ASCLEPIADI ('Ασκληπιάδαι)
Il carattere personale e dinamico della medicina antica aiuta ed esige al tempo stesso la sua trasmissione entro la famiglia del medico: originariamente e strettamente le famiglie mediche sono solo quelle che possono vantare Asclepio come loro eroe capostipite, cioè quelle che fanno capo alle due emanazioni asclepiache Macaone e Podalirio. Ma anche nel sec. V a. C., quando la scienza medica comincia a uscire dalla circoscrizione famigliare, non per questo diventa cosa di tutti; giacché all'iniziato esterno si fa una specie di trattamento di adozione nella famiglia del maestro, nel senso che egli s'impegna di non divulgare a nessuno, che non abbia prima giurato, gl'insegnamenti stessi; e il giuramento costringe a considerare "il maestro come un genitore, e i suoi figli come fratelli, e insegnar loro se ne hanno bisogno, e istruire i figli proprî e quelli del maestro, e degli altri scolari solo quelli regolarmente iscritti e giurati, e nessun altro" (cfr. Herzog, Koische Forschungen, 200). Comunque noi troviamo Macaonidi a Stagira, e il padre di Aristotele è medico di corte in Macedonia; a Tera, Mitilene, Gortina, Lebene, Balagre. Ai varî rami di Asclepiadi che si ritenevano discendenti da Podalirio appartengono Pausania di Gela, Democede di Crotone, Ippocrate, Critodemo medico di Alessandro Magno e C. Stertinio Senofonte medico di Claudio. Ma ciò non toglie che, anche al di fuori di queste famiglie, ogni medico vedesse in Asclepio un suo progenitore e che quindi si riputasse Asclepiade.
A titolo di curiosità e come documento della scrupolosa osservanza in fatto di discendenza famigliare, ecco la genealogia di Ippocrate: Asclepio, Podalirio, Ippoloco, Sostrato I, Dardano, Crisamide I, Cleomittade, Teodoro I, Sostrato II, Crisamide II, Teodoro II, Sostrato III, Nebro, Gnosidico, Ippocrate I, Eraclide, Ippocrate II.
Da non confondersi con gli Asclepiadi sono gli Asclepiasti, organizzazione di fedeli che avevano certi tiasi e celebravano certe feste; documentati ad Atene, Chio, Rodi, Camiro, Epidauro e altrove.
Bibl.: Thraemer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altertumswiss., II, col. 1683 segg.