ASCALON (ebr. Ashqělün, ar. ῾Asqalān)
Città costiera della Palestina, circa 45 km a S di Giaffa.
Si trova già ricordata nei testi di esecr azione egiziani del XIX sec. a. C. Città reale cananea, essa non fu conquistata dagli Israeliti, ma dovette soccombere ai Filistei, e da allora fu annoverata tra le loro cinque città. Al tempo dei Persiani era una colonia di Tiro e una fortezza reale; fu poi rapidamente ellenizzata sotto i Tolomei e i Seleucidi. Liberatasi da questi ultimi nel 104 a. C., rimase indipendente dai Maccabei e dagli Erodiani, quantunque fosse la città natale dello stesso re Erode. Centro di una scuola filosofica pagana, per lungo tempo resistette al cristianesimo. Servì da piazzaforte ai crociati, e fu distrutta da Saladino nel 1191, e poi definitivamente da Baibars nel 1270.
Le rovine di A. sono racchiuse entro una cinta semicircolare di mura di mattoni e pietra di epoca bizantina, restaurate al tempo delle crociate. La città sino al tempo dei Filistei occupava una piccola area (Teli el-Khadra), che risulta nel centro delle rovine romane presso il luogo del piccolo porto interno; gli strati anteriori sono ricoperti da un enorme cumulo di detriti più recenti, a causa dei quali gli scavi del 1922-23 furono interrotti dopo aver scoperto solo alcuni resti romani, incluso un peristilio lungo 80 m con 24 colonne (alte m 8,25) intorno a un cortile aperto. I capitelli corinzî sono alti m 0,90 e le basi delle colonne m 0,80 Il peristilio termina in un'abside semicircolare con banchi e nicchie nella parete e un corridoio retrostante. L'edificio, lungo m 110, formava un insieme di curia e corte senatoriale del III sec. d. C., aveva una ricca decorazione scolpita in alto rilievo, comprendente figurazioni di Iside-Tyche, Vittorie alate con palme, in piedi su globi sostenuti da figure maschili accoccolate. Altri resti del luogo comprendono una chiesa bizantina del VII sec. e un'iscrizione di una sinagoga del VI sec. d. C. Oltre alla ceramica ("filistea" e greca, dalla geometrica tessala all'attica a figure rosse) i ritrovamenti comprendono una quantità di statuette di bronzo egiziane del periodo tolemaico, rappresentanti Iside, Osiride, Arpocrate, Apis, ecc.
Bibl.: J. Garstang, in Palestine Exploration Quarterly, LIII, 1921, pp. 12 ss., 73 ss., 162 ss.; ibidem, LIV, 1922, p. 112 ss.; ibidem, LVI, 1924, p. 24 ss.; J. H. Iliffe, in Quarterly Department of Antiquities Palestine, V, 1935, p. 61 ss.