molto importante è stata la ricerca della Scuola Inglese nello stanziamento minoico di Palékastro, nella Creta orientale. Nella Creta occidentale le ricerche di Tsedàkis nei dintorni di Chanià e nella città stessa, a Kasteli, hanno messo in luce resti del periodo protopalaziale e neopalaziale. Nella grotta di Plativóla è stata raccolta notevole ceramica dei periodi prepalaziali.
Molto importanti sono state le ricerche che hanno messo in luce costruzioni e complessi funerarî del periodo neopalaziale nella regione di Arkànes (presso la città di Iraklion). Entro il grosso villaggio di Arkànes è stata trovata una costruzione, solida e ben fatta, che per molte ragioni è stata interpretata come palazzo estivo dei sovrani di Cnosso: non e stata possibile la ricerca in tutta l'area, perché devono essere ancora espropriati i terreni intorno. Fino adesso sono stati messi in luce: la bella facciata fatta con blocchi ben tagliati e ben connessi; l'ingresso, con una colonna, al vestibolo interno; un'ampia sala con banconi e con pavimento in terra battuta con riquadri; un'ampia area lastricata ed altre sale. Quattro altari rettangolari, incavati, sono stati trovati nel pròthyron e dal piano superiore sono caduti nella sala con banconi molti altari a tre piedi, intonacati.
Nella vicina collina di Fournì sono stati trovati importanti resti di due tombe a thòlos, oltre alla tomba già ricordata di età prepalaziale, con dròmos e camera circolare; una di queste aveva una camera interna quadrata, entro la quale sono state trovate le inumazioni principali; la seconda tomba presentava un complesso gruppo di ambienti con corridoio e scala, forse per il culto dei morti (soprattutto una sala con una colonna quadrata). Nella prima tomba l'inumazione entro un sarcofago era accompagnata da ricca suppellettile in oro e altri gioielli tra i quali si distingue particolarmente un anello con una scena di culto e una pisside in avorio (o, come crede lo scavatore, uno sgabello per i piedi di un trono) con rappresentazione di scudi, piccole colonne e teste di guerrieri con elmi. Anche molte suppellettili in bronzo erano state messe nella camera funeraria. L'altra tomba a thòlos è stata trovata manomessa e sembra molto probabile che sia stata trasformata in età greco-romana in una specie di forno. Importanti sigilli vi si sono rinvenuti. Erano state fatte diverse inumazioni su due livelli: l'inferiore con piccoli sarcofagi infantili in un complesso di ambienti accanto alla thòlos. Le inumazioni erano accompagnate da suppellettile molto importante: quelle del livello superiore, da tavolette di avorio con rappresentazione di leoni e capre selvatiche; quelle del livello inferiore da bei vasi in pietra, come un rhytòn in alabastro, un vaso in diorite di importazione egizia, una coppa in argento, alcune armi, tra le quali si distingue una lunga spada decorata in tutta la sua lunghezza con spirali ricorrenti. Le inumazioni principali sono datate alla fine delle più recenti fasi palaziali di Cnosso (verso il 1380 a. C.). Molte però delle suppellettili sono più antiche. Sembra dimostrato il culto dei morti: davanti alla porta della camera interna della tomba A è stato trovato un cavallo sacrificato e, nel materiale di chiusura della porta, il cranio di un toro. Il culto dei morti è ancora dimostrato da un'altra tomba, questa volta a camera, della stessa regione, che era usata come cenotafio, perché la làrnax in essa custodita è stata trovata completamente vuota.
Sakellarakis ha fatto ricerche nella cisterna già studiata da Evans in Arkànes, con una scala che scende, ed è stato accertato che si trattava di una sorgente d'acqua collegata ad un sistema di canalizzazione.
Nella regione di Katsambàs (Iraklion), ove si trovava il porto di Cnosso, Alexiou ha continuato lo scavo di una necropoli con tombe a camera, che appartiene alla fine del periodo neopalaziale. Oltre le sei tombe già messe in luce, ne è stata scavata una settima, sempre a camera, il cui pavimento è stato trovato 9 m sotto il livello attuale del terreno; essa aveva una colonna quadrata per sostenere il tetto. Le inumazioni dentro i sarcofagi erano accompagnate da molti vasi, anfore con quattro anse dello stile di palazzo, e alte anfore a staffa, inoltre una bella brocca con imitazione di serie di chiodi nella decorazione. Tra le suppellettili molto importante è una pisside in avorio, con la scena drammatica e mossa della cattura di un toro. Il dròmos di questa tomba è molto lungo, una specie di tunnel sotterraneo.
