Edeson, Arthur
Direttore della fotografia statunitense, nato a New York il 24 ottobre 1891 e morto ad Agoura Hills (California) il 14 febbraio 1970. Viene ricordato in particolare per il contributo dato al fantasy e all'horror, generi ai quali si avvicinò trasgredendo la lezione dell'Espressionismo tedesco, in una prospettiva più 'realista' che lo accostò invece alla tradizione dei grandi fotografi americani. Resta memorabile la visione, quasi da film dell'orrore, della guerra di trincea proposta in All quiet on the western front (1930; All'Ovest niente di nuovo) di Lewis Milestone, film che procurò a E. una delle sue tre nominations al premio Oscar. Le altre due gli furono attribuite nel 1930 per le immagini di In old Arizona (1929; Notte di tradimento) di Raoul Walsh e nel 1943 per quelle di un film, memorabile come Casablanca (1942) diretto da Michael Curtiz. Grazie al prestigio guadagnato nel corso della sua lunga carriera, ebbe per molti anni la carica di presidente dell'American Society of Cinematographers (ASC), la potente associazione di categoria degli operatori americani.
Come tanti operatori della sua generazione, si formò professionalmente nel campo dei ritratti fotografici: fu infatti un grande fotografo di star. Nel 1911 entrò nel mondo del cinema lavorando per la casa di produzione éclair e durante la Prima guerra mondiale fu assistente operatore. Collaborò quindi assiduamente con il regista Harley Knoles e si guadagnò la fiducia di attrici e attori molto noti; in particolare, negli anni Venti seguì la carriera dell'attore Douglas Fairbanks Sr, una delle massime celebrità dell'epoca. Ma a far lievitare le sue quotazioni fu uno dei primi film sonori americani girato in esterni, All quiet on the western front. L'abile miscela di illuminazione artificiale e luce naturale, connubio molto arduo per la tecnologia dell'epoca, soprattutto dopo le complicazioni dovute all'avvento del sonoro, fece di lui uno dei più apprezzati operatori statunitensi. Sensibile alle tematiche del pacifismo e influenzato dalla lezione dei grandi cinereporter di guerra, intraprese una lunga collaborazione con un altro regista che difendeva l'ideologia pacifista, James Whale. Per lui illuminò il celebre Frankenstein (1931), un horror che include anche esterni giorno sotto la piena luce del sole, pur essendo in gran parte costruito su situazioni narrative misteriose e notturne, nelle quali l'architettura delle luci ha un ruolo importantissimo. In questo lungometraggio e nei successivi fantasy illuminati per Whale (da The old dark house, 1932, a The invisible man, 1933, L'uomo invisibile) il gioco delle ombre ha la duplice funzione di connotare i tratti figurativi del genere e di mascherare la meccanica degli effetti speciali.Sotto contratto per la Warner Bros., E. svolse un ruolo fondamentale nell'elaborazione dello stile figurativo di questo studio, portando anche in altri generi quel raffinato gusto per una luce misteriosa che sarebbe divenuto quasi un marchio di fabbrica della grande casa americana. Nello stesso periodo firmò le immagini di Mutiny on the Bounty (1935; La tragedia del Bounty) di Frank Lloyd, un film di grande vigore fotografico illuminato con modeste quantità di luce. La Warner gli affidò quindi la fotografia di due tra le più raffinate opere interpretate da Humphrey Bogart, The Maltese falcon (1941; Il falcone maltese) di John Huston e Casablanca, nei quali E. stabilì gli standard fotografici del noir soft, utilizzando le densità più intense della gamma dei grigi con una superba raffinatezza di tocco. Ancora in chiave pacifista seppe valorizzare con un bianco e nero fortemente drammatico il Gary Cooper di Sergeant York (1941; Il sergente York) di Howard Hawks. E. si ritirò dai set nel 1949, quando era ancora nel pieno della sua attività, rifiutandosi di affrontare la sfida del colore.Tra gli altri registi con i quali ebbe modo di collaborare nel corso della sua carriera da ricordare: Allan Dwan, John Ford, Henry King, Frank Borzage, James Cruze, Fred Niblo, Anatole Litvak, Ray Enright, Jean Negulesco, William Keighley, Lloyd Bacon.
G.J. Mitchell, Making 'All quiet on the western front', in "American cinematographer", 1985, 9, pp. 34-43.