BENEDETTI MICHELANGELI, Arturo
(App. III, I, p. 219)
Pianista italiano. Negli ultimi decenni il nome di B. M. si è imposto sul piano internazionale soprattutto per una fervida attività didattica e organizzativa. Nel 1964 ha fondato il Festival pianistico internazionale di Brescia, che ha diretto per cinque anni. Dal 1973 ha iniziato a tenere corsi estivi a Villa Schifanoia presso Firenze. Nell'ottobre 1988 un'improvvisa malattia lo ha tenuto per diversi mesi lontano dalle sale da concerto.
Carattere chiuso e schivo di ogni mondanità, B. M. si distingue come interprete non solo per la tecnica prodigiosa quanto naturale, ma per un'aura di rituale sacralità di cui è solito circondare le sue sempre più rare esecuzioni. La meticolosità dei dettagli, il calibrato dosaggio di tutti gli elementi timbrici, dinamici e contrappuntistici, gli consente infatti una singolare ascesi interpretativa. La sua capacità di concentrazione, quasi ieratica, il suo gusto raffinato nemico di ogni platealità, la sobrietà e compostezza del porgere sonoro senza mai svolazzi o sbavature, l'estenuante labor limae, gli permettono infatti di toccare traguardi di grande rilievo artistico. Non sempre B. M. si è dimostrato interprete filologo.
Il suo repertorio è relativamente limitato. Poco interessato alla musica del Novecento (salvo Debussy, Ravel e gli spagnoli), ha cercato di fissare in esecuzioni spesso storiche alcuni dei massimi capolavori della letteratura pianistica ottocentesca, senza però rinunciare a più sporadiche ma illuminanti apparizioni in Mozart, Bach trascritto da Busoni e nel congeniale Scarlatti clavicembalistico.
Bibl.: J. Keiser, Grosse Pianisten in unserer Zeit, Monaco 1965; M. Meyer, ... und leben über ihr Verhältnisse, in Fonoforum, 6 (1975), p. 528; P. Rattalino, Interpretazione al quadrato, in Da Clementi a Pollini, Firenze 1983, pp. 336-52.