Le tombe a thòlos di Creta di epoca postpalaziale sono ormai molte; si è ripreso lo studio dell'importantissima tomba a thòlos a Maléme (ad O di Kannià) con un saggio di Davaras. Si sono notate originalità nella copertura piramidale della camera quadrata, nella chiusura del triangolo di scarico sulla porta, e nel dròmos, con due livelli e con due larghezze. Un'altra tomba simile si trova nella regione di Stilos di Apokòrona (Platon e Davaras), ove è stato confermato il culto dei morti fino in epoca ellenistica. Le tombe a thòlos, come è noto, in Creta continuano nell'epoca protogeometrica e geometrica e una di queste, intatta, (simile alle tombe della regione di Rotassi, scavata da Platon), è stata messa in luce recentemente da Alexiou.
La nuova organizzazione del museo di Iraklion, diretta, dopo la guerra, dai suoi direttori Platon e Alexiou, ha permesso l'esposizione dei più importanti ritrovamenti della civiltà cretese, ordinati in modo da evidenziarne lo svolgimento, e facilitarne l'uso per ricerche archeologiche storiche, religiose, ecc. Negli ultimi anni è stato esposto il ricchissimo materiale dei nuovi scavi dei centri palaziali, comprendente la magnifica ceramica policroma di Festo e la bella suppellettile e il tesoro del palazzo di Zakros.
Nella Grecia continentale e insulare la continuazione degli scavi ha messo in luce dalla fine del 1963 una importante documentazione. Oltre ai grandi centri palaziali del Peloponneso (Micene, Tirinto, Pylos) le ricerche si sono estese in molte altre località, sia per le scoperte fortuite, sia per un programma sistematico. Ricca di ritrovamenti è stata particolarmente l'esplorazione del Marinatos nella regione della Messenia e della Trifilia, nel Peloponneso occidentale. Nella regione di Volimidia, la necropoli, in corso di scavo, con tombe a camera soprattutto nella regione di Kefalovriso, si è confermata come una delle necropoli più estese e più a lungo in uso, dal periodo Medio Elladico III fino al Tardo Elladico III B. Alla prima fase appartiene una tomba a fossa ricavata entro la cavità di una grotta, la quale ci ha dato molti vasi medioelladici, alcuni dei quali di una forma nuova, e molte punte di freccia in pietra e, inoltre, qualche coltello di bronzo. Le altre tombe presentavano nei loro pavimenti, delle specie di fosse contenenti molte inumazioni accompagnate da diverse offerte: vasi molto caratteristici, i più antichi dei quali mostrano una influenza minoica, gioielli, sigilli, armi in bronzo ed altri oggetti. Interessante è l'esistenza del culto degli antenati eroizzati durante l'epoca ellenica ed ellenistica.
Nella regione di Koukounàra (Pylos) è stata ricostruita la tomba a thòlos di Akona, scavata nel 1959; nella stessa località è stata scavata un'altra tomba, la quale, anche se già manomessa, ha conservato l'interessante dato di una offerta di culto di mezza cerva, fatta verso il 700 a. C., entro la camera funeraria.
Dalle due tombe a thòlos nella località Gouvalari, si sono raccolti nove sigilli molto importanti, resti di un elmo a denti di cinghiale, e frammenti di vasi con decorazione di uccelli mitologici, che annunciano gli analoghi vasi cipro-micenei. Più piccole tombe a thòlos, in genere manomesse, si trovano in località Vlakopoulou e in località Tourlidiza. La prima ha dato bei vasi, un cratere e un sostegno di cratere del periodo Tardo Miceneo III A. Tra Kalame e Pylos è stato esplorato un tumulo nella località Kissos, con inumazioni entro recinti fatti senza cura e entro pithoi, il tutto appartenente ad un povero stanziamento agricolo del 1400 a. C.
Molto più importanti sono le ricerche fatte nella regione di Peristerià in Kiparissia, su di una bassa collina. È stato dimostrato che la città era fortificata con mura, una porta e piccole stanze interne: delle mura sono state scoperte alcune parti. Delle tre tombe a thòlos messe in luce, due, sulficientemente conservate, sono monumentali, evidentemente tombe reali; per completarne lo scavo è stato necessario un lavoro di sostegno.
