ARTOIS
(lat. Civitas Atrebatensis)
Antica prov. della Francia settentrionale, oggi compresa nel dip. del Pas-de-Calais. Nel Medioevo l'A. formava una contea di cui Arras e Saint-Omer erano le città principali; a O il Boulonnais la separava dalla Manica; a S la Piccardia la metteva in contatto con l'Ile-de-France; a N e a E toccava le Fiandre e l'Hainaut. L'A. fu unita alla contea di Fiandra dalla metà del sec. 10° alla fine del 12° e dal 1382 al 1477. Nel 1180 il conte di Fiandra Filippo d'Alsazia diede l'A. in dote alla nipote Isabella di Hainaut quando costei andò sposa a Filippo Augusto, ma la contea tornò poi al re di Francia nel 1200 con il trattato di Péronne. Luigi IX, nipote di Filippo Augusto, diede in feudo l'A. al fratello Roberto nel 1237; questi e i suoi discendenti conservarono in seguito la contea. Roberto II (1250-1302) fu un mecenate delle arti, superato in ciò, peraltro, dalla figlia Mahaut, contessa d'Artois e poi anche di Borgogna (1302-1329) in seguito al matrimonio con il conte Ottone IV; principessa e pari del regno ebbe due figlie andate spose a re di Francia. Dopo Mahaut, l'A. tornò alla prima famiglia capetingia di Borgogna; alla morte dell'ultimo discendente, Giovanni il Buono diede la Borgogna al proprio figlio più giovane, Filippo l'Ardito. Nel 1384 il duca di Borgogna unì la Fiandra ai suoi domini avendo sposato Margherita di Fiandra, unica erede della contea; l'A. fu quindi legata ai destini della Borgogna e della Fiandra fino alla sconfitta e alla morte dell'ultimo dei grandi duchi di Borgogna, Carlo il Temerario. Il re di Francia Luigi XI riprese infine l'A. nel 1477. Dopo il Medioevo l'A. dovette subire altre vicissitudini, soprattutto nel sec. 16°, al tempo delle guerre di Carlo V, e fino alla prima guerra mondiale, che fece strage del suo patrimonio artistico.Per la posizione geografica, le opere d'arte dell'A. presentano relazioni con l'Inghilterra, la Fiandra e l'impero germanico, ma fu soprattutto l'influsso parigino che vi penetrò profondamente fin dal 13° secolo.Sino all'epoca romanica i due grandi centri di diffusione furono le scomparse abbazie di Saint-Bertin a Saint-Omer e di Saint-Vaast ad Arras, di cui almeno Saint-Bertin, fondata nel sec. 7°, comprendeva certamente diverse chiese. L'abate Bavon, verso il 1045, aveva iniziato una nuova chiesa abbaziale, terminata nel 1082 ca. e conosciuta solo parzialmente tramite scavi del 19° secolo. Essa aveva un coro a terminazione rettilinea sopraelevato su una cripta e circondato da un deambulatorio rettangolare che si apriva su tre cappelle esterne. La cappella centrale era ottagonale e doveva ricordare la disposizione della cripta carolingia del Saint-Germain di Auxerre (Héliot, 1936, pp. 517-540). La navata della chiesa era stata ripresa e coperta con volte ogivali dopo un incendio verificatosi nel 1152; sulla facciata si innalzava una torre posta al centro del portico.Saint-Bertin e Saint-Vaast ospitarono scriptoria che in epoca carolingia produssero manoscritti miniati in stile franco-insulare, come un evangeliario di Arras (Bibl. Mun., 233). Lo scriptorium di Saint-Bertin raggiunse l'apogeo sotto l'abate Odberto (986-1007 ca.). Nel suo Salterio (Boulogne-sur-Mer, Bibl. Mun., 20) si avverte l'influenza della scuola di Winchester; in effetti, alcuni pittori inglesi dovettero essere certamente presenti nel periodo in questione nel Nord della Francia. Lo stesso Odberto, rappresentato in una Vita di s. Bertino (Boulogne-sur-Mer, Bibl. Mun., 107), fece anche ricopiare manoscritti carolingi, come gli Aratea di Boulogne-sur-Mer (Bibl. Mun., 188). L'influenza di Saint-Bertin passò nel sec. 11° a Saint-Vaast, dove venne eseguito un messale per l'abbazia di Saint-Denis (Parigi, BN, lat. 9436) e dove fu decorata una grande Bibbia (Arras, Bibl. Mun., 559) secondo la tradizione carolingia. Un po' più tardi, verso il 1120, Lambert, religioso di Saint-Bertin, scrisse il Liber floridus, una sorta di enciclopedia dell'epoca. In seguito furono importati nell'A. numerosi manoscritti parigini, ma il Messale di Saint-Jean (Arras, Bibl. Mun., 517) testimonia che ancora nel sec. 14° la produzione pittorica era fiorente nella contea.Nel sec. 12° le cattedrali e i loro capitoli incominciarono a rivaleggiare con le abbazie. Sono purtroppo scomparse le cattedrali di Arras e di Thérouanne, ma documenti per la prima e scavi per la seconda hanno dimostrato che entrambe avevano precocemente partecipato allo sviluppo e alla diffusione dell'arte gotica. La cattedrale di Thérouanne si distingueva per la forma del capocroce: le cappelle radiali che si aprivano sul deambulatorio erano contigue e unite da un muro continuo. Le diocesi dell'A. dipendevano dall'arcivescovado di Reims