MARCACCI, Arturo (Carlo Arturo)
Nacque a Pisa il 28 marzo 1855 da Orazio, farmacista, e da Teresa Barzacchi.
Alla morte del padre, nel 1859, il M. fu trasferito presso lo zio paterno Anselmo nella fattoria familiare di Vicarello, una frazione di Collesalvetti, nel Livornese. Più tardi, quando morì la sorella maggiore, che era stata accolta da un altro fratello del padre, Giosuè, direttore della clinica chirurgica universitaria di Siena, questi volle il M. presso di sé. Superati gli studi secondari, il M. si iscrisse alla facoltà medico-chirurgica dell'Università di Siena, che era priva degli ultimi anni del corso; completò allora gli studi presso l'Istituto di studi superiori e di perfezionamento di Firenze, dove conseguì la laurea nel 1879. Nello stesso anno, vinto il concorso bandito dalla Fondazione Tacchini per un posto di perfezionamento all'estero, si recò a Parigi, dove per due anni frequentò, presso la Sorbonne, il laboratorio di fisiologia diretto da P. Bert. Tornato in Italia, entrò come assistente nell'istituto di fisiologia dell'Università di Torino diretto da A. Mosso, dando inizio alla sua attività di ricercatore. Nel 1882 il M., vinto ancora un posto di perfezionamento messo a disposizione dal governo, fu a Vienna, dove lavorò nel laboratorio di fisiologia di E.W. von Brücke per sei mesi, e nei successivi sei a Breslavia, nell'istituto di R.P.H. Heidenhain. In quel periodo, si dedicò alle esercitazioni di istologia e diede i suoi primi contributi scientifici.
Furono le accurate osservazioni di neurofisiologia che misero in evidenza la singolare disposizione del M. a eseguire questo tipo di indagini: studiò la localizzazione dei centri motori corticali (Centri motori corticali [studio critico sperimentale], in Giorn. della R. Accademia di medicina di Torino, s. 3, XXX [1882], pp. 31-62, 145-161, 167-259, lavoro pubblicato anche in forma monografica: Centri motori corticali, Torino 1882; De l'excitabilité électrique des centres moteurs corticaux pendant l'anesthésie de l'écorce cérébrale, in Comptes-rendus hebdomadaires des séances et mémoires de la Société de biologie, s. 7, III [1882], pp. 14-16) e, in collaborazione con P. Bert, la distribuzione periferica delle fibre motrici (Comunicazione preventiva sulla distribuzione delle radici motrici nei muscoli degli arti, in Lo Sperimentale, XLVIII [1881], pp. 356-358; Studio della distribuzione delle radici motrici nei muscoli degli arti, in Giorn. internazionale delle scienze mediche, n.s., III [1881], pp. 906-908; Étude sur la distribution des racines motrices du plexus lombaire dans les muscles du membre inférieur, in Comptes-rendus hebdomadaires des séances et mémoires de la Société de biologie, III [1882], pp. 267-269). In collaborazione con A. Dastre pubblicò anche un lavoro su un aspetto della fisiologia cardiaca: La legge della ineccitabilità cardiaca, in Arch. per le scienze mediche, VI (1882), pp. 21-28.
Rientrato presso l'Università di Torino, il M. fu nominato assistente da P. Giacosa, che aveva da poco assunto la direzione della cattedra di materia medica e del laboratorio di farmacologia sperimentale, dove lavorò per i successivi due anni effettuando numerose e interessanti osservazioni sperimentali.
Tra queste la dimostrazione dell'intervento di un ramo del trigemino nella formazione della linfa (Influenza del ramus lingualis trigemini sulla formazione della linfa nella lingua, in Lo Sperimentale, LII [1883], pp. 270-272; in Archives italiennes de biologie, IV [1883-84], pp. 234-236), l'individuazione di un'unica entità morfofunzionale nella struttura muscolare della regione areolare mammaria (Le muscle aréolo-mamelonnaire, ibid., pp. 292-299; in Giorn. della R. Accademia di medicina di Torino, s. 3, XXXI [1883], pp. 743-753), lo studio degli effetti determinati da un derivato dell'atropina, anche nella prospettiva di un suo possibile impiego terapeutico, sui diversi apparati e organi e su alcuni aspetti neurofisiologici in vari animali (Dell'azione fisiologica dell'apotropina, ibid., XXXII [1884], pp. 193-256). Collaborò con Giacosa alla Bibliografia medica italiana. Riassunto dei lavori originali italiani…, I-III, pubblicata a Torino tra il 1890 e il 1895.
Nel 1885 fu nominato, in seguito a concorso, professore ordinario di fisiologia presso la libera Università di Perugia e ne diresse la cattedra per un quinquennio durante il quale riorganizzò e ampliò l'istituto, dotandolo di una sezione di ricerche di chimica fisiologica. Trasferito nel 1890 all'Università di Palermo, il M. vi rimase, come ordinario di fisiologia, fino al 1904, ricoprendo anche la carica di rettore (1896-98). In parte per interessamento di C. Golgi, nel 1904 assunse la direzione della cattedra di fisiologia dell'Università di Pavia, dove fu preside della facoltà medica per sei anni e istituì l'insegnamento teorico e pratico della chimica fisiologica, di cui tenne il corso insieme a quelli di analisi delle orine normali e patologiche e di psicologia sperimentale.
