ASCLEPIADE di Mirlea ('Α. ὁ Μυρλεανός)
Nel lessico di Suida un articolo biografico è destinato a questo Asclepiade; esso è però assai confuso e lacunoso, e si riferisce probabilmente ad almeno due persone di questo nome. Certo è che Asclepiade era figlio di un Diotimo, e nativo di Mirlea (poi Apamea) in Bitinia; ma la sua famiglia era oriunda di Nicea. La sua attività fu quasi esclusivamente grammaticale e si rivolse a commentare varî autori, più dal punto di vista estetico che da quello formale: era quindi un seguace della scuola di Pergamo. Ateneo (Dipnosoph., XI, 448 a-494 b) ci ha conservato, in gran parte riproducendolo letteralmente, un trattato di lui sul calice di Nestore, quale è descritto nell'XI libro dell'Iliade. Però da altri abbastanza numerosi frammenti, che Ateneo stesso cita nel corso dell'XI libro dell'opera sua, si rileva che A. non si limitò a studiare il solo calice di Nestore, segnalandone le importanti particolarità tecniche e artistiche, ma parlò anche ampiamente di parecchie forme di antichi vasi da bere, valendosi del materiale di confronto offertogli da altri poeti e dallo stesso Omero. Sappiamo pure che scrisse commentarî all'Iliade e all'Odissea, oltre a monografie storico-geografiche sulla Bitinia e sulla Turdetania, a un'opera biografica intitolata περὶ γραμματικῶν, e a un libro astrologico sulla sfera barbarica.
Visse probabilmente nel sec. I a. C. e insegnò a Roma al tempo di Pompeo.
Fonti: Suida, s. v. 'Ασκληπιάδης Διοτίμου Μυρλεανός; Steph. Byz., s. v. Μύρλεα, Νικαία.
Bibl.: Susemihl, Gesch. der gr. Litt. in der Alexandrinerzeit, II, Lipsia 1892, 15 segg.; Lehrs, De A. Myrleano, in Herodiani scripta min., p. 428 segg.; Wentzel, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., s. v. Asklepiades, n. 28; Christ-Schmid, Gesch. der Gr. Litt., II, i, 6ª ed., Monaco 1920, p. 430; Boll, Sphära, 543 segg. I frammenti in Müller, Fragm. Histor. Graecorum, III, 298 segg.