e sembra che la pianta della cattedrale di Thérouanne fosse assai simile a quella del coro della cattedrale di Reims, eretto alla metà del sec. 12° dall'arcivescovo Samson.Dopo gli ecclesiastici, anche i conti e i signori protessero le arti: i documenti d'archivio testimoniano che i conti d'A. chiamavano artisti da Parigi e dalle regioni della Mosa, ma impiegavano anche numerosi artefici locali. Accanto ai maestri tessitori e ai rinomati arazzieri, gli archivi citano vari nomi di orafi, di pittori, di maestri vetrai e di scultori. I conti mantenevano castelli e residenze fastose, che facevano riadattare e decorare di continuo. Il castello di Hesdin, che fu la residenza favorita dei duchi di Borgogna nel sec. 15°, era rinomato per le meraviglie dei suoi giardini, animati da giochi d'acqua e da padiglioni, alcuni dei quali riservavano ai visitatori divertenti sorprese.Anche le città erano molto ricche grazie al commercio e alle industrie della borghesia. Vi si trovavano un beffroi, un palazzo municipale e grandi piazze-mercato intorno alle quali si allineavano le facciate a timpano delle case più ricche. Le piazze di Arras e il beffroi di Béthune (iniziato nel 1388) ne danno ancora oggi testimonianza.Molti monumenti, come la cattedrale di Thérouanne scomparvero nel corso delle guerre dei secc. 16° e 17°, altri durante la Rivoluzione francese e nella prima guerra mondiale. Fra le chiese medievali superstiti, va ricordata l'antica collegiata di Lillers, iniziata verso il 1120, con una navata che si sviluppava su tre livelli secondo la tradizione dell'arte romanica della Normandia. Il capocroce, più tardo, comprendente un deambulatorio e tre cappelle radiali (ricostruite nel sec. 16°), è il primo coro di questo tipo nel Nord della Francia. L'alzato, privo di scansioni verticali, ricorda da vicino la navata della cattedrale di Tournai.Notre-Dame di Saint-Omer, cattedrale dal 1561, nel Medioevo era una collegiata; iniziata negli ultimi anni del sec. 12° e terminata soltanto nel 16°, presenta uno sviluppo su tre livelli. Il coro, con deambulatorio e cappelle radiali, è datato al sec. 13° e presenta un triforio cieco molto slanciato. La navata, a tre livelli come il coro, e la grossa torre occidentale non sono anteriori al 15° secolo. Da ricordare, oltre al pavimento del coro, databile alla metà del sec. 13°, alcune tombe scolpite, una grande statua di Cristo in trono, proveniente dalla facciata della cattedrale di Thérouanne (sec. 13°), e alcune vetrate del 15° secolo.Meno ben conservata appare l'antica collegiata di Aire-sur-la-Lys, eretta alla fine del sec. 15° in stile flamboyant.Non restano che alcune vestigia e memorie dei molti castelli medievali dell'A., a eccezione di quelli di Créminil, di cui si conservano due ali (in parte del sec. 15°), posto su un terrapieno circondato da fossati, di Liettres, di cui sopravvive solo la parte occidentale (sec. 15°), e di Olhain, costruito per Jean de Nielles, governatore dell'A. all'inizio del sec. 15°, magnifica residenza isolata in mezzo a uno stagno, preceduta da una vasta corte.I musei di Saint-Omer e di Arras conservano vestigia delle abbazie e delle cattedrali scomparse, in particolare capitelli scolpiti e pietre tombali. Nel Mus. d'Arras è anche una statua della Vergine con il Bambino, che ricorda il mecenatismo di Mahaut d'Artois; fu ella, infatti, a commissionarla nel 1329 allo scultore Jean Pépin de Huy per la certosa di Gosnay.Le pitture, le vetrate, gli oggetti di oreficeria citati nei documenti d'archivio sono in gran parte scomparsi o dispersi, come per es. gli arazzi. Fra gli oggetti conservati, alcuni non sono originari della provincia: la base della Croce di Saint-Bertin, conservata nel Mus. Sandelin di Saint-Omer, ne è un illustre esempio. In bronzo dorato, presenta le figure dei quattro evangelisti e dei quattro elementi in rilievo ed è ornata di placche a smalto champlevé che rappresentano scene dell'Antico Testamento che prefigurano la redenzione. Datata alla metà del sec. 12°, è stata paragonata alla croce scomparsa ordinata da Suger per Saint-Denis e attribuita a Godefroi de Claire o a un atelier della Mosa. La croce-reliquiario della distrutta abbazia di Clairmarais, anch'essa nel Mus. Sandelin di Saint-Omer, è stata eseguita nel sec. 13°; la parte frontale è coperta di filigrana e sul retro è inciso un Cristo fra la Vergine e S. Giovanni, con i quattro evangelisti e Adamo risuscitato. Molti furono gli orafi attivi nell'A. in epoca gotica e fra questi è ricordata anche una donna. Dai loro nomi si può legittimamente pensare che nella loro arte si fondessero influssi delle regioni della Mosa, delle Fiandre e di Parigi.
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