ARTIFIZÎ da guerra
Con nome di latitudine non ben definita, si chiamano artifizî da guerra i materiali pirici accessorî destinati a dar fuoco alle cariche di lancio delle artiglierie, o a scopi sussidiarî speciali, come per illuminare, segnalare, incendiare, ecc. Per una gran parte di materiali esplosivi complementari (come gli inneschi e le spolette) che hanno larghissimo impiego nell'artiglieria moderna, si veda la voce munizioni. Qui si accenna soltanto agli altri materiali pirici sussidiarî specialmente impiegati in Italia, alcuni dei quali, col progredire degli armamenti, sono andati quasi in disuso, mentre altri, in seguito al moltiplicarsi dei mezzi di lotta adoperati nell'ultima guerra e all'introduzione dei mezzi aerei hanno assunto forme di innumerevole varietà. Quest'accenno, più che a dare una descrizione anche solo sommaria dei principali artifizî da guerra, servirà a mostrare come sia grande la loro varietà e come pertanto la tecnica delle costruzioni di guerra sia molto complessa, anche perché deve rivolgersi alla soluzione di problemi secondarî interessanti molti materiali necessarî agli eserciti e il cui buon funzionamento può in molte circostanze avere grande importanza.
I principali artifizî da guerra comprendono le seguenti categorie di materiali:
Artifizî destinati a comunicare l'accensione alle cariche delle bocche da fuoco. - Nella maggior parte delle artiglierie, specialmente di piccolo e medio calibro, l'accensione della carica di lancio è provocata dall'urto di un percussore contro l'innesco della carica (v. munizioni). In altri casi si continuano a usare speciali cannelli fulminanti che, azionati dallo strappo di una funicella, si accendono per lo sfregamento di una seghetta o altra parte metallica entro una carichetta di fulminato di mercurio, e proiettano una viva fiammata sulla carica da accendere. Le figg. 1 e 2 rappresentano due cannelli fulminanti detti a frizione usati da qualche decennio nelle nostre artiglierie e che per talune bocche da fuoco (p. esempio per le bombarde) hanno avuto, anche recentemente, larghissimo impiego. La fig. 1 rappresenta il cannello ordinario che si introduce a mano, forzandolo nel focone, dopo aver raddrizzato la fibbia di filo d'ottone alla quale, per lo strappo, si aggancia la cordicella da sparo. Il cannello a vite (fig. 2) si avvita al focone, in culatta, evitando così che possa essere proiettato all'indietro. Si hanno anche (fig. 3) cannelli fulminanti elettrici in cui l'accensione iniziale è provocata da una scintilla che scocca tra le due estremità di un filo metallico o dall'arroventarsi, al passaggio della corrente elettrica, di un sottilissimo filo metallico immerso nel miscuglio fulminante. Cannelli fulminanti ad accensione elettrica e miccia sono largamente impiegati da alcune truppe (zappatori e genio) per far esplodere (brillare) cariche destinate a lavori di mina o a distruzioni; ma questi materiali sono affini a quelli che s'impiegano per usi civili.
Artifizî destinati a segnalare e a illuminare. - Sono indicati per lo più col nome di razzi, e di essi si è fatto un uso larghissimo durante la guerra mondiale. Il razzo è un recipiente carico di composizione pirica, il quale, per effetto della reazione provocata dal vivo abbruciarsi della polvere, si muove da sé e, opportunamente diretto, sale in aria come un proietto che percorra lentamente la sua traiettoria, e quindi, a seconda del suo funzionamento, è capace di illuminare il terreno (se di notte, con luce viva) o di produrre segnali (luci, fumo, accompagnati talora da scoppî), percepibili a notevole distanza. I razzi sono artifizî di uso antico, impiegati anche nella pirotecnica civile, ma s'impiegano ancora oggi per una certa facilità di fabbricazione e per la semplicità del loro maneggio. Affinché i razzi possano giungere a considerevole altezza senza capovolgersi e ricadere a terra anzitempo, sono provvisti di una lunga appendice (governale), generalmente formata un'asta di legno. Alcuni razzi sono muniti di un proietto scoppiante, e allora sono lanciati obbliquamente in direzione del nemico, sostituendo, in tal caso, una piccola bocca da fuoco. Le principali condizioni necessarie per il buon funzionamento di un razzo sono:
1. che la reazione prodotta dalla miscela sia d'intensità tale da comunicare a esso sufficiente velocità
2. che la combustione della miscela pirica e la fuoruscita dei gas sia regolare d'intensità e di direzione;
3. che sia grande l'impulsione fin dai primi momenti, in modo che sia vinta l'inerzia alla partenza, e che il razzo si mantenga nella direzione iniziale assegnatagli.
