MILLER, Arthur
Drammaturgo nordamericano, nato a New York il 17 ottobre 1915; si diplomò in lettere nel 1938 nella Guild, e fece per qualche tempo il giornalista. Come autore di teatro esordì nel 1944
Al suo primo lavoro teatrale, The man who had all the luck, seguì nello stesso anno Situation normal. Dopo una breae parentesi come romanziere (il suo Focus, del 1945, illustra con vigore l'antisemitismo di una co comunità americana), raggiunse il successo con All my sons, rappresentato nel 1947: amara critica della spregiudicatezza di taluni ambienti industriali del suo paese (íl dramma è incentrato nella figura di un industriale che invia al fronte aeroplani difettosi).
Ma il primo lavoro in grado di manifestare le qualità della tematica sociale e dell'efficacia rappresentativa del teatro milleriano è Death of a salesman (1949; in Italia Morte di un commesso viaggiatore, portato al successo dalla compagnia Morelli-Stoppa per la regia di L. Visconti, nel 1951): in questo dramma, talvolta un po' sciupato dall'eccessiva insistenza sul carattere meschino e ottuso del protagonista, sono però scene di notevole potenza drammatica, ove il quadro della piccola borghesia americana è illuminato da una luce aspra. Dramma di idee è invece The crucible (1953; ebbe il Premio Pulitzer; in Italia, col titolo Il crogiuolo, venne rappresentato dalla compagnia Brignone-Santuccio nel 1955); in esso, sotto un'azione riportata ai tempi dei processi di stregoneria avvenuti a Salem sulla fine del sec. 17° si colpivano le pericolose tendenze antidemocratiche implicate nel fanatismo maccarthystico. Seguirono due lunghi atti unici. A memory of two mondays e From under the sea (1955); nel primo, rappresentando la vita d'un magazzino di pezzi di ricambio, il M. coglie figure tipiche dell'angoscia contemporanea; il secondo venne poi ampliato, e col titolo A view from the bridge (1956; in Italia Uno sguardo dal ponte fu dato dalla Morelli-Stoppa, per la regia di L. Visconti, nel 1958) ha rappresentato il maggior successo teatrale del M.: l'ambiente è quello di una famiglia di oriundi italiani di Brooklyn; il protagonista, lo scaricatore Eddie Carbone, s'invaghisce della figliastra, e viene ucciso per aver denunciato un siciliano sbarcato clandestinamente. Seguì The misfits (1957) che, scritto originariamente come copione cinematografico, ha ricevuto dal M. forma letteraria in un libro che sta fra il romanzo e il dramma. Nel 1958 è stato pubblicato il volume dei suoi Collected plays.
L'opera del M. deriva per molti riguardi anche tecnici dal teatro d'idee di H. Ibsen. Non è senza significato che nel 1951 egli diede l'adattamento inglese d'un noto dramma ibseniano col titolo An enemmy of the people. Ma mentre in Ibsen l'esposizione ritardata e graduale dell'antefatto, in modo che nel momento culminante il passato come causa e il presente che ne è l'effetto siano pienamente rivelati è fatta attraverso il dialogo, in M., e segnatamente in Death of a salesman, il passato è presentato in atto sulla scena, interpolato allo svolgimento cronologico dell'azione. Nondimeno, il risultato non è espressionistico, anche perché il simbolismo degli scenarî e degli episodi è palese. Sembra peraltro che il M. debba ancora superare un piano cronistico per giungere a carattere di universalità.
Bibl.: G. J. Nathan, Theatre book of the year 1948-49, New York 1949; Saturday Evening Post, 16 luglio 1949; Alan S. Downer, Fifty years of American drama, 1900-1950, Chicago 1951; Saturday Review, 31 gennaio 1953; J. W. Krutch, The American drama since 1918, New York 1957.