ARTENA (A. T., 24-25-26)
Paese della provincia di Roma, edificato, in posizione singolarissima, su una lunga e stretta costola calcarea fra due cavità carsiche, delle quali una si apre a SE. dell'abitato, immediatamente sotto le case, che precipitano su di essa con una parete a piombo come la muraglia di una fortezza. Dal punto più basso, ove s'inizia il paese (il Borgo, 300 m.), le case, scure, con piccole finestre simili a feritoie, si accavallano fino al punto più alto, la Rocca (448 m.). Artena oggi ha 5200 abitanti.
Il paese era prima detto Montefortino, nome col quale appare sino dal sec. XII, come castello fortificato; come tale è spesso nominato soprattutto nelle guerre e fazioni che lacerarono la Campagna romana nel sec. XVI. Di questo periodo Artena conserva l'aspetto che è tipicamente medievale. Particolarmente da notare, tra i monumenti, sono il bel palazzo Borghese, con portale attribuito a Martino Longhi, e il convento dei Riformati, con coro ligneo intagliato e alcuni libri corali miniati.
Il nome attuale del paese, datogli nel 1870, deriva da quello dell'antica città volsca (Artena) alla cui acropoli furono attribuiti i cospicui resti della cinta murata, che tuttora si veggono sull'altura spianata detta Piano della Civita (630 m.), circa un chilometro e mezzo a S. del paese. Sono poderosi avanzi di mura ciclopiche del tipo più antico, cioè a blocchi male squadrati e non perfettamente congiunti, e nell'interno rimangono tracce di altri edifici e di varie terrazze per sostegno del terreno in pendio. La città volsca, distrutta dai Romani nel 404 a. C., non sembra che venisse ricostruita o per lo meno nuovamente fortificata. Nessuna traccia di fabbricati si nota per l'età imperiale, il che conferma il silenzio delle fonti a questo riguardo.
Il territorio dell'odierno comune di Artena (54,7 kmq.), assai ricco d'acque, è in gran parte coltivato (grano, viti, ulivi). A 3 km. dal paese, in piano, è la stazione di Valmontone, della ferrovia Roma-Cassino-Napoli.
Bibl.: R. Fonte-a-Nive, Avanzi di costruzioni poligonie nella prov. di Roma, Roma 1887, p. 131 segg.; E. Abbate, Guida della provincia di Roma, Roma 1894; Th. Ashby e G. I. Pfeiffer, in Supplementary papers of the American school in Rome, I, New York 1905, p. 87 segg.