TRIANGI, Ascensio.
– Nacque a Trento il 23 febbraio 1632 da Giovanni Battista e da Paola Dorigati, sposata in seconde nozze. Dai due matrimoni nacquero sei figli e una figlia.
Originaria della Valtellina, la famiglia paterna, anticamente chiamata de Bondigiis, assunse il nome della frazione di provenienza, Triangia (Sondrio), dopo essersi trasferita a Trento e a Bolzano nei primi decenni del Cinquecento, riuscendo a entrare nel novero delle famiglie antiche. Condividendo un destino comune ad altre famiglie di recente insediamento, si dedicarono con profitto ad attività artigianali e commerciali, nello specifico l’avo Ascensio, vissuto nella seconda metà del Cinquecento, era titolare dell’osteria ‘al Pesce’. Con le generazioni successive i Triangi fecero il loro ingresso nell’organo amministrativo della città di Trento, la Magistratura consolare, e divennero funzionari del principe vescovo e della corte imperiale, ottenendo importanti privilegi: è del 1616 il diploma di nobiltà del Sacro Romano Impero concesso dall’imperatore Mattia d’Asburgo ai fratelli Giovanni Battista e Girolamo Triangi, rispettivamente padre e zio di Ascensio. La famiglia materna, conosciuta anche come Tecini o Tesini per la sua provenienza dal Tesino, ottenne nel 1529 lo stemma dall’imperatore Carlo V, poi confermato dal principe vescovo nel 1675.
Rimasto orfano a soli tre anni, fu la madre a occuparsi della sua educazione e di quella del fratello Girolamo. Analogamente a molti giovani patrizi trentini dell’epoca, frequentò il ginnasio e i corsi di retorica e logica dai gesuiti, proseguì gli studi all’Università di Ingolstadt, presso la quale si immatricolò nel 1651, e concluse il suo percorso formativo all’Università di Vienna, laureandosi in giurisprudenza. Tornato a Trento, divenne componente del Collegio dei dottori e negli anni 1657 e 1658 fu eletto console, a conferma del valore politico conquistato dalla famiglia, che Ascensio contribuì ad accrescere ottenendo altre cariche prestigiose.
Nel frattempo rinforzò la posizione sociale e politica della famiglia sposando nel 1664 con dispensa pontificia, perché parenti consanguinei di quarto grado, la discendente di un’altra famiglia antica della città, Isabella Saracini (1645-1702). Dal matrimonio nacquero tre figli: Giovanni Battista (morto nel 1746), canonico a Breslavia, poi parroco a Leopolstadt; Francesco Guglielmo (v. la voce in questo Dizionario), consigliere della reggenza di Innsbruck e storiografo di corte a Vienna; Giovanni Battista, il quale probabilmente morì in tenera età; e quattro figlie: Paola (nata nel 1667), andata in sposa a Francesco Vigilio Sizzo; Margherita (1669-1751), unitasi in matrimonio a Vincenzo Giovanelli; Maria Hieronyma Elisabetta (nata nel 1684), moglie di Carlo Giuseppe Remstein; e Anna Caterina, sulla quale le fonti tacciono verosimilmente perché defunta precocemente.
Nel 1670 Ascensio trascorse un breve periodo a Firenze, dove era giunto nel ruolo di inviato speciale presso Ferdinando II granduca di Toscana per conto dell’arciduchessa Anna d’Austria. Dopo la morte del granduca (23 maggio 1670) Triangi rientrò nella città natale, proseguendo la sua carriera negli apparati di governo del Principato vescovile. Consigliere del principe vescovo Sigismondo Alfonso Thun dal 1665 al 1677, in questa veste ricoprì, negli anni 1673-77, la funzione di amministratore camerale e la carica di luogotenente del capitano del castello di Pergine che tenne sino al 1674.
Qualche anno dopo accadde un grave episodio che condizionò in modo cruciale la sua esistenza privata e pubblica. Nel 1677, a pochi giorni dalla morte del principe vescovo Thun, i consoli della città presentarono un memoriale ai canonici, amministratori dell’episcopato sede vescovile vacante, nel quale supplicavano di rimuovere dal loro incarico Triangi e altri consiglieri del principe vescovo, cioè Giovanni Michele Dusini, Gasparo Marinelli, Antonio Moggio e Pietro Antonio Brentonico, accusati di aver «con l’appassionate loro attioni [...] tiranneggiati i popoli, e denigrata la riputatione dell’istesso Principe» (Trento, Biblioteca comunale, BCT1-223, c. 22v). A seguito di questa denuncia Triangi fu allontanato dal massimo organo vescovile trentino. Due anni dopo, nel 1679, accettò la carica di consigliere della reggenza dell’Austria Superiore in Innsbruck, che mantenne sino al 1696, anno della sua morte. Ascensio fu il primo esponente della famiglia Triangi ad assumere questo rilevante incarico, ricoperto poi dal figlio Francesco Guglielmo e dal nipote Francesco Girolamo (1729-1792).