L'ingresso della thòlos A è superbo e porta incisi sui due stipiti due segni del sistema lineare A. Tutte e due le tombe erano manomesse; si sono raccolti però molti frammenti di grosse anfore di età palaziale e dell'inizio del periodo postpalaziale, frammenti di una lampada in pietra decorata, molti frammenti di gioielli in oro; tra questi si distinguono un vago di collana in forma di corbezzolo, decorato a granulazione, e una lamina d'oro con la rappresentazione di una processione di uomini dei quali sono rimaste solo sette teste, sfoglie d'oro in forma di api e pennacchi, parti di vasi d'argento decorati, e molti vaghi di collana di elettro e cornalina. La terza tomba a thòlos è molto più piccola e insieme con la seconda è compresa entro un peribolo semicircolare, che forse appartiene ad un periodo più antico, a cui forse va attribuita anche una fossa scoperta entro la terza thòlos, nella quale sono stati trovati oggetti molto importanti che trovano i loro paralleli nelle oreficerie delle tombe reali del Circolo A di Micene. Si tratta di due tazze d'oro, decorate con intrecci di spirali e una banda di spirali correnti; una tazza d'oro poco profonda, decorata anch'essa con una spirale corrente, e un diadema d'oro in forma di tenia: si data verso la metà del XVI sec. a. C. Nella stessa fossa sono stati trovati molti gioielli in forma di civetta, di farfalla, di tritone e di pennacchi. Fu trovata nello stesso tempo una manciata di punte di frecce di pirite e di ossidiana. In mezzo alle pietre del muro meridionale erano ammucchiate ossa, un pìthos decorato con una zona di spirali correnti, un'anfora con decorazione di canne, evidentemente di importazione minoica o di influenza minoica. La ricerca continuerà per portare alla luce altro materiale, perché sull'acropoli sono stati scoperti resti di costruzioni micenee del Tardo Elladico III A e B.
Davanti alla collina di Peristerià il tumulo di Kikirikou ha dato pìthoi funerarî e un livello bruciato. Il tumulo è circondato da una crepidine di pietra. Nella località Riza, entro un pìthos, sono stati trovati vasi dell'epoca postmicenea e protogeometrica.
Con queste ricerche si è arricchito l'orizzonte della civiltà elladica, sia per il periodo antico che per quello più recente, civiltà già abbastanza chiarita dagli scavi nel palazzo di Pylos e dagli scavi del Marinatos nella regione della Messenia e della Trifilia, soprattutto a Koryfasion, Myrsinochori, nella località di Muriatáda e Tragana, come anche nelle regioni di Koukounara e Volimidia. Più a N, nelle regioni di Elide e Olimpia le ricerche hanno confermato l'estensione della civiltà micenea anche nel Peloponneso nord-occidentale.
Nell'Elide cinque tombe a camera dell'età Tardo Elladica III C nella regione dell'antico teatro, hanno dato una testimonianza dell'ultima fase di questa civiltà, con ceramica caratteristica e spade e pugnali del tipo nuovo con l'impugnatura in forma di T o con l'elsa ricurva. In Olimpia i resti di uno stanziamento e la scoperta di una tomba a camera, hanno confermato che la civiltà micenea in questa regione si è evoluta per gradi progressivi dall'epoca Medio Elladica presentando originalità locali. Nella ceramica, per esempio, non si trovano vasi del tipo efireo, o skỳphoi profondi con decorazione a metope, e la popolazione nel Tardo Elladico III C non sembra essere stata numerosa; non si incontra la decorazione ceramica a stile serrato (close style). Al contrario nella ceramica si distingue un rapporto con la produzione di Rodi e di Cipro che sta forse a dimostrare una espansione oltre il mare; spesso si incontrano vasi con uccelli che ricordano quelli di Cipro, come per esempio sul cratere di Makrysia. Importante è stato, per la ricerca stratigrafica, lo scavo di Mastrokostas nel Teìchos tòn Dymàion in Achaia; verso la porta mediana del muro ciclopico di età micenea è stata constatata la esistenza di una strada lastricata e, sotto questa, un sistema di foguature. Costruzione micenea di due fasi del periodo Tardo Elladico III C e di due del periodo precedente, Tardo Elladico I-II e Tardo Elladico III A e B si sono succedute, impostandosi su di un livello più antico del periodo Proto Elladico e Medio Elladico. Lo scavatore tuttavia crede che il muro sia stato costruito nel periodo Tardo Elladico III A. Una piccola porta costituisce una uscita segreta mediante una scala di dodici gradini, scavati nello spessore delle mura. Un altare del periodo Tardo Elladico III C è stato costruito davanti ad un bastione sopra un più antico livello di sacrifici.
