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MORI, Ascanio de'

di Letterio Di Francia - Enciclopedia Italiana (1934)
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MORI, Ascanio de'

Letterio Di Francia

Nato a Medole (Mantova) nel 1533, da nobile famiglia, seguì in diverse regioni dell'Europa le insegne del marchese Orazio Gonzaga e combatté contro i Turchi. Rimpatriato, si diede tutto agli studî. Mori nel 1591. Nel 1585 aveva pubblicato un libretto di 15 Novelle, varie d'argomento, ma di scarso valore letterario, perché nel genere avventuroso e nel comico, da lui preferiti, gli mancò l'arte di dare vita ai personaggi ed efficacia alle scene.

D'altra parte, alcuni soggetti da lui trattati avevano già avuto migliore vita artistica da altri scrittori: Sabadino degli Arienti, il Bebel, Noël du Fail e il Tasso. Il M. si stacca dall'abusata tradizione boccaccesca, rinunziando alla rituale cornice, e, secondo che richiedevano i tempi, si propone un fine morale. Seguendo l'esempio di Masuccio e del Bandello, egli premise a ogni novella una lettera dedicatoria a diversi personaggi, senza dimenticare i membri della famiglia Gonzaga, e ivi fa riflessioni morali sui casi del racconto che segue, spesso ispirandosi a concetti pessimistici sulla certezza e la saviezza umane.

Bibl.: L. di Francia, Novellistica, II, Milano, s. a., pp. 130-36.

Vocabolario
dulce et decorum est pro patria mori
dulce et decorum est pro patria mori (lat. «è dolce e bello morire per la patria»). – Noto verso delle Odi di Orazio (III, 2, 13), spesso citato per risvegliare l’amor di patria o per esaltare il sacrificio di chi per la patria ha dato...
de
de 〈dé〉 prep. [lat. de]. – Forma che assume la prep. di quando è seguita dall’articolo, sia che si fonda con questo (del, dello, della, ecc.), sia che si scriva divisa (de ’l, de lo, de la, ecc.) come talvolta nell’uso letter. (è comune,...
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