Negli anni del suo magistero fondò una valida scuola alla quale appartenne, tra gli altri, R. Oddi, dell'istituto di Perugia, che, ispirato dal M., dimostrò l'esistenza allo sbocco del coledoco nel duodeno della formazione sfinterica cui legò il proprio nome.
Costante in tutta la sua attività accademica fu l'impegno scientifico: nella concezione della assoluta individualità fisiologica che caratterizza ogni organismo e della necessità di indagarne i meccanismi chimico-fisiologici che ne regolano le funzioni, il M. condusse numerose ricerche nei vari settori della sua disciplina.
In fisiologia sperimentale descrisse gli effetti sullo sviluppo conseguenti al movimento cui l'uovo è sottoposto durante l'incubazione (Dell'influenza che esercita il movimento sullo sviluppo dell'uovo, in Annali dell'Università libera di Perugia. Facoltà di medicina e chirurgia, I [1885-86], pp. 171-190; Influenza del movimento sullo sviluppo dell'uovo, Perugia 1886; Effetti tardivi del movimento impresso alle uova nei primi giorni dell'incubazione; seconda nota, in Bull. delle scienze mediche, s. 6, XXII [1888], pp. 5-29).
Il M. studiò l'azione letale esercitata dall'ossido di carbonio riconducendone le cause alla capacità posseduta dal gas sia di combinarsi con l'ossigeno all'interno del globulo rosso sia di determinare in via riflessa l'arresto cardiaco (Il meccanismo della morte nell'avvelenamento per ossido di carbonio, in Atti della Soc. toscana di scienze naturali residente in Pisa. Memorie, XII [1893], pp. 222-255), dimostrò che gli animali anfibi (rane e tritoni) privati dei polmoni e con le prime vie aeree occluse possono ricorrere a una funzione respiratoria accessoria soprattutto utilizzando l'aria deglutita (L'asfissia negli animali a sangue freddo, ibid., XIII [1894], pp. 322-356). Studiò nel settore chimico fisiologico-farmacologico l'azione fisiologica della cinconamina (Sull'azione fisiologica della cinconamina, in Medicina contemporanea, IV [1887], pp. 337-358, 393-402), degli alcaloidi (L'azione degli alcaloidi nel regno vegetale e animale, in Annali della Università libera di Perugia. Facoltà medico-chirurgica, III [1887-88], pp. 3-74), dell'ossido di carbonio (Sull'ossido di carbonio considerato dal punto di vista farmacologico, in Arch. di farmacologia e terapia, I [1893], pp. 65-73), in quello della fisiologia generale alcuni processi metabolici nelle piante e negli animali (La digestione dell'amido nei semi e nelle foglie, in Atti e rendiconti dell'Accademia medico-chirurgica di Perugia, I [1889], pp. 32-38; La formazione e la trasformazione degli idrati di carbonio nelle piante e negli animali, in Atti della Soc. toscana di scienze naturali residente in Pisa. Memorie, XI [1891], pp. 311-423); in osservazioni di carattere biologico generale tentò sperimentalmente di dimostrare l'impossibilità dell'esistenza della vita in ambiente privo di azoto (Sarebbe possibile la vita nell'aria atmosferica quando l'azoto fosse sostituito dall'idrogeno?, in Memorie del R. Ist. lombardo di scienze e lettere, cl. di scienze matematiche e naturali, XIX [1900-04], pp. 229-254).
Membro di numerose accademie e società scientifiche, il M. rappresentò ufficialmente il governo italiano al congresso internazionale di fisiologia di Heidelberg (luglio 1904). Partecipò anche alla vita politica: eletto consigliere comunale a Palermo, fu assessore alla Pubblica Istruzione.
Il M. morì a Pavia il 19 genn. 1915.
Del M. si ricorda inoltre un volume di Lezioni di chimica fisiologica (Palermo 1894).
Aveva sposato Giulietta Masoni, dalla quale ebbe l'unica figlia, Linda.
Fonti e Bibl.: Necr., in Boll. della Soc. medico-chirurgica di Pavia, XXVIII (1916), pp. I-XXIV; in Rendiconti del R. Ist. lombardo di scienze e lettere, LII (1919), pp. 417-428; in Annuario accademico della R. Università di Pavia 1921-22, Pavia 1922, pp. 373 s.; D. Mirto, Le facoltà mediche italiane. La facoltà di Palermo, in Minerva medica, XXIV (1935), p. 246; Un secolo di progresso scientifico italiano. 1839-1939, IV, Roma 1939, pp. 292, 326 s., 337; G. Ermini, Storia dell'Università di Perugia, II, Firenze 1971, p. 922; P. Vaccari, Storia dell'Università di Pavia, Pavia 1982, p. 294; P. Mazzarello, Il Nobel dimenticato. La vita e la scienza di C. Golgi, Torino 2006, pp. 410, 486, 509, 514, 517, 544, 549.