ASCARI (ingl. e ted. Askari)
Vocabolo designante un soldato indigeno dell'Eritrea (cristiano o musulmano) o della Somalia o anche dell'Arabia meridionale, arruolato volontariamente nel regio corpo di truppe coloniali d'Eritrea. Nell'uso comune, essendosi preso áscari come un plurale, si è derivato un sing. ascaro; ma nell'uso ufficiale ascari continua ad essere anche singolare (cfr. il regolamento di disciplina per i militari indigeni del Corpo di truppe coloniali d'Eritrea del 12 ottobre 1903, e quello del 29 settembre 1908, n. 394).
Il vocabolo è l'arabo ‛askarī (al plur. ‛asākir), che significa soldato. Lungo la costa dello Zanzibar si adopera per designare qualsiasi uomo armato di scorta ad una carovana, senza alcun rapporto con le milizie del paese; e in questo senso appunto il vocabolo fu diffuso nella letteratura geografica dagli esploratori che dallo Zanzibar penetrarono nell'interno dell'Africa; p. es. da V.H. Cameron (1873). Costituitasi l'Africa orientale tedesca nel 1890, il nome Askari fu dato ufficialmente alle truppe di colore arruolate dal governo della colonia (Schutztruppen) e anche agli uomini di polizia indigena. L'esempio fu seguito nell'Eritrea poco dopo che il regio decreto 30 giugno 1889 n. 6215 ebbe istituito il Corpo di truppe indigene per i presidî d'Africa; il nome compare nel decreto governatoriale del 30 marzo 1891 n. 12, che ripartisce in nuclei la cosiddetta "orda interna".
Per l'ordinamento degli ascari v. coloniali, truppe.