MUGNOZ, Arturo
– Nacque a Macerata il 3 agosto 1889, da Lavinio, medico condotto, e da Lidia Speranza.
Perso il padre all’età di sette anni, venne accolto insieme con la sorella Maria e la madre a Villa Speranza Sala, a Treia, dallo zio materno Livio, farmacista; questi, divenutone tutore, si occupò della formazione del nipote che ottenne il diploma liceale presso un istituto privato. Di temperamento esuberante e irregolare negli studi, nel 1908 Mugnoz si iscrisse alla facoltà di legge dell’Ateneo maceratese, laureandosi il 29 novembre 1914 con una tesi su 'La riforma tributaria in Italia'.
In un capoluogo di provincia che si era lentamente ripreso dal declassamento postunitario e si apriva a nuovi fermenti culturali grazie all’opera sia di elementi forestieri (Niccolò Lo Savio, Umberto Sbarbaro e Renato Brocchi) sia autoctoni (i fratelli Domenico e Giovanni Spadoni, l’amico e futuro pedagogista Vincenzo Cento), Mugnoz dispiegò un intenso impegno giornalistico e intellettuale, dando vita alla testata L’Energia (1910-11), con un gruppo redazionale formato da giovani brillanti. Cercò così di sprovincializzare l’ambiente culturale maceratese collegandolo con le principali esperienze nazionali: da una parte c’era una duplice esigenza di tensione morale e di rinnovamento vitalistico, che guardava all’esperienza de La Voce e al suo direttore Giuseppe Prezzolini; dall’altra il desiderio di affrontare i problemi del Paese (il rinnovamento della classe dirigente; la questione meridionale; i rapporti Stato-Chiesa e la difesa della laicità; l’inserimento nella vita politica della gioventù universitaria), dando voce a una organizzazione sovrapartitica, laica, terzoforzista e democratica.
Nucleo di quest’ultima dovevano essere, secondo Mugnoz, i circoli popolari educativi, enti apolitici e aconfessionali, aventi il compito di promuovere la cultura a livello popolare: tale organizzazione sorse in diverse località marchigiane, ma incontrò notevoli resistenze per affermarsi in una struttura socio-economica ancora tradizionale. Il progetto di costruire con la generazione primo novecentesca una realtà antireazionaria e antigiolittiana, anticlericale e antisocialista, mediatrice tra lo Stato e le forti spinte classiste dell’epoca, si scontrò con problemi economici, organizzativi e con le prime divisioni nate all’interno del gruppo redazionale all’epoca della guerra libica.
Tra 1911 e 1912, Mugnoz intensificò i contatti con il gruppo vociano, che rimase favorevolmente colpito dal suo singolare biglietto da visita (200 abbonati e 1100 copie vendute da L’Energia nel 1911). Tuttavia, la proposta rivolta a Prezzolini di abbinare il foglio maceratese alla Voce nella tipografia fiorentina cadde nel vuoto per motivi amministrativi ed economici, come sfumò il progetto di dedicare un numero della Voce alle Marche per il quale Mugnoz si era intensamente speso.
Rientrato a Macerata, si trovò a gestire nuove difficoltà redazionali ed economiche e vide l’amico Cento aderire alle file nazionaliste. Collaborò al Fieramosca di Firenze, distaccandosi progressivamente dalle posizioni prezzoliniane, e seguì un gruppo di dissidenti che, guidati da Gaetano Salvemini, confluirono nel primo comitato redazionale dell’Unità. Dopo aver partecipato alla nascita del foglio Risorgimento – sorto a Firenze nel 1912 con orientamenti antigiolittiani e filo nazionalisti e l’intento di dare vita a un 'partito dei giovani' – che però chiuse i battenti dopo soli sei numeri, rientrò nelle Marche e diede vita a un nuovo giornale, La Preparazione (1913-16), con un più dichiarato fine politico, la collocazione nell’area laico-progressista e il duplice richiamo all’attiva partecipazione alla vita pubblica.
Diretto, redatto e spesso firmato in prima persona da Mugnoz, il foglio rifiutò l’anticlericalismo di maniera, biasimò il carattere conservatore del nazionalismo italiano e quello temporalista-confessionale del movimento cattolico, si distaccò dal socialismo materialista, classista e collettivista, ma prese soprattutto di mira il sistema politico giolittiano. Anche in questo caso la proposta di Mugnoz, che aveva perduto molti sostenitori, non conobbe risultati concreti.
Dopo aver preso parte, nel febbraio 1914, al congresso del Partito radicale, e, nel giugno seguente, ai fatti della Settimana rossa, passò a una neutralità transitoria di fronte al conflitto mondiale, presto trasformatasi in vivace propaganda bellicista. Chiamato alle armi nel maggio 1915, trascorse dapprima alcuni mesi a Forlì nel 30° reggimento Artiglieria, passando poi all’Accademia militare di Torino. Subito dopo, in giugno, conseguì l’abilitazione all’insegnamento elementare, mentre sul finire del 1916 si sposò per procura con Ada Simonelli, una giovane bella e colta che aveva conosciuto nel 1910. Uscito dall’Accademia come sottufficiale, raggiunse il fronte nell’ottobre 1916: inquadrato nel CLXVI battaglione Bombardieri con il grado di sottotenente, partecipò ai combattimenti tra l’Isonzo e il Carso testimoniando l’esperienza della guerra in alcune lettere ai familiari. Il 28 maggio 1917 rimase gravemente ferito e venne ricoverato nell’ospedale chirurgico di Pieris: ma le sue condizioni, che inizialmente non avevano destato particolari preoccupazioni, peggiorarono improvvisamente.
Morì a Villa Vicentina (Udine) il 22 giugno 1917.
Fonti e Bibl.: l’Archivio Mugnoz è conservato presso Villa Spada di Passo di Treia. V. Gianangeli, Il giornalismo maceratese nell’età giolittiana, in Per una storia del giornalismo nelle Marche, a cura di C.E. Bugatti, Ancona 1990, pp. 122-167; Id., Bibliogr. della stampa operaia e democratica nelle Marche 1860-1926. Periodici e numeri unici della provincia di Macerata, Ancona 1998, pp. 234-245, 255-269; M. Severini, La rete dei notabili. Clientele, strategie ed elezioni politiche nelle Marche in età giolittiana, Venezia 1998, ad nomen; Dalla penna al fucile: studi su A. M., Ancona 2002; Le Marche in età giolittiana (1900-1914), a cura di L. Pupilli, Ancona 2007, ad nomen; M. Severini, in Diz. biografico dei Marchigiani, progetto di G.M. Claudi - L. Catri, III ed., Ancona 2007, pp. 450-452.