ARTIGLIERIA (IV, p. 705; App. I, p. 166; II,1, p. 258; III,1, p. 140)
Artiglierie terrestri. - I conflitti successivi alla seconda guerra mondiale, svoltisi in teatri di operazione fortemente differenziati, hanno confermato le capacità dell'a. terrestre di creare rapidamente ampie concentrazioni di fuoco al momento e nel punto voluto per ridurre le possibilità di resistenza dell'avversario. La posizione di "stallo atomico" raggiunta dalle due superpotenze ha, d'altra parte, mantenuto all'armamento convenzionale nella dottrina d'impiego la sua completa validità. L'organizzazione industriale e la diffusione del trasporto aereo hanno aperto nuovi orizzonti sulla possibilità di disporre di ampi rifornimenti di munizionamento, capaci di alimentare la potenza di fuoco delle artiglierie. L'a. terrestre, pertanto, avvalendosi dei più recenti ritrovati scientifici e tecnologici, ha ulteriormente sviluppato le sue caratteristiche tendendo a un aumento del calibro, a una diminuzione del peso, a una sempre maggiore utilizzazione di congegni per il puntamento, il tiro e l'osservazione precisi, complessi e automatizzati.
I due concetti di manovra propri dell'a., manovra delle traiettorie e manovra delle batterie, sono stati ampiamente realizzati con l'introduzione di affusti capaci di amplissimi settori di tiro, e con l'aumento della mobilità nei materiali trainati e, ancor di più, in quelli semoventi o istallati su mezzi corazzati.
Nel settore contraereo, per controbattere la pur sempre crescente minaccia aerea l'evoluzione dell'a. ha teso a incrementare la capacità di colpire non solo a elevate quote e a grandi distanze ma anche a ridurre gli spazi non battuti alle minime distanze e alle bassissime quote.
Il concetto di a. inoltre è stato notevolmente ampliato comprendendovi anche i sistemi missilistici, i quali, in molti settori d'impiego, si sono completamente sostituiti alla a. classiche.
Tali concetti trovano ampio riscontro in un'illustrazione se pur sommaria, e limitata all'armamento delle potenze occidentali, delle a. classiche e delle armi missilistiche sostitutive, introdotte in servizio e in corso di studio.
Nelle a. controcarri, accanto al cannone senza rinculo da 106 (la potenza della corazzatura dei mezzi blindati ha definitivamente eliminato i calibri minori) è attualmente in servizio un'estesa famiglia di ordigni missilistici detta "di prima generazione". Si tratta di missili filoguidati con puntamento per collimazione contemporanea sul bersaglio e sul razzo; gittata sui 2000 ÷ 3000 m (Cobra tedesco, Mosquito svizzero, SS 11 francese, e altri).
In queste armi il razzo viene guidato sul bersaglio mediante impulsi elettrici di comando, inviati da una scatola di guida, su cui agisce l'operatore mediante comando a cloche, tramite due conduttori metallici svolti dal razzo stesso durante il suo volo; l'operatore mantiene allineata sul bersaglio la traccia luminosa emessa dal razzo, guidandolo sul bersaglio.
In una seconda generazione (missili teleguidati tipo TOW) si è realizzata una maggiore semplificazione nell'impiego, introducendo un calcolatore capace di elaborare istantaneamente, in base ai dati di posizione e cinematici del razzo e dell'obiettivo (tenuto costantemente sotto la mira ottica dall'operatore), la correzione della rotta del primo guidandolo sul bersaglio; in altri esemplari, in corso di studio, il collegamento nei due sensi, fra razzo e calcolatore, sarà assicurato mediante raggi infrarossi.
Materiali di questo tipo sono facilmente trasportabili a spalla, su mezzi leggeri e veloci e anche elicotteri; la carica cava, ampiamente sperimentata, costituisce la testa di guerra di sicura letalità contro gli spessori di corazzatura previsti e prevedibili.
Nei riguardi del mortaio da fanteria, ormai standardizzato sul calibro di 120 mm, data la sua estrema semplicità e rusticità, tutti gli sforzi sono stati tesi a ottenere una diminuzione di peso tanto nell'arma quanto nel munizionamento per facilitarne la trasportabilità e a ricercare, attraverso nuovi procedimenti tecnologici, la riduzione del costo di produzione del munizionamento stesso. Per facilitare la trasportabilità e la rapidità d'intervento è stata studiata e realizzata la possibilità di effettuare il tiro direttamente da bordo dei veicoli tattici da combattimento (VTC 113). Le particolari pericolosità e insidiosità dell'arma hanno portato a studiare e a realizzare, applicando la tecnica radar, sistemi tecnologici avanzati per individuare le postazioni dei mortai avversari.
