Bragaglia, Arturo
Fotografo e attore cinematografico, nato a Frosinone il 7 gennaio 1893 e morto a Roma il 21 gennaio 1962. Della celebre 'stirpe dei Bragaglia', formata dal padre Francesco e dai fratelli Alberto, Anton Giulio e Carlo Ludovico, fu il solo che si dedicò ininterrottamente alla fotografia e, dalla fine degli anni Trenta, alla recitazione. Attore comico, amante dell'improvvisazione e contrario all'impostazione accademica, fu, nel 1951, uno degli inconfondibili barboni in Miracolo a Milano di Vittorio De Sica, nonché, con chiaro riferimento a sé stesso, l'indimenticabile fotografo in Bellissima (1951) di Luchino Visconti.
Grazie alla posizione del padre, ebbe fin dall'adolescenza libero accesso agli stabilimenti cinematografici romani della Cines, dove iniziò, insieme al fratello Carlo Ludovico, l'attività di fotografo. Curioso e attento alle novità tecniche, si specializzò, anzitutto, nei procedimenti di sviluppo e stampa mettendosi in luce con i ritratti delle attrici del cinema muto e con le foto archeologiche e 'fotodinamiche', spesso utilizzate dall'altro fratello, Anton Giulio, quale corredo illustrativo dei propri articoli e saggi teorici. Negli anni Venti, dopo un periodo in cui documentò con le sue foto l'attività teatrale di Anton Giulio al Teatro degli indipendenti a Roma, decise di aprire uno studio fotografico autonomo in via Condotti; qui, però, a causa di un allagamento, perse gran parte del materiale raccolto e archiviato negli anni. Nel 1930 partecipò al primo Concorso fotografico nazionale di Roma, e quindi nel 1932 fu, a Trieste, tra gli espositori della Mostra fotografica futurista, mentre nel 1933 prese parte alla sezione fotografica della grande Mostra nazionale futurista di Roma con varie opere.Fu fotografo di scena a Cinecittà a partire dal 1937, stesso anno in cui iniziò, abbastanza casualmente e un po' per gioco, la professione di attore debuttando in Stasera alle 11 di Oreste Biancoli. Da allora interpretò come caratterista una cinquantina di film, diretto, tra gli altri, da Mario Mattoli in Imputato, alzatevi! (1939) e in Catene invisibili (1942); Mario Camerini in Il documento (1939); Camillo Mastrocinque in La danza dei milioni (1940), in I mariti ‒ Tempesta d'amore (1941) e in La maschera e il volto (1943); De Sica in Maddalena zero in condotta (1940), Teresa Venerdì (1941) e Miracolo a Milano; Ferdinando Maria Poggioli in Addio giovinezza! (1940); Amleto Palermi in San Giovanni decollato (1940); Enrico Guazzoni in I pirati della Malesia (1941); Gianni Franciolini in Fari nella nebbia (1942); suo fratello Carlo Ludovico in Una famiglia impossibile (1940), Se io fossi onesto (1942), La vita è bella (1943), Tutta la vita in ventiquattr'ore (1943), Albergo Luna, camera 34 (1946), Il falco rosso (1949) e Il falco d'oro (1955); Mario Bonnard in Avanti c'è posto… (1942); Riccardo Freda in Non canto più (1945); Duilio Coletti in Cuore (1948); Alessandro Blasetti in Quattro passi fra le nuvole (1942), Altri tempi ‒ Zibaldone n. 1 (1952) e Amore e chiacchiere ‒ Salviamo il panorama (1957); René Clair in La beauté du diable (1950; La bellezza del diavolo); Steno e Mario Monicelli in È arrivato il cavaliere! (1950) e Sergio Corbucci in I due marescialli (1961), sua ultima interpretazione.
Fu titolare di un corso di fotografia al Centro sperimentale di cinematografia e aprì vari studi fotografici a Roma, dove mantenne invariato, d'accordo con i fratelli, l'inconfondibile marchio di fabbrica dei Bragaglia.
A.G. Bragaglia, Arturo il semplice, in "Cinema", maggio 1951, pp. 240-41; M. Verdone, I fratelli Bragaglia, Roma 1991.