cognomi, articolo con [prontuario]
L’➔articolo determinativo davanti al cognome (➔ cognomi) è diffuso al nord della Penisola (dove l’articolo è usuale anche con il nome proprio: il Giovanni; il femminile ha invece estensione areale molto maggiore: la Carla): il Bianchini oggi è assente, il Russo non sta bene. Tale uso si concilia con l’abitudine di far precedere ai cognomi un titolo (► appellativi e epiteti): Signor, Ragionier, Dottor, ecc. È invece poco diffuso nel Centro-Sud o nelle isole, salvo il Salento, nei cui dialetti l’articolo determinativo sta davanti sia al cognome che al nome: lu Carlu, la Luisa.
L’articolo al plurale si adopera davanti a cognomi anche per indicare i membri di una famiglia (tutti al maschile, come norma impone, le sole donne al femminile): gli Agnelli, le Carlucci.
In taluni usi letterari, i personaggi sono indicati con la formula articolo + cognome: «Alludeva al Malagna, all’amministratore …» (Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal, cap. III); «Come architetto, il Garrone non esercitava più …» (Carlo Fruttero & Franco Lucentini, La donna della domenica, II, 5).
Oggigiorno questo uso è del tutto desueto, salvo che in alcuni ➔ linguaggi settoriali: indica, per ➔ metonimia, l’autore del libro nella scuola: il [sussidiario] Bignami, il [manuale di matematica] Ferrauto; e nell’editoria: lo [il dizionario] Zingarelli. È poi normale nei verbali di polizia o giudiziari, con riferimento ancora metonimico a denuncianti, indiziati e altro.
Va segnalato che tutti gli usi segnalati sopra sono possibili solo quando i cognomi non sono usati in forma di vocativo, cioè per chiamare le persone che designano.
Diversa la situazione quando l’articolo è impiegato con il femminile: fenomeno panitaliano e proprio dello standard, ha lo scopo di precisare il genere (a volte l’eccezionalità del suo non essere ‘maschile’) del referente: hai visto la Benedetti?. Esempio di impiego sessista della lingua (➔ genere e lingua), è tuttora poco presente alla coscienza dei parlanti, molto frequente anche sui giornali e, di conseguenza, non colpito da censura. Le scritture politicamente corrette (➔ politically correct) tendono a evitarlo, forse anche per influsso dell’inglese (lì non si indica il genere, recuperabile però con l’inserimento del nome), specie in concomitanza col maschile; è ancora frequente però trovare citati nella stessa riga Andreotti e la Levi Montalcini.
Nel caso di personalità del passato l’articolo era diffuso anche per gli uomini, specie letterati e artisti: il Manzoni, il Petrarca, il Brunelleschi (ma non con i nomi: Dante, Michelangelo, ecc.). La tendenza è in regresso, e segue l’avvicinarsi cronologico alla contemporaneità del personaggio citato. Già sarebbe démodé citare il Calvino o il Moravia; da evitarsi assolutamente l’articolo per indicare contemporanei ancora in vita: il Baricco o l’Ammaniti non sarebbero accettabili se non per fini ironici.