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ARTEMIDORO di Tarso

di Gino Funaioli - Enciclopedia Italiana (1929)
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ARTEMIDORO di Tarso

Gino Funaioli

Padre di Teone d'Alessandria, (il critico dei poeti alessandrini sotto Augusto e Tiberio), visse nell'ultimo secolo a. C.; più giovane d'età che Ammonio, l'allievo e successore d'Aristarco, come ci dicono gli scolî ad Aristofane (Vespe, 1239). Fu chiamato o si chiamò da sé Αριστοϕάνειος secondo Ateneo: titolo che comparisce anche alterato in Υευδαριστοϕάνειος per essere forse Artemidoro solo indirettamente allievo d'Aristofane di Bisanzio (Wentzel, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., II, col. 1331 seg.). Del caposcuola, a ogni modo, rivissero in lui gli spiriti; l'interesse per la poesia più recente, per la critica del testo, per la lessicografia e la dialettologia venne ad A. da codesta tradizione. Aristofane, nei suoi amori di studioso, aveva per primo varcato il limite dei poeti antichi; anche su Menandro, poeta a lui vicino, si era fermato con cura speciale. Ora il pubblico amava di preferenza i poeti nuovi, e ai gusti del tempo veniva incontro A. con la sua raccolta dei Bucolici, che di lì a poco doveva imporsi anche di là dai confini ellenici. Di essa fa fede un epigramma tramandatoci dai manoscritti teocritei e dall'Antologia palatina (IX, 205). Un luogo dell'Etymologicum Magnum (142-43) ci mostra A. interprete degli Αἴτια di Callimaco. E Ateneo, probabilmente attraverso Panfilo (IX, 387 e), cita un lessico sull'arte culinaria, le 'Οψαρτυτικαί γλῶσσαι: un'illustrazione, certo, del gergo di parassiti e di gente da cucina della commedia media e nuova, con che egli si poneva sopra una delle grandi vie aperte da Aristofane. Le Λέξεις (Λέξεων συναγωγή) addotte dal grammatico Erotiano (93,4, ed. Klein) e dagli scolî alle Vespe paiono opera diversa, quantunque anche qui i frammenti si riferiscano ai commediografi. Questioni dialettali riguardava lo scritto Περὶ Δώριδος (Aten., IV, 182 d).

Bibl.: Sull'ediz. di Teocrito, Bione e Mosco, G. Vahlen, De A. collectione idylliorum buc., Berlino 1876; E. Bethe, De Theocriti editionib. antiquiss. commentatio, Rostock 1896; U. von Wilamowitz, in Philol. Untersuch., XVIII (1906), p. 106 segg.; H. E. Ahrens, Bucolici gr., II, pp. xxv e 2, 16. Sul lessicografo, J. Schoenemann, De lexicogr. antiquis, Bonn 1886, p. 48.

Vedi anche
Artemidòro di Daldi in Lidia Scrittore greco (sec. 2º d. C.) nato ad Efeso, ma che volle farsi chiamare di Daldi per dar onore al luogo di nascita della madre. Scrisse una "spiegazione dei sogni" (᾿Ονειροκριτικά, originariamente in due libri poi ampliata in cinque), di stile atticista e indirizzo stoicizzante. L'opera, che contiene ... poesia pastorale Genere di poesia caratterizzata da un’idealizzazione della vita dei pastori e in genere della vita campestre. Quali che siano le origini della poesia p. (con termine greco bucolica), folcloristiche o connesse al culto religioso, essa si presenta nella letteratura greca in forme già artisticamente evolute ... commèdia Secondo la definizione invalsa nel 16° sec., rappresentazione scenica, generalmente in versi, di una vicenda tratta dalla vita comune, che, attraverso un susseguirsi di casi divertenti, si risolve lietamente. Sopravvive oggi come forma d’arte drammatica pressoché unica, in cui però il lieto fine non ...
Tag
  • ARISTOFANE DI BISANZIO
  • ANTOLOGIA PALATINA
  • LESSICOGRAFIA
  • ALESSANDRIA
  • ARISTOFANE
Vocabolario
tarso-tìbia
tarso-tibia tarso-tìbia locuz. usata come s. f. – In anatomia comparata, osso del piede degli uccelli risultante dalla saldatura della tibia (zeugopodio), notevolmente ingrossata, con le ossa della serie prossimale del tarso (basipodio)....
tarso-metatarso
tarso-metatarso locuz. usata come s. m. – In anatomia comparata, osso del piede degli uccelli risultante dalla saldatura delle ossa della serie distale del tarso con i tre metatarsi di mezzo, fusi in gran parte fra loro.
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