Una tomba a camera con un dròmos lungo, forse dell'epoca Tardo Elladica III A 2-Tardo Elladica III B, è stata esplorata a Kinas di Corinto. La continuazione degli scavi nell'acropoli Larissa di Argo da parte della Scuola Francese ha messo in luce resti di mura dell'età micenea. Una necropoli con tombe a camera del periodo Tardo Elladico II-III A è stata esplorata in Kiveri nella regione di Lerna in Argolide. In Laconia, nella regione di Malathrià, non lontano dalla nota tomba a thòlos di Vafiò, è stato esplorato un gruppo di piccole tombe a camera delle quali una sola è stata trovata intatta e ha fornito idoletti. Questa necropoli fu in uso dal Tardo Elladico III A fino all'inizio del Tardo Elladico III B. In H. Stephanos di Elos di Laconia, le ricerche del Taylour hanno messo in luce oltre alle tombe di epoca Proto-Elladica e Medio Elladica, anche inumazioni del periodo miceneo e, su di una collina vicina, resti di uno stanziamento miceneo e resti di mura del periodo Tardo Elladico III B.
Le ricerche in Attica, anche se condotte in poche località, hanno dato importanti risultati. Sul pendio meridionale dell'acropoli di Atene, i lavori fatti allo scopo di sistemare la zona (Platon e Solomou), hanno avuto come risultato la scoperta di una serie di pozzi micenei, i quali hanno dato ceramica importante del periodo Tardo Elladico II e Tardo Elladico III A; questa ceramica è spesso senza decorazione, con forme varie e interessanti; quando è decorata presenta figurazioni sia floreali che marine e diversi altri motivi. Un frammento di anfora a staffa con la splendida decorazione di un polipo, reso secondo lo stile minoico naturalistico, ma con una tecnica tipicamente micenea, costituisce uno dei più importanti documenti di questo genere.
Un'altra piccola tomba a camera di epoca postmiceneaprotogeometrica ha dato utensili di bronzo e di ferro e un paio di cnemidi di bronzo decorate. Nell'antica agorà di Atene una tomba a camera si è aggiunta alla serie già da anni scoperta. Quest'ultima ha fornito ceramica interessante; da notare un bel cratere con decorazione di nautili schematici e armi di bronzo del periodo Tardo Elladico III A.
A Thorikos nell'Attica, non lontano dalla tomba a thòlos scavata dallo Stais, sono state esplorate due tombe a camera, con un ambiente quadrato e copertura a vòlta e con ceramica del periodo Tardo Elladico III A e B. In una di queste tombe si è conservato il culto di un eroe di incerta identificazione.
In Perati, nella regione Makri dell'Attica, Iakovidis ha esplorato l'importante necropoli Tardo Elladica III C con tombe soprattutto a camera. Sono state scavate circa 150 tombe che hanno dato più di 1300 vasi, alcuni dei quali sono molto caratteristici, con decorazione di stile serrato (close style) e stile del granaio (granary style), molti gioielli, armi in bronzo e utensili, cilindri anatolici e scarabei che confermano la datazione dalla fine del XIII fino alla metà del XII sec. a. C. Sono da notare i casi di incinerazione, circa dodici, l'introduzione del ferro e della fibula ad arco di violino. Questa esauriente ricerca, ci ha dato una completa immagine della evoluzione della civiltà dell'ultima fase micenea in Attica. Da questo lato importante è stata anche l'esplorazione di tombe a camera del periodo soprattutto Tardo Elladico III C, fatta da Davaras a Salamina.
