ARTEMIA (forse dal gr. ἀρτεμία "prosperità" lat. scient. Artemia Leach)
Questo piccolo crostaceo, che raggiunge al massimo 18 mm. di lunghezza, appartiene all'ordine dei Branchiopodi, e vive nelle acque salse di tutti i continenti, soltanto però nella zona temperata. Il nome generico assegnatogli dal Leach nel 1819, sta forse a indicare che la specie può prosperare all'eccesso. Infatti le Artemie possono moltiplicarsi in modo tale, da disturbare con la loro presenza persino la normale raccolta del sale, nei bacini delle saline. E nell'Africa settentrionale pare che gli Arabi le raccolgano in quantità per prepararle come cibo. Per certuni il nome sarebbe stato dato invece in onore di Artemide o Diana, simbolo di eterna verginità. E realmente le Artemie di molte località ci dànno un tipico esempio di riproduzione virginale o partenogenesi. Ma è assai difficile ammettere che il Leach nel 1819 potesse sospettare che l'Artemia fosse indefinitamente partenogenetica, e che quindi col nome prescelto, egli volesse significare che la specie è singolare esempio di verginità perpetua.
La specie Artemia salina (L.) Leach corrisponde al Cancer salinus di Linneo ed è specie cosmopolita. Caratteristico è il suo adattamento alle concentrazioni anche elevatissime delle acque salse; e assai cospicue sono le modificazioni che la parte terminale del corpo specialmente subisce, in relazione con le diverse concentrazioni delle acque in cui l'Artemia vive. Notevole è poi il fatto che non in tutti i luoghi le Artemie si riproducono per partenogenesi. In Italia, per esempio, quelle dell'Istria e delle Puglie, si riproducono per partenogenesi; le Artemie invece di Cagliari si riproducono per anfigonia. Nelle prime mancano i maschi; nelle seconde invece i maschi, accentuatamente diversi dalle femmine, sono abbondantissimi. Ma anche più notevole è il fatto che le suddette Artemie partenogenetiche differiscono da quelle anfigoniche per un diverso numero di cromosomi e anche, correlativamente, per una diversa grandezza delle cellule somatiche.
Bibl.: Abonyi, Experimentelle Daten zum Erkennen der Artemia-Guttung, in Zeitschrift für wiss. Zoologie, CXIV (1915); C. Artom, Tetraploidismo e gigantismo, in Revue der ges. Hydrobiol. u. Hydrographie, XVI (1926).