Gli impegni diplomatici e politici non impedirono ad Ascensio di coltivare interessi letterari, con particolare predilezione per quelli di ambito storico, ai quali si dedicò con costanza. La prima testimonianza di questa passione risale al 1657, allorché acquistò la biblioteca appartenente al dottor Giovanni Battista Alberti di Pergine, sulla cui composizione e consistenza, al momento, non si possiedono informazioni certe. Durante il breve soggiorno trascorso a Firenze nel 1670, quale inviato speciale dell’arciduchessa d’Austria presso la corte granducale, ne approfittò per divenire membro dell’Accademia degli Apatisti e per dedicarsi allo studio della storia e della letteratura soprattutto latina. Le conoscenze acquisite in queste materie nel corso degli anni trovarono espressione nella sua opera, l’unica a quanto risulta, Historiarum novissimi belli Germanici, Turcici, Gallici, Mahometis IV. Turcarum Sultani, Ludovici XIV. Regis Galliarum adversus Leopoldum I imperatorem semper augustum, ab anno MDCLXXXIII usque ad annum MCDXCI, tomus primus, Augustae Vindelicorum 1693, scritta mentre era a Innsbruck in qualità di consigliere della reggenza dell’Austria Superiore.
In questo poderoso volume di circa 500 pagine, suddiviso in 5 libri, l’autore narra in latino i cruciali conflitti che coinvolsero Casa d’Austria negli anni 1683-91, allorché l’imperatore Leopoldo I d’Asburgo riuscì nel contempo a sconfiggere i turchi (1683), che avevano posto sotto assedio Vienna, e a contrastare le mire espansionistiche di Luigi XIV (un esaustivo compendio dell’opera si può leggere in Bampi, 1883).
Come si desume dall’indicazione tomus primus, riportata nel titolo del volume, e dall’elenco di opere stilato nella prefazione, era intenzione del giureconsulto proseguire l’attività di storiografo raccontando la politica degli Asburgo e altro ancora.
La morte, però, lo colse il 7 novembre 1696 a Innsbruck, dove fu sepolto, impedendogli di realizzare questi progetti editoriali.
Nonostante la sua produzione storiografica sia limitata a un’opera, della quale sembra esista un’unica edizione, essa gli valse un certo riconoscimento tra i posteri. Scrive lo storico Francesco Ambrosi (1894) nella sua raccolta di scrittori e artisti trentini, in riferimento all’ambiente trentino: «La storia ebbe cultori mediocri, che rimasero ignorati, e pochi di quelli che riuscirono a trasmettere i loro nomi alla posterità». Tra questi menziona padre Martino Martini e Ascensio Triangi, definendo l’opera di quest’ultimo «dettata con molto senno» (p. 48). Parole altrettanto elogiative esprime Giovanni Battista Bampi, tra i primi a visionare l’archivio della famiglia Triangi, presso la quale fu ospite nel 1879, e a interessarsi all’attività letteraria di Ascensio e del figlio Francesco Guglielmo. Bampi (1883), infatti, ebbe a considerare l’Historiarum novissimi belli Germanici «il migliore scritto di prosa latina, che da autori trentini sia stato mandato alle stampe fino al Settecento» (p. 34). L’opera fu molto importante anche per il suo autore, il quale volle essere ricordato per la sua attività di storiografo. In un ritratto di un pittore tirolese, datato 1688, Triangi appare abbigliato secondo i dettami della moda tardoseicentesca in posa davanti a una biblioteca, verosimilmente la sua, con una mano posata su un testo non rilegato disposto sopra un tavolo: sul primo foglio del volume si legge Liber historiarum Ascensionis Triangi.
Fonti e Bibl.: Nel 2014 Lucia Triangi donò opere d’arte e arredi di famiglia al Museo del Castello del Buonconsiglio di Trento e ciò che era rimasto dell’archivio Triangi in Trento alla Biblioteca comunale di Trento, BCT-75. La sottoserie Biografie conserva una camicia dedicata ad Ascensio (BCT75-1.2, n. 14) contenente pochi stralci di documenti originali, tre esemplari dell’articolo di G.B. Bampi (1883), due copie del dattiloscritto in tedesco Beiträge zu einer Genealogie der Familie der Triangi, redatto da Enrico Giovanelli e datato 1950, e una in versione italiana. Per elaborare questo dossier, che riporta brevi biografie dei componenti della famiglia Triangi dalla metà del Quattrocento all’Ottocento con dati non sempre concordi con altre fonti, Giovanelli si servì di fonti provenienti dagli archivi di Bolzano, Innsbruck e Vienna. Si veda inoltre BCT1-223, cc. 22r-26v.
G.B. Bampi, Cenni sulla vita e sulle opere di Ascenzio e Francesco Guglielmo Triangi, in Archivio trentino, II (1883), pp. 33-53; F. Ambrosi, Scrittori ed artisti trentini, Trento 1894 (ed. anast. Bologna 1972), pp. 48 s.; V. Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana: famiglie nobili e titolate viventi..., VI, Milano 1932 (ed. anast. Bologna 1969), pp. 709 s.; G.M. Rauzi, Araldica tridentina, Trento 1987, p. 351; G. Tabarelli de Fatis - L. Borelli, Stemmi e notizie di famiglie trentine, Trento 2004, p. 290; A.F. Triangi, Cronache dal Consiglio aulico, a cura di M. Stenico, Trento 2014, pp. 25-27; Riflessi di nobiltà. La donazione Triangi a Castel Caldes, a cura di M. Longhi, [Trento] 2018 (in partic. M. Stenico, I Triangi di Trento: dalla mercatura alla nobiltà imperiale. Note dall’archivio di famiglia, pp. 11-23; M. Longhi, Con il favore degli angeli. Sulle tracce della collezione Triangi, pp. 25-43).