ARTEMON (᾿Αρτέμων, Artemon)
3°. - Pittore della prima metà del sec. III a. C., oriundo probabilmente dell'Asia Minore, ritenuto uno dei migliori maestri del suo tempo (Plin., Nat. hist., xxxv, 139). Di sue opere sono ricordate: Danae circondata da predoni che la guardano ammirati (forse Danae con il figlioletto Perseo sorpresa sulla spiaggia da pescatori o pirati); il ritratto della regina Stratonice; Eracle e Deianira e, infine, due famose pitture portate poi a Roma nel Portico di Ottavia, rappresentanti l'una Eracle che dal monte Oeta, dopo aver lasciata sul rogo la sua mortalità, sale al cielo, consenzienti gli dèi, l'altra il mito di Laomedonte con Eracle e Posidone (Plin., ibid.). Non sappiamo precisamente chi fosse la regina Stratonice sopra menzionata; certo dev'essere la stessa ricordata da Plinio a proposito di un altro pittore contemporaneo e forse conterraneo di A., Ktesikles (Plin., ibid., 140): si può tuttavia pensare alla più importante delle sovrane di questo nome, cioè a quella che fu moglie di Seleuco Nicatore. Quanto alla storia di Laomedonte, Eracle e Posidone, pare probabile che si trattasse di un ciclo del mito di Laomedonte, piuttosto che della liberazione di Esione dal mostro marino per opera dell'eroe.
Un'eco delle pitture di A., conservate nel Portico d'Ottavia, si può supporre nella decorazione del fregio maggiore dell'esedra della Casa di Lorelo Tiburtino, a Pompei, nella quale si nota la rappresentazione continua di una "storia" nelle cui scene ritornano i personaggi principali. Appaiono: Eracle e Laomedonte; l'eroe che investe Laomedonte ed i Troiani e che dà Esione in sposa a Telamone; il rogo dell'eroe. Inoltre nella pittura pompeiana per quattro volte si nota il soggetto di Eracle e Deianira, che fu trattato da Artemon.
Il quadro di A. con Danae e Perseo può aver influenzato l'affresco da Pompei (Casa Reg. v, 1, 18) ora a Napoli, con il medesimo soggetto.
Bibl.: H. Brunn, Gesch. d. griech. Künstl., II, Stoccarda 1889, p. 284; O. Rossbach, in Pauly-Wissowa, II, c. 1448, s. v., n. 25; B. Sauer, in Thieme-Becker, II, p. 162, s. v.; E. Pfuhl, Maler. u. Zeichn. d. Griech., Monaco 1923, II, p. 902; G. E. Rizzo, La pittura ellenistico-romana, Milano 1929, p. 40 ss., tav. B, 68; Plinio il Vecchio, Storia delle arti antiche, a cura di S. Ferri, Roma 1946, XXXV, 139; G. Lippold, Antike Gemäldekopien, in Abhandlungen der Bayerischen Akademie der Wissenschaften, Philosophisch-historische Klasse, 33, 1951, pp. 127; 129; V. Spinazzola, Pompei alla luce delle nuove scoperte, a cura di S. Aurigemma, Roma 1953, pp. 369 ss., 390, 650.