Sulla costa dell'Eubea, sulla punta di Lefkandi (Xeropoli), nella più estesa regione di Eretria, lì ove era la più antica città anteriore all'età arcaica, la scuola inglese ha condotto una accuratissima ricerca stratigrafica mediante saggi sperimentali, per accertare la successione dei periodi e della ceramica caratteristica di ciascuno. I risultati sono stati molto importanti, in quanto sono state confermate tutte le fasi dall'epoca Proto Elladica e Medio Elladica fino a quella Protogeometrica e Geometrica. Gli strati non erano dappertutto intatti e in molti punti erano sconvolti, tuttavia è stato possibile seguirne completamente la successione. Importante è stata la precisazione di tre livelli costruttivi nel periodo Tardo Elladico III C, con una distruzione intermedia da fuoco. Tra gli oggetti ceramici importanti sono i vasi con decorazioni, in bianco su scuro, di sfingi e grifi in lotta contro animali. Ambienti con forni, stipi votive, lavatoi e depositi di grano, offrono interessanti dati riguardo alle attività artigiane di questo periodo.
In Beozia il centro dell'interesse è stato Tebe, dopo la scoperta, verso la fine del 1963, di un'altra parte del palazzo di Cadmo (che era stato scavato molti anni fa da Keramopoullos) e la scoperta del tesoro con sigilli anatolici e gioielli micenei di oro e di agata, nella parte superiore del più recente palazzo di Cadmo. Sono stati fatti molti sforzi per il completamento dello scavo, malgrado la situazione sfavorevole, con la collaborazione di Platon e Tulúpa. La necessità di espropriare la zona, un intero isolato, ha reso impossibile per il momento la continuazione dello scavo; tuttavia sono stati raccolti altri frammenti appartenenti allo stesso tesoro e si è stabilito che in questa zona vi erano importanti stucchi con motivi decorativi. Più tardi è stata scavata una zona vicina che ha facilitato lo studio della stratigrafia. Nel frattempo sono state messe in luce altre parti del Kadmeion nel lato opposto della via Pindarou, dove si è scoperta parte della strada micenea che di lì passava e, a qualche metro di distanza, un altro annesso del palazzo, forse un arsenale. In questo luogo sono state messe in luce molte armi di bronzo, due colonnette di avorio in forma di stelo di papiro, forse provenienti da un trono, e tavolette iscritte in lineare B datate alla fine del periodo Tardo Elladico III A. Nello strato più profondo sono state scoperte tombe a cista dell'epoca Medio Elladica.
Centocinquanta m più a S del Kadmeion sono state scoperte altre costruzioni micenee e nella terra di riempimento sono state trovate placchette di avorio con figurazioni di capre selvatiche, con le corna intrecciate nello schema araldico, demoni di tipo Ja-urt, che portano sulle spalle vittime e serie dello scudo bilobato con una decorazione a grandi spirali.
Anche in altri punti della città moderna sono state scoperte costruzioni micenee e affreschi. Delle mura della Cadmeia è stata messa in luce la parte verso il lato nord-occidentale dell'acropoli. Per rimettere in luce tutto il complesso delle rovine è necessario continuare gli scavi su scala molto vasta. Alla pubblicazione di questi ritrovamenti interessanti collaborano gli orientalisti E. Porada e Nougayro per i sigilli e Chadwick per le tavolette. I cilindri sono prebabilonesi e babilonesi, cassiti e mitannici, uno hittitosiriaco e alcuni della Fenicia e Cipro con relazioni egee. La maggior parte di essi appartiene al XII sec. e sembra documentare la leggenda della provenienza di Cadmo dalla Fenicia. Egli in realtà era di origine orientale, forse di qualche colonia minoica in Fenicia. Uno dei cilindri porta un'iscrizione cuneiforme di un funzionario del re cassita Burnaburias II.
Il primo Kadmeion sembra essere stato distrutto alla fine del Tardo Elladico III A 2; il secondo verso la fine del periodo Tardo Elladico III B, forse verso la metà del XIII secolo. Tombe a camera, micenee soprattutto, manomesse, sono state esplorate all'estremità della città verso E, N e S.
Necropoli con tombe a camera sono state scoperte in Kallithea e Bratsi, in genere manomesse, alcune nell'antichità altre in età recente. Dalle prime proviene una bella collezione di vasi del periodo Tardo Elladico II B-Tardo Elladico III A e dalle seconde proviene una importante serie di sarcofagi piccoli, forse infantili, con figurazioni riguardanti il culto dei morti o lamentazioni per il defunto. Di questi sarcofagi una ventina di pezzi sono stati dispersi o esportati clandestinamente, sia in diversi musei di Grecia sia all'estero. Una interessante necropoli con tombe a camera è stata scavata dalla Scuola Francese nella regione di Medeon, nel golfo di Antikyra.
