Pigou, Arthur Cecil
Economista inglese (Ryde 1877 - Cambridge 1959). Allievo e successore di A. Marshall (➔) alla cattedra di economia politica nell’Università di Cambridge (fu al King’s College dal 1908 al 1943), è ritenuto il pioniere dell’economia del benessere (➔ benessere, teoremi dell’economia del). Nella sua opera più nota (Wealth and welfare, 1912, poi trasformata in The economics of welfare, 1920) considera, infatti, il processo economico in funzione del raggiungimento di un sempre maggiore benessere valutabile in termini monetari, avvertendo come l’aumento della produzione e del reddito nazionale provochi accrescimento del benessere generale soltanto quando il reddito che spetta alle classi povere non sia diminuito, e come l’aumento del reddito reale delle classi povere significhi incremento del benessere generale soltanto quando non implichi contrazione del reddito nazionale. A P., inoltre, può farsi risalire l’idea di una tassazione (➔ Pigou, tassa di) per l’internalizzazione degli effetti esterni negativi di un’attività economica, successivamente divenuta un pilastro della politica economica ambientale. Amico di J.M. Keynes (➔), ma critico della General theory, individuò un meccanismo riequilibratore del sistema economico ignorato da Keynes. Tra i numerosi saggi e monografie: Studies in public finance (1928), Theory of unemployment (1933), Employment and equilibrium (1941), Keynes’ General theory (1950).
L’ipotesi di P. (real balance effect o Pigou effect) tende a dimostrare che in presenza di disoccupazione, la riduzione dei salari monetari e dei prezzi fa crescere il valore reale delle scorte monetarie (M/P), cioè di una delle componenti della ricchezza, e questo favorisce la ripresa dei consumi e, quindi, l’aumento del reddito fino al raggiungimento della piena occupazione. La rilevanza dell’effetto P. è stata lungamente discussa dai macroeconomisti. È ormai opinione diffusa che la dimensione di tale effetto sia trascurabile e che per metterlo in moto sarebbero necessarie riduzioni di salari e prezzi di entità tale da essere difficilmente ottenibili nella realtà.