I radar antimortaio, di cui alcuni, di produzione inglese o americana, sono entrati in servizio, inseguono sulla traiettoria, con il loro fascio elettromagnetico, le bombe del mortaio e in base agli elementi di posizione e cinematici così rilevati e forniti a un calcolatore elettronico, ricostruiscono all'indietro la traiettoria fino alla sua origine, individuando la posizione del mortaio stesso.
Nelle a. campali trainate il calibro si è standardizzato sui 155 mm anche se le a. di calibro inferiore (105 mm), già in servizio, costituiscono ancora buona parte dell'armamento esistente.
Fra queste ultime l'obice da 105/14, da montagna, di progettazione e costruzione italiana, conserva per ora la sua completa validità nel particolare impiego cui è destinato, anche se l'autotrasporto e, soprattutto, l'elitrasporto hanno sostituito il someggio a dorso di mulo.
Per quanto ha attinenza con nuove realizzazioni, fra gli studi e le sperimentazioni condotte nell'ambito della grande alleanza occidentale, sono da ricordare quelli relativi al progetto FH70 (obice campale degli anni 70, un 155/39) sviluppato in comune da Gran Bretagna, RFG e Italia, e l'analogo obice statunitense, M1 A2.
Nel progetto FH70 si è teso soprattutto a incrementare la gittata, la potenza del colpo singolo, la celerità di tiro, l'ampiezza dei settori di tiro orizzontale e verticale, la mobilità sia su strada sia su terreno vario; nei riguardi di quest'ultima, l'affusto è stato dotato di un motore a scoppio della potenza di 50 HP per facilitare lo spostamento del pezzo in assenza del mezzo trainante; inoltre il motore fornisce, con il pezzo in batteria, l'energia necessaria per facilitare le operazioni di puntamento e di tiro mediante servomeccanismi.
Una spinta standardizzazione balistica consente di utilizzare il munizionamento fondamentale prodotto in paesi e da industrie diverse. Le cariche di lancio sono contenute in custodie rigide autocombustibili con conseguente notevole diminuzione del peso del munizionamento. La chiusura ermetica dell'otturatore è assicurata mediante anello elastico metallico. Altro tipo di munizionamento, a carica cava, è destinato al particolare impiego controcarro; un ulteriore incremento della gittata è conseguito con l'introduzione di un proietto semi-autopropulso. Si tratta di un proietto d'a. che una volta uscito dalla bocca da fuoco riceve un'ulteriore accelerazione per effetto di un razzo incorporato nel proietto stesso.
Dall'obice trainato da 155/39 si sta sviluppando, come a. semovente e con modalità del tutto analoghe, il progetto SP70. Tale studio è stato preceduto dall'adozione in servizio del semovente M 109 (un 155/23)
Nella tab. 1 sono riportate le caratteristiche principali di alcune armi campali.
L'aumento del calibro e la sua standardizzazione si è manifestata anche nel settore delle a. montate su carri armati, in cui dal calibro 90, impiegato su carri americani M 47 alla fine del secondo conflitto mondiale, si è passati al calibro 105 del carro M 60, sempre statunitense ma costruito su licenza anche in Italia e in altri paesi della NATO, e successivamente, al calibro 155, montato sul carro Leopard di progetto tedesco, adottato dal nostro esercito e costruito anch'esso su licenza dall'industria italiana.
Sui carri armati hanno avuto grande sviluppo le apparecchiature accessorie di puntamento e di tiro (telemetri stereoscopici e a coincidenza, calcolatori di tiro, congegni di stabilizzazione della torretta) allo scopo di assicurare un rapido e preciso puntamento diretto, con riduzione del periodo di crisi, durante il quale, per rettificare il puntamento, il carro deve arrestare il proprio movimento.
Negli ultimi tipi di carri armati, telemetri a raggi infrarossi e congegni per la visione notturna sono stati introdotti allo scopo di aumentare l'affidabilità del sistema.
La velocità è assicurata da apparati motori sempre più potenti e a consumo limitato mentre la protezione fornita dalla corazzatura è stata aumentata, senza arrivare a inaccettabili aumenti di peso, con l'impiego di particolari leghe.
