DONAGGIO, Arturo (XIII, p. 133)
Neuropsichiatra, professore ordinario a Bologna. Ha introdotto nuovi metodi d'indagine, che permettono di mettere in luce nel sistema nervoso l'esistenza di lesioni iniziali delle fibre nervose, limitando con tale dimostrazione il campo delle lesioni funzionali sine materia. Ha formulato una nuova dottrina che assegna al lobo frontale funzione importante nella motilità extrapiramidale, e che attribuisce doppia funzione alla circonvoluzione frontale ascendente (funzione motoria extrapiramidale oltre che piramidale). Ha scoperto una reazione che determina un fenomeno ("fenomeno d'ostacolo" il cui comportamento l'ha condotto a stabilire, fra l'altro un test della fatica (v. sotto).
a) Metodo Donaggio per la Dimostrazione della degenerazione iniziale della fibra nervosa. - Quando la fibra nervosa viene interrotta nel suo decorso, per condizioni svariate - e di conseguenza avviene distacco della parte conducente della fibra (cilindrasse) dal suo centro d'origine, e trofico (la cellula nervosa) - cade, nel tratto separato dalla cellula, in degenerazione detta secondaria o walleriana. Ma esiste anche un tipo di degenerazione della fibra nervosa, che ha il nome di primaria, non dipendente da interruzione della fibra, ma da una modificazione istochimica più o meno intensa della fibra stessa, derivante dall'azione di sostanze tossiche, nella grande maggioranza dei casi, ma anche da azioni traumatiche, o da disturbi circolatorî. Mentre la degenerazione secondaria ha un proprio decorso preciso, seguendo fasi progressive definite, ed è nei centri nervosi irreversibile, la degenerazione primaria nella fase iniziale è transitoria, reversibile, potendosi la fibra nervosa ricostituire nel suo assetto chimico normale, se le condizioni che hanno provocato la degenerazione primaria non insistano a lungo nella loro azione. La fase di modificazione istochimica iniziale della degenerazione primaria non è dimostrabile né con il metodo Marchi né con il metodo Weigert (valevole, questo, per dimostrare la sclerosi terminale). Fin dal 1904 il D. ha scoperto un metodo che riesce a dare la colorazione positiva delle degenerazioni primarie delle fibre nervose, così a fascio come sparse; questo metodo rivela anche quell'iniziale turbamento istochimico della fibra nervosa che si svolge all'esordio della degenerazione secondaria, quando non ancora il metodo Marchi dà risultati. Il metodo Donaggio per la dimostrazione della fase iniziale della degenerazione primaria è stato estesamente applicato, oltreché dall'autore, da numerosi ricercatori in svariate condizioni morbose, d'origine tossica, o traumatica (presenza di degenerazioni iniziali sparso del nevrasse nella semplice commozione cerebrale o spinale). Recentemente con tale metodo è stato dal D. risolto il problema del meccanismo del rapido instaurarsi dell'anestesia, per azione di sostanze anestetiche sulle fibre nervose periferiche e centrali, e del suo relativamente rapido dileguarsi: tali fenomeni transitorî sono apparsi in rapporto a vere e proprie modificazioni istochimiche delle fibre nervose.
Modificazioni analoghe contemporanee ad anestesia sono state rivelate dall'accennato metodo nelle fibre nervose a seguito dell'azione diretta della luce azzurra, dei raggi ultravioletti, dei raggi X, e per altre condizioni. Pertanto il metodo Donaggio fa ritenere che il campo delle alterazioni funzionali considerate sine materia sia meno esteso di quanto finora si sia ammesso (v. figg. 1, 2).
b) Reazione di Donaggio nell'urina (fenomeno di ostacolo). - Il fenomeno scoperto da D. nel 1931 è basato sul fatto che, mentre ordinariamente l'urina non ostacola la precipitazione di un colore basico di anilina da parte di un mordente, quale il molibdato d'ammonio, esistono condizioni nelle quali l'urina acquista la proprietà di limitare o impedire la detta precipitazione: a questo comportamento il D. ha dato il nome di "fenomeno d'ostacolo". Tale fenomeno si verifica anche per il liquido cefalo-rachidiano. Quanto al meccanismo: un'urina capace di ostacolare la precipitazione, di determinare cioè una reazione positiva, quando venga sottoposta alla dialisi perde la proprietà d'ostacolo nella parte che è passata attraverso il dializzatore (composta di cloruri, fosfati, carbonati, urea, ecc.), mentre la conserva nella parte che non ha attraversato il dializzatore (sostanze colloidali); il D. ne deriva che il meccanismo del fenomeno sta nella prevalente azione protettiva di colloidi affluenti in quantità superiore al normale delle urine in particolari condizioni che turbano l'equilibrio organico. I valori, numericamente designati, della positività della reazione in determinate condizioni, vengono portati su di una grafica, che segna il decorso di dette condizioni (figure 3 e 4). Il D. ha trovato che, tra le condizioni che ingenerano in diverso grado la positività della reazione, sono la febbre spontanea e provocata. La fig. 3 rappresenta il comportamento della reazione in un caso di paralisi progressiva sottoposto a malarioterapia. La reazione svela l'azione dei piretogeni anche quando questa non si manifesta con la febbre (Donaggio); onde la necessità di controllare con la reazione la piretoterapia, e specialmente la malarioterapia. Particolari tipi di reazione si rivelano per azione di prodotti arsenicali, mercuriali, bismutici, di prodotti ormonici; e di altre condizioni, che possono essere seguite e vagliate nel loro decorso. Da osservazioni varie risulta che diversi stati infettivi possono essere preannunziati dall'insorgenza della positività della reazione qualche giorno prima che la malattia si manifesti. Fra le condizioni esaminate degne di nota è l'epilessia motoria. Secondo le ricerche del D., ½ ora dopo l'attacco epilettico motorio insorge positività della reazione, oppure aumento della positività se l'urina presentava segni di positività; tale positività si conserva 24, 48, 72 ore (fig. 4). Questi dati, confermati da altri autori, contengono anche il valore medico-legale di accertamento della natura epilettica di un attacco.
Il Donaggio ha applicato, inoltre, la sua reazione allo studio della fatica: le sue prime ricerche, eseguite sul gioco del calcio, gli hanno rivelato insorgenza della positività subito dopo una partita, e scomparsa della positività dopo poche ore (fig. 5).
Altre ricerche ha compiuto sulla corsa. Ha dimostrato che l'applicazione della sua reazione allo studio della fatica consente di vagliare il grado dello sforzo compiuto, di controllare e guidare l'allenamento; di evitare il temuto sovrallenamento. Il Congresso internazionale di medicina applicata all'educazione fisica e agli sport (Chamonix, 1934) ha collocato la reazione del Donaggio quale test della fatica nella compilazione della scheda internazionale dei saggi per la valutazione fisica.