ARUSIANO MESSIO (Arusianus Messius)
Uomo di alto grado sociale, secondo la soprascritta ai suoi Exempla elocutionum del codice perduto di Bobbio, di cui ci resta la trascrizione dell'umanista Parrasio (vir clarissimus, orator, comes primi ordinis). Gli Exempla dedicò ai fratelli Olibrio e Probino, come si deduce da un catalogo di biblioteca del codice Berlinese Santen. 66, sec. IX, che giovanissimi (in pueritia, S. Girolamo, epist. 130,3) furono consoli nel 395, e forse la dedica è proprio di quest'anno. Il trattatello retorico è un elenco alfabetico di voci che ammettono varie strutture sintattiche, illustrate con luoghi di Virgilio Sallustio, Terenzio e Cicerone (la quadriga Messii, dice Cassiodoro, De inst. div., 25), quattro autori di scuola per eccellenza. In queste citazioni sta l'importanza dell'opuscolo: tra le sallustiane, ve ne sono di tratte dalle Historiae, non altrimenti tramandate, ma anche di varie altre degli altri scrittori si deve tener conto. In massima però esse non sembrano raccolte da Arusiano medesimo ma provenire, come di solito si lavorava in quei tempi, da collezioni anteriori, di cui si valsero anche Prisciano, Nonio, grammatici ed esegeti; il che non avvalora certo la tradizione dei testi citati, provenienti sì da fonte autorevole, forse da Flavio Capro (fine sec. II), ma di seconda o terza mano.
Edizione principe di A. Mai (Milano 1815), basata sopra un codice Ambrosiano ridotto, che dà il trattato come di Cornelio Frontone; più ampia di materiale l'edizione romana del 1823. Nel 1830 segue il Lindemann, Grammatici latini, I, p. 209 segg. Sul manoscritto del Parrasio, Napol., IV A 11, da cui i rimanenti derivano, poggia l'edizione del Keil, Grammatici latini, Lipsia 1880, VII, 11, p. 439 segg.
Bibl.: Sul valore del titolo come primi ordinis cfr. Th. Mommsen, Gesammelte Schriften, Berlino 1910, VI, p. 451 segg.; O. Seeck, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV, col. 635. SUlle citazioni sallustiane, A. Nitzschner, De locis Sall. qui ap. scriptores et grammaticos vet. leguntur, Gottinga 1884; C. M. Mac Donald, in Class. Rev., XVIII (1904), p. 155; su quelle di altri scrittori, Schindler, Observ. crit. et hist. in Terentium, Halle 1881; O. Ribbeck, Prolegomena in Verg., Lipsia 1866, p. 208 segg. Sui rapporti con Prisciano, Nonio, ecc., H. Karbaum, De origine exemplorum quae ex Ciceronis scriptis a Charisio, Diomede, Arus. Messio, Prisciano, aliis grammat. lat. allata sunt, Wernigerode 1899; G. Goetz, in Ind. lect. Jen., 1888-89; id., in Burs. Jahresh., LXVIII, p. 158; O. Wischenewski, De Prisciani inst. gramm. compositione, Königsberg 1909.