ASCLEPIADACEE (lat. sc. Asclepiadaceae)
Vastissima famiglia delle Dicotiledoni Simpetale, composta da piante perenni erbacee o fruticose (rarissimamente da alberi), a fusto a mo' di liana, volubile e rampicante, più di rado eretto o diffuso, qualche volta carnoso e quasi privo di foglie, che sono opposte, qualche volta verticillate, raramente alterne, semplici e intere, nel genere Stapelia ridotte a squamette decidue all'apice delle dentature dei rami carnosi. L'infiorescenza è varia, normalmente riconducibile a una cima terminale, ma più spesso estrascellare con peduncoli e pedicelli bratteati. I fiori sono in generale piccoli e spesso inconspicui, ermafroditi, pentameri, con corolla gamopetala, più o meno divisa in 5 lobi, con la fauce nuda o munita di cinque appendici: stami 5 a filamenti liberi o saldati in basso (ginostegio), spesso muniti sul dorso di appendici nettarifere formanti una corona, con antere biloculari con le logge separate da un ampio connettivo che talora si prolunga all'apice in un'appendice di varia forma: il polline di ciascuna loggia è di regola agglutinato in una sola massa (pollinio) prolungata all'apice o alla base in un'appendice viscida, mediante la quale le masse di due logge di due antere contigue aderiscono a due a due alle singole ghiandole dello stigma (retinaculi) intromesse tra un'antera e l'altra. Gl'insetti visitatori portano via i pollini interi e li depositano su altri fiori. Gli ovarî sono due, distinti, mentre gli stili sono più o meno connessi e confluiscono in uno stigma comune discoide o a capocchia con 5 lobi alterni, con le antere portanti ciascuna una ghiandola. Il frutto consta per lo più di 2 follicoli e contiene numerosi semi compressi, spesso coronati da una chioma sericea.
Le Asclepiadacee sono molto affini alle Apocinacee (v.), dalle quali sono separate principalmente per la struttura delle antere e delle masse polliniche ordinate a un tipo speciale di staurogamia che trovò in Federico Delpino uno dei più acuti e geniali illustratori. Comprendono circa 270 generi e 2300 specie, in grande maggioranza abitatrici dei tropici del vecchio e nuovo mondo: pochi i generi delle regioni temperate, in Italia solo 4 (Periploca, Cynanchum, Asclepias e Stapelia). Il fusto contiene un latice abbastanza ricco di caucciù; ma poche asclepiadacee sono industrializzate, qualcuna è accreditata in terapeutica (corteccia di Condurango), poche sono entrate in orticoltura.