L'inclinazione delle lamiere rispetto ai possibili piani di tiro avversari è stata calcolata in modo tale da facilitare il rimbalzo dei colpi nemici.
L'introduzione dell'impermeabilizzazione dello scafo e dello snorkel consentono ai carri armati più moderni, (tipo Leopard) il movimento in immersione in corsi d'acqua anche profondi.
Negli stessi carri è realizzata una protezione NBC che consente di operare in ambiente soggetto a radiazioni nucleari e ad attacchi con aggressivi chimici.
Al di sopra del calibro 155 mm, tutti gli eserciti sembrano orientati ad abbandonare le a. classiche per dar ampio campo all'impiego di missili balistici di notevole gittata e precisione, capaci di trasportare anche testate nucleari tattiche. Dal vecchio Honest John di produzione statunitense dei primi anni dopo il secondo conflitto mondiale, si è passati al Sergeant e recentemente al più moderno e sofisticato Lance, sempre di produzione americana, rispondente ampiamente, per caratteristiche balistiche e di mobilità, alle esigenze della manovra del fuoco in campo tattico.
L'a. contraerei ha visto con l'introduzione dei sistemi missilistici teleguidati Nike-Hercules e Hawk, rispettivamente per l'intercettazione lontana e per la difesa a media e bassa quota, l'affermazione quasi totale dell'arma missilistica (v. anche missile, in questo App.). Il sistema Hawk ha sostituito in pieno il cannone americano da 90/50, nonché quello italiano da 90/53, e rappresenta, soprattutto dopo una profonda trasformazione di miglioramento, attualmente in corso d'introduzione, la spina dorsale della difesa contraerea dei paesi occidentali; esso è destinato a mantenere la sua efficacia per tutti gli anni Ottanta in attesa che gli studi in corso possano portare a una soluzione più semplice e allo stesso tempo più efficace. Nei settori di spazio inferiori, per quota e distanza a quelli coperti dai due sistemi sopraccennati, studi e sperimentazioni intrapresi per l'introduzione di armi missilistiche, pur avendo avuto brillanti risultati, non hanno portato a un'universale o almeno preponderante accettazione di un unico tipo di arma.
Il cannone da 40/70 asservito a un sistema di punteria e di calcolo elettronico e analogico rimane ancora in servizio in molti paesi.
Ad esso si è affiancato il sistema binato da 35 mm su affusto campale, ad altissima celerità di tiro, dotato di un sistema elettronico di rilevamento e calcolo incorporato, costruito dalla Oerlikon svizzera e adottato dalle forze armate di paesi di nuova potenza economica e militare.
Una versione ancora più aggiornata di tale arma, montata su di uno scafo Leopard (versione Ghepard) è destinato a fornire la protezione contraerea immediata alle colonne corazzate.
Tale carro ha le seguenti caratteristiche: armamento costituito da 2 mitragliere binate da 35 mm (celerità di tiro 550 colpi/min; velocità iniziale 1175 m/sec); radar di acquisizione in banda S, portata 15 km; radar di tiro in banda Ku, portata 15 km, velocità 65 km/h; peso totale 45,5 t; autonomia 550 km.
Alle quote e gittata ancora più basse, per la difesa immediata di postazione d'arma, di reparti di truppa, di obbiettivi molto limitati, sono stati sviluppati sistemi missilistici di peso molto ridotto, capaci quindi di essere trasportati anche a spalla, utilizzanti il principio della guida passiva; il missile è attirato dalla sorgente di calore costituita dall'aereo bersaglio.
Alcune realizzazioni, quale l'americano Red Eye e altre similari sovietiche, hanno trovato impiego in recenti conflitti senza peraltro arrivare a un'universale adozione soprattutto per un'insufficiente affidabilità conseguente alle notevoli difficoltà di manutenzione che insorgono in una distribuzione così capillare e così avanzata quale quella richiesta dalle armi in questione.
L'ampio sviluppo che per le caratteristiche proprie al particolare bersaglio ha avuto nell'a. contraerea la tecnica elettronica di rilevamento e di elaborazione automatica dei dati di tiro si va peraltro estendendo anche alle a. destinate esclusivamente al tiro terrestre con l'adozione, già accennata, di radar contromortaio, con lo sviluppo di mezzi di rilevamento, sempre elettronici, di vampe e sorgenti acustiche, con l'introduzione di visori notturni sia a illuminazione infrarossa sia a intensificazione di luce.
