arteriosclerosi
Processo alterativo sistematico a carico delle arterie, che vanno incontro a modificazioni morfologiche e strutturali di tipo degenerativo (allungamento, tortuosità, perdita di elasticità, ispessimento uniforme della parete e, dal punto di vista istologico, sclerosi, degenerazione ialina e mucoide, calcificazione), con caratteri e distribuzione diversa a seconda del calibro arterioso. Tutte queste modificazioni si instaurano in modo graduale interessando diversamente, con il progredire dell’età, tutti i soggetti. Nell’ambito dell’a., con criteri non sempre univoci, si distinguono vari quadri clinici e anatomo-patologici quali la sclerosi di Mönckeberg, degenerazione e calcificazione della tunica media delle arterie di medio calibro e l’aterosclerosi.
Il sesso maschile sarebbe più precocemente interessato di quello femminile; sfavorevole influenza eserciterebbero gli stati ipertensivi, nonché fattori tossici esogeni (alcol, tabacco, ecc.) ed endogeni (diabete, gotta, insufficienza renale, ipercolesterolemia). Non sempre all’a. corrisponde una sintomatologia clinica precisa, né vi è proporzione fra intensità o diffusione delle alterazioni anatomiche ed entità dei disturbi. Questi sono comun. dovuti alla diminuita irrorazione sanguigna dei vari organi e tessuti e all’eventuale occlusione trombotica o embolica dei vasi, con conseguenti focolai di necrosi. I segni sono quindi generali e locali, rilevabili all’esame diretto o mediante indagini speciali. I sintomi più frequenti dell’a. sono quelli a carico dell’aorta toracica e delle arterie coronarie (insufficienza coronarica), del cuore (miocardiopatia arteriosclerotica), del cervello (cefalea, sindromi nevrasteniformi, torpore o decadimento mentale, ecc.), dell’arteria polmonare, delle arterie mesenteriche, dei vasi degli arti inferiori (claudicatio intermittens), dei reni, dell’occhio, ecc. Le arterie superficiali appaiono spesso tortuose, nodose, pulsanti; all’esame radiologico le arterie profonde mostrano aumenti di opacità, diffusi o circoscritti. La pressione arteriosa a volte è normale, a volte è aumentata.
L’evoluzione dell’a. è quanto mai varia: dalle forme latenti e ben sopportate per decenni, che rappresentano la maggioranza dei casi, alle forme a decorso relativamente rapido. In genere, quanto più l’inizio della malattia è precoce, tanto più rapido e grave è il decorso, specie se vi sono fenomeni d’insufficienza funzionale cardio-renale, fenomeni trombotici o embolici. Fattori aggravanti la prognosi sono le malattie metaboliche concomitanti (obesità, diabete, dislipidemie, ecc.).
La profilassi dell’a. è essenzialmente igienica e dietetica (attività motoria adeguata alle condizioni circolatorie, alimentazione equilibrata, ecc.). La cura è rivolta a correggere le limitazioni funzionali connesse all’a., a combattere le eventuali malattie metaboliche associate e a prevenire le possibili complicanze.