I razzi sono lanciati appoggiati su appositi cavalletti o analoghi sostegni, in modo da dirigerli opportunamente nella direzione voluta, evitando anche a chi li lancia di essere investito dalle prime proiezioni di fiamma.
Si hanno generalmente i seguenti tipi di razzi, oltre a numerose varietà da essi derivati. Razzi a fumata, destinati a produrre in aria, fino a grande altezza (100-200 metri), una marcata traccia di fumo, come segnalazione convenuta, visibile a grande distanza. Di notte, invece del fumo, risulta percelibile la scia luminosa prodotta dalle faville della combustione, e, a distanza meno grande, anche il sibilo naturalmente prodotto dal razzo nella sua traiettoria.Razzi a stella che provocano, in alto, la combustione di blocchetti pirici di composizione adatta per emanare una viva luce che generalmente è bianca, o rossa, o verde; servono come segnali, specialmente di notte. Razzi sibilanti, caratterizzati da speciali fori ricavati nel tubo dell'artifizio, nei quali, durante la traiettoria, penetra vivacemente l'aria, producendo un lungo sibilo di alta tonalità che è percepito a notevole distanza e serve come buon segnale specialmente in caso di fitta nebbia o di terreno molto coperto, quando altri razzi a segnale potrebbero risultare inefficaci. Razzi a paracadute, contenenti un apparecchio che sfascia il razzo quando è giunto in alto, e libera un piccolo paracadute di tela il quale sostiene una "stella" pirica (tipo bengala) a lunga combustione che si accende al razzo stesso al momento di liberarsi. Il paracadute tiene sospesa in aria per lungo tempo la stella, che se ha un gran potere illuminante (miscela di polverino di magnesio metallico) può servire, oltre che da segnale, anche per illuminare il terreno sottostante. Si ricorda, infine, il caratteristico razzo matto (semplice o anche combinato con fumata o stella) che produce un forte scoppio nella parte più elevata della sua traiettoria.
Durante la recente guerra furono usati presso tutti gli eserciti belligeranti, specialmente dalle truppe in trincea, moltissimi razzi di piccole dimensioni, per segnalazioni o anche, di notte, per illuminare il terreno immediatamente antistante alle vedette: piccoli razzi, detti racchette, costituiti generalmente da un tubo di cartone (tenuto in mano o appoggiato a terra) contenente una piccola carica di lancio, che accesa mediante miccia o altro dispositivo proiettava in alto un bengalotto o altro preparato pirico illuminante o fumogeno.
Oltre ai razzi, come artifizî da segnalazione e in piccolo raggio anche come artifizî illuminanti, trovano largo uso in guerra le cartucce da segnalazione che s'impiegano con una speciale pistola (tipo Very). L'artifizio somiglia a una grossa cartuccia da caccia, che, sparata con la pistola diretta in alto, proietta dei dadi di miscela pirica illuminante a luce bianca o colorata (rossa o verde) che, specialmente di notte, sono visibili a grande distanza (fino a 2-4 km.). Con la varia combinazione di questi segnali, e con il diverso colore delle luci, si possono, secondo prestabilita convenzione, trasmettere sul campo di battaglia brevi e urgenti notizie, come p. es. per segnalare che una posizione è stata raggiunta; che il nemico avanza o si ritira; che occorre il fuoco d'artiglieria, ecc.
Il largo impiego dell'aeronautica in concorso con le operazioni delle truppe di terra e di mare ha reso più frequente l'uso di speciali segnalazioni fatte dagli stessi mezzi aerei, e talora anche da terra o da mare verso gli aerei, fondate sull'impiego di artifizî da guerra fumogeni o luminosi, di tipi molto varî. Così che, per un complesso di ragioni, che tutte si rannodano alla necessità sempre più grande di coordinare l'azione di mezzi di guerra sempre più varî e lontani tra loro, i campi di battaglia han visto e sempre più vedranno in avvenire, tra gli altri mezzi di collegamento, un larghissimo uso di artifizî da guerra.