artiglieria
Nome collettivo che indicava le macchine belliche da lancio (baliste, catapulte); dopo l’adozione della polvere da sparo, indica le armi da fuoco pesanti. Il primo impiego regolare dell’a. in battaglia risale al sec. 14°, ma è nel sec. successivo che l’a. si affermò definitivamente, anzitutto per effetto dell’evoluzione delle tecniche metallurgiche che individuarono tecniche di fusione che portarono alla produzione di cannoni realizzati come pezzi unici, fusi poi definitivamente in bronzo una sola volta. In precedenza dette tecniche avevano invece consentito solo l’assemblaggio di bocche da fuoco, pur di grosso calibro, composte di più pezzi avvitati, tenuti insieme da cerchioni di ferro a essi saldati, o uniti in altro modo tra loro. I progressi maggiori vennero compiuti poco prima e durante la prima fase delle guerre d’Italia. A favorire la creazione del cannone, realizzato in unica fusione, più leggero delle ingombranti bombarde, e facilmente montabile su ruote che ne rendevano agevolissimo lo spostamento, fu lo studio sulla polvere da sparo e sulla tipologia dei proiettili. Un adeguato dosaggio di polvere, si calcolò, poteva consentire di sparare proiettili di ferro di 10 cm o poco più di diametro, di peso assai minore di quelli tradizionali di pietra e che però creavano assai più danni perché non si frantumavano impattando sul bersaglio. La maggiore maneggevolezza dei proiettili rendeva anche assai più rapido il caricamento dei cannoni che ora avveniva dalla bocca degli stessi. Grazie a queste innovazioni il re di Francia Carlo VIII poté presentarsi nel 1494 in Italia dotato di 40 cannoni, montati ciascuno su un affusto a due ruote trainato al massimo da due coppie di cavalli. I maggiori Stati italiani poterono opporgli solo 4-5 bombarde ciascuno, montate su carri a quattro ruote trainati da diverse paia di buoi. Alcuni esempi di a. sono rappresentati nei disegni del Ghiberti e di Leonardo da Vinci. A far largo uso dell’a. fu anche l’imperatore Carlo V. Risale al 1537 la Nova Scientia di N. Tartaglia, che esponeva i primi studi sul movimento dei proiettili nell’interno delle bocche da fuoco. Innovazione importantissima alla fine del sec. 16° fu il lancio dei proiettili cavi scoppianti, utilizzati dagli olandesi nella guerra contro gli spagnoli. Il re di Svezia Gustavo II Adolfo (1594-1632) perfezionò l’uso dell’a. leggera nelle battaglie campali, incorporandola nei battaglioni di fanteria. Ulteriori innovazioni si ebbero in Francia a partire dal 1774 a opera del generale francese Gribeauval, riguardo sia ai materiali sia alle tecniche di utilizzo. Nel 19° sec. furono introdotti i proiettili esplosivi che rafforzarono il ruolo di significativo predominio dell’a., pesante e leggera, nei campi di battaglia fino al 20° sec.