Sistemi televisivi portati da aerei teleguidati, radar a effetto Doppler, rilevatori di oggetti in movimento e telemetri a raggi infrarossi sono stati messi a disposizione delle unità di tiro (batterie) o dei reparti specialisti per consentire una più efficace osservazione e sorveglianza del campo di battaglia.
L'elaborazione automatica dei dati è stata realizzata con l'introduzione di calcolatori meteo-balistici (ricorderemo il FADAC - Field Artillery Data Automatic Computer - statunitense e il C10 italiano) capaci di fornire in base alla posizione topografica dei bersagli e delle batterie e tenendo conto delle condizioni atmosferiche (temperatura, pressione, velocità e direzione del vento), i dati di tiro per vari calibri. Il processo di completa automazione delle a. terrestri ha già così avuto inizio con tendenza a una sempre più spinta eliminazione dell'intervento diretto dell'uomo e con un aumento di precisione e di rapidità d'azione. Vedi Tav. f. t.
Artiglierie navali. - Le caratteristiche principali dei due cannoni nazionali, che saranno adottati anche da numerose Marine estere, sono descritte nella tab. 2.
I principali e più moderni cannoni di produzione straniera invece sono: Francia: 100 mm singolo; Svezia: 120 mm e 76 mm singoli; Gran Bretagna: 113 mm singolo e 76 mm singolo e binato; Stati Uniti: 127 mm e 76 mm singoli; URSS: 130 mm.
Oltre al radar-tiro le moderne SDT (Stazioni Direzione Tiro) sono dotate anche di altri sistemi di punteria (manuale e automatica). Tali sistemi hanno lo scopo di poter eseguire la punteria e quindi il tiro anche se il radar è inefficiente o è disturbato dall'avversario; sono: sistemi ottici manuali; sistemi televisivi manuali e automatici; sistemi a raggi infrarossi manuali e automatici; sistemi laser. In genere i sistemi di rilievo delle SDT non sono adatti alla ricerca benché possano contribuire a essa in determinati settori e a giro di orizzonte e pertanto le unità navali sono dotate di altri sensori (in genere radar o all'infrarosso) che esplorando sistematicamente lo spazio aereo riescono a individuare in tempo utile l'avversario trasmettendo automaticamente alle ADT (Apparecchiature Direzione Tiro) la sua posizione nello spazio.
Secondariamente il tiro nell'ambito di una singola unità o in quello di una forza navale viene effettuato dalla SCA (Stazione Controllo Armi).
L'avvento dei missili autoguidati antinave, manifestatosi praticamente nel 1967 con l'affondamento del cacciatorpediniere israeliano Eilath da parte di una motocannoniera egiziana armata con missili superficie-superficie sovietici, ha impresso una nuova svolta all'evoluzione delle a. navali; oggi oltre alla minaccia dell'aereo che va abbattuto prima che giunga a distanza di lancio (3000 ÷ 4000 m), esiste anche la minaccia dei missili superficie-superficie e aria-superficie i quali, ben più difficili da scoprire dell'aereo, possono però essere abbattuti anche a distanze brevissime dalla nave (300 ÷ 500 m).
Tale nuova minaccia, difficilmente contrastabile con il cannone per lo scarso tempo disponibile per l'azione di fuoco, ha riportato in auge le mitragliere, che, grazie a un molteplice numero di canne e a un elevatissimo ritmo di fuoco, offrono le migliori garanzie contro la nuova minaccia.
Esempio tipico di sistema anti-missile è lo statunitense Phalanx, costituito da un sistema da 20 mm a canne rotanti, con ADT incorporate, capace di ritmi di fuoco di 4000 ÷ 5000 colpi/minuto con munizioni con nucleo di uranio.
Oltre alle mitragliere, l'aumento di missili antinave porterà a bordo sistemi missilistici di corta portata ma con brevissimi tempi di reazione ed elevatissimi ritmi di fuoco in funzione antimissile.
È pertanto possibile intravvedere quale potrà essere l'armamento di un'unità media (incrociatore leggero) degli anni Ottanta: missili superficie-superficie; missili superficie-aria (con possibilità superficie-superficie) a media gittata; missili superficie-aria a corta gittata; missili superficie-aria a cortissima gittata per autodifesa; cannoni di medio calibro antiaerei e antinave; mitragliere a elevatissimo ritmo di fuoco per autodifesa.
Tale armamento che per le unità del blocco occidentale deve ancora essere realizzato, è già una scelta per alcune più recenti unità sovietiche. Vedi tav. f. t.