Nella regione dell'Etolia, accanto all'altura di H. Elias di Missolongi, luogo dell'antica Itoria, sono state esplorate quattro tombe a thòlos (una in Seremeti e tre in Marathià) e una tomba a camera nella località Panaghià. Le tombe a thòlos sono costruite con piccole pietre tagliate che formano bassi filari. Gli ingressi erano nascosti da filari di lastre (plakodòmos). Le tombe si trovano in una località pianeggiante e in antico costituivano un tumulo del quale si conserva, in parte, la sostruzione circolare, con circa una ventina di filari; malgrado la manomissione già avvenuta, si è raccolto ceramica, sigilli, idoletti in terracotta e altre piccole offerte che datano le tombe al periodo Tardo Elladico II B-Tardo Elladico III A, benché siano state fatte alcune inumazioni posteriori. La data è stata confermata anche da uno scarabeo di Amenophis III (1450-1370 a. C.) trovato nella tomba a camera di Panaghià ove è stata trovata anche ceramica corrispondente. Non è stata possibile la continuazione degli scavi nella regione di Iolkos a Neleia, ove Theocharis aveva trovato resti di costruzioni che testimoniano istallazioni palaziali. L'esistenza di due palazzi reali vicini, di dinastie imparentate, già attestata dalla tradizione, sembra molto probabile. Per la continuazione degli scavi sarà necessario espropriare i terreni, in genere occupati da costruzioni moderne.
Nelle isole dell'Egeo ricerche sistematiche hanno cominciato a fornire documenti importanti della civiltà cretese-micenea. Per Keos v. la voce sotto l'esponente. Molto recenti sono le ricerche di Marinatos a Thera dove, sotto strati vulcanici di pomice, in alcuni punti di uno spessore di 30 m e oltre, sono state scoperte solide costruzioni dalle caratteristiche minoiche, con muri costruiti a blocchi squadrati e ben collegati, con magazzini e laboratori nei quali i pìthoi e gli altri utensili sono stati trovati in situ. La catastrofe nella località probabilmente colonia minoica, causata da un'eruzione, sembra essere accaduta verso il 1520 a. C. Indubbiamente si tratta di una colonia minoica anche la piccola isola di Kithira, ove le ricerche della scuola inglese hanno scoperto resti sovrapposti di stanziamenti, soprattutto del periodo minoico neopalaziale. La colonia era già stata fondata dall'epoca Medio Minoico I, all'inizio del II millennio. I resti principali si estendono sul pendio occidentale della collina di Kastri. La ceramica ha caratteristiche minoiche e soltanto verso la fine, nel periodo Tardo Minoico I B, si osserva una piccola importazione di vasi del Tardo Elladico II A. Tombe con diversi ambienti sono state esplorate nelle località vicine, appartenenti al periodo Medio Minoico III B-Tardo Minoico I A-Tardo Minoico I B. L'abbandono dello stanziamento verso il 1450 a. C. è stato causato forse dalla dominazione achea, la quale raggiunse anche la vicina isola di Creta dopo la catastrofe vulcanica.
Nell'isola di Nasso ricerche sporadiche condotte in maniera difficoltosa, a causa delle costruzioni moderne e delle infiltrazioni di acque marine, sono state fatte nella località Grotta, nella città di Nasso, dal Kondoleon. Costruzioni interessanti sono state scoperte in due successivi livelli costruttivi, datati alle ultime fasi della civiltà micenea. Le più interessanti sono quelle della fase Tardo Elladica III C, quando lo stanziamento sembra aver raggiunto la sua massima floridezza. Documenti importanti per la conoscenza della formazione della religione greca ha dato l'esplorazione del bòthros, con ex voto di piccoli porci, offerti senza dubbio alla dea Demetra, già in epoca submicenea.
Molti luoghi importanti, individuati negli ultimi anni, non hanno potuto essere esplorati. In Tessaglia, Epiro e Macedonia sono necessarie ricerche più sistematiche per seguire la graduale infiltrazione dal N e l'estensione della civiltà micenea.
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