ASARHADDON (nella Bibbia Ēsarḥaddōn; in assiro Aššurakh-iddina "Aššur ha dato un fratello")
La politica perseguìta da questo re assiro (680-669 a. C.), dalle vedute larghe e da vero uomo di stato, fu del tutto diversa da quella di suo padre. Mentre Sennacheribbo, nel suo grande odio per Babele, aveva ordinato di distruggere la città, suo figlio, forse anche prima di salire sul trono, diede l'ordine di riedificarla: nell'anno 680 se ne ricominciò la ricostruzione. La sua politica di pace e di clemenza fece fallire una rivolta scoppiata in quegli anni in Babilonia, e placò anche lo spirito ribelle e sempre aggressivo degli Elamiti. Il re aveva una visione ben più ampia dei suoi compiti. Il suo regno è segnalato nella storia di Assiria da un evento importantissimo: la fine vittoriosa del duello secolare con l'Egitto per il possesso della Siria. Risoluto a debellare l'avversario, invadendone il regno, A. riesce a penetrare in Egitto e a prostrare ai suoi piedi il superbo impero dei faraoni. Il lungo duello tra le due grandi potenze del vicino Oriente antico fu così deciso a favore dell'Assiria: Menfi fu presa dopo un'aspra battaglia e il re d'Egitto dovette fuggire precipitosamente. Ma appena il re assiro aveva abbandonato la valle del Nilo, Tirhaka d'Egitto scese col suo esercito nel delta e massacrò le guarnigioni assire. A. si apprestava a ritornare nella valle del Nilo, quando morì nel 669. L'impresa d'Egitto fu condotta a fine da suo figlio Assurbanipal (v. babilonia e assiria: Storia).