• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

ASCHIERI, Caterina, detta la Romanina

di Domenico Di Palma - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 4 (1962)
  • Condividi

ASCHIERI, Caterina, detta la Romanina

Domenico Di Palma

Nacque a Roma circa il 1710. Nulla si sa dei suoi studi e dei primordi della sua carriera di cantante. Negli anni 1735-36 fu scritturata per il teatro dei Fiorentini in Napoli, dove cantò nelle opere Gli amanti generosi di D. Sarro, Angelica e Orlando di G. Latilla, Il finto pazzo per amore di G. Sellitti, Il barone de la Trocciola di G. Fischietti e I due baroni di G. Sellitti. Il 12 luglio 1736, però, l'A., che già era stata arrestata, veniva espulsa dal Regno delle Due Sicilie con tutta la sua famiglia (la madre, Maria Mazzanti, un fratello e la sorella Albina, cantante anche lei) per probabili ragioni morali, a giudicare dalla frase di un cronista che scrisse, a proposito di quell'episodio, trattarsi di "voli - così detti - sublimi".

Nel gennaio dei 1738 l'A. era al Teatro ducale di Milano, interprete dell'Angelica di G. B. Lampugnani, e per lunghi anni ancora cantò su questo teatro un repertorio di genere sempre drammatico: opere di L. Leo, G. B. Sanmartini, B. Galuppi, J. A. Hasse, F. Poncini ed altri. L'A. vi interpretò anche tre delle prime opere di Ch. W. Gluck, Artaserse (1741), Demofoonte (1742), Sofonisba (1744), e dello stesso autore cantò il Tigrane nella prima rappresentazione a Crema (settembre 1743). In quest'anno l'A. eseguì a Genova l'opera di G. M. Orlandini, Farasmane, al teatro Falcone, ed era già così affermata "prima donna" da chiedere nell'agosto 1744 centequaranta luigi d'oro all'impresario, Mariano Nicolini, del teatro degli Obizzi in Padova per cantare nella seguente stagione 1745 la Semiramide del Lampugnani. Negli anni 1743-1746 l'A. è ricordata nei libretti d'opera quale "virtuosa" del duca di Modena, titolo forse pervenutole dalle sue interpretazioni in Venezia, essendo chiusi in quel tempo i teatri modenesi e Francesco III, duca di Modena, rifugiato appunto a Venezia. In questa città ella prese parte alle prime esecuzioni di Artamene di T. Albinoni (1740), Berenice di B. Galuppi (1741), Arsace di ignoto (1743), Ariodante di G. Ch. Wagenseil (1745), Sofonisba di N. Jommelli e Artaserse di G. Abos (1746). Recatasi poi a Vienna, riscosse colà grandi successi, ma nel 1748 fece ritorno a Napoli, scritturata da D. Tufarelli per il teatro S. Carlo come prima donna e con un onorario di 2963 ducati, ruolo ed onorario che le furono rinnovati anche nella seguente stagione 1749-50. Dopo le recite del carnevale 1750-51, l'A. lasciò definitivamente Napoli e continuò a cantare sui maggiori teatri di Milano, Torino, Venezia, Firenze, Padova (in quest'ultima città interpretò nel 1752 il Demetrio scritto espressamente da G. Scarlatti per il Teatro nuovo), fino al 1757, quando si ritirò dalle scene.

Si ignorano l'anno e il luogo della sua morte.

Bella presenza, scena, abilità e antico esercizio nella musica furono le qualità dell'A. elogiate dai contemporanei, anche se la sua voce era un po' flebile. L'Ademollo affermava che l'A., sebbene fosse nata povera, decise di abbandonare il teatro ancora giovane e nella pienezza dei suoi successi, contentandosi di vivere in mediocre condizione, ma B. Croce ha documentato il ritiro dalle scene dell'A. nel 1757, quando ella era, cioè, quasi cinquantenne.

Bibl.: B. de La Borde, Essai sur la musique ancienne et moderne, III, Paris 1780, p. 327; A. Ademolio, I teatri di Roma nel secolo decimosettimo, Roma 1888, p. 214; B. Croce, I teatri di Napoli. Sec. XV-XVIII, Napoli 1891, pp. 364 s., 430 s., 432, 752; A. Paglicci-Brozzi, Il Regio Ducal Teatro di Milano nel sec. XVIII. Notizie aneddotiche.1711-1776, Milano 1894, pp. 118, 120, 122; T. Wiel, I teatri musicali veneziani del Settecento, Venezia 1897, p. 134 n. 400, p. 137 n. 406, p. 142 n. 420, p. 154 n. 453, pp. 157 s. nn. 462-463, p. 201 n. 575; B. Brunelli, I teatri di Padova dalle origini alla fine del secolo XIX, Padova 1921, pp. 132, 134, 157; R. Giazotto, La musica a Genova nella vita pubblica e privata dal XIII al XVIII secolo, Genova 1952, p. 336; C. Schmidl, Dizionario universale dei musicisti, Supplemento, p. 43; Enciclopedia dello Spettacolo, I, coll. 997 s.

Vedi anche
Galuppi, Baldassarre, detto il Buranello Compositore di musica (Burano, Venezia, 1706 - Venezia 1785). Alunno di A. Lotti. Celebre clavicembalista, fu ancora più acclamato per la sua produzione teatrale e oratoriale (112 opere, circa 20 oratorî). Fino al 1741 in Italia (Venezia), si recò poi a Londra e dal 1765 in Russia, chiamatovi da Caterina ... Teatro degli Indipendenti Teatro d’avanguardia fondato a Roma nel 1922 da A.G. Bragaglia. Fu attivo fino al 1931, mettendo in scena, oltre a un repertorio sperimentale, pantomime e spettacoli di danza. Johann Adolf Hasse Musicista (Bergedorf, Amburgo, 1699 - Venezia 1783). Esordì (1718) ad Amburgo quale tenore, poi (1721) a Brunswick quale operista. Nel 1722, venuto in Italia, si mise a studiare la composizione a Napoli con N. Porpora e A. Scarlatti. Nel 1723 era già rappresentata al teatro S. Bartolomeo la sua prima ... Niccolò Jommèlli Jommèlli ‹io-›, Niccolò. - Musicista (Aversa 1714 - Napoli 1774). Studiò con F. Durante, F. Feo e L. Leo. Esordì quale operista (1737), mentre era maestro di cappella del marchese d'Ávalos. Protetto poi dal duca di Varese, poté far rappresentare opere a Roma e Bologna. Nel 1743 passò a Venezia, direttore ...
Vocabolario
romanino
romanino s. m. [der. di romano1]. – Moneta grossa d’argento (detta grosso romanino o semplicem. romanino), di cui il senato di Roma iniziò la coniazione alla metà circa del sec. 13°: ha al dritto la figura di Roma seduta in trono con globo...
détta
detta détta s. f. [der. di dire, part. pass. detto]. – 1. Atto del dire, cosa detta, nella locuz. a detta di ..., a detta sua e sim., cioè «secondo ciò che dice ...»: a detta di tutti; a detta di chi se ne intende; a detta degli esperti....
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali