Vedi ASCOLI SATRIANO dell'anno: 1973 - 1994
ASCOLI SATRIANO (v. s 1970, p. 88)
Indagini archeologiche sulla collina Serpente (1987), alla periferia dell'abitato, hanno condotto all'individuazione di un fossato risalente al Neolitico Inferiore, oggi la traccia più antica della frequentazione umana del sito.
La conoscenza di A. S., la cui area fu abitata nella prima Età del Ferro (come testimoniano i materiali della raccolta dello studioso locale Pasquale Rosario, confluiti nelle collezioni civiche e nei musei di Bari e Taranto), è ancora legata principalmente alle necropoli di età preromana, in particolare a quelle in località Serpente, San Rocco e Cimitero Vecchio, esplorate in parte con scavi sistematici nel 1965-1966, editi nel 1985. Negli anni 1986-1987 viene indagato un complesso cultuale sulla collina Serpente, in stretta relazione con la già nota area cimiteriale. L'edificio (m 6,40 x m 16,10) si articola in un ambiente rettangolare e in un vestibolo preceduto da un'ampia pavimentazione a ciottoli fluviali disposti secondo un complesso e raffinato ordito geometrico, con la fronte orientata a E. Lungo il lato Ν si dispone uno stretto acciottolato che si allarga nel tratto fiancheggiante la cella, in corrispondenza di un accesso laterale, e si restringe presso il vestibolo con funzione di canaletta per lo scolo delle acque. La pavimentazione antistante l'ingresso laterale sul lato N, coperta da una tettoia di cui sono indizio le buche per i pali, era destinata a cerimonie funebri: infatti, su di essa, al di sotto di tegole, sono stati rinvenuti vasi frammentari con evidente funzione funeraria, lekànai e piatti a figure rosse dell' «Armidale Painter», coppe e piatti a vernice nera, una grande coppa su piede a decorazione geometrico-vegetale, del tutto simile a un esemplare rinvenuto nella tomba 4/1966. Singolare il tipo di pavimento a ciottoli, documentato ad A. S. da precedenti scavi e già messo in relazione con una funzione funebre (Tinè Bertocchi, 1985), appartenente a una tipologia diffusa in Daunia nel IV e III sec. a.C. e attestata in un edificio religioso di V-IV sec. a.C., recentemente portato alla luce a Tiati-San Paolo di Civitate. La struttura, alla quale si riconosce una prevalente funzione cultuale, ebbe una prima fase probabilmente già in età tardoarcaica e rifacimenti nel IV sec. a.C. prima dell'abbandono, definitivo e per ragioni non conosciute, alla fine di quello stesso secolo. Nel IV sec. a.C. erano attive in A. S. botteghe di ceramisti impegnate nella produzione di vasi a decorazione geometrica, caratterizzata da particolari forme vascolari (attingitoio con ansa a nastro con terminazione ad anelli, olla con labbro inclinato con anse alternate a manici in forma di mani) e peculiari motivi decorativi (bacche globulari, fiori di loto); nello stesso periodo s'è ipotizzata l'attività in loco di un ceramografo apulo, il Pittore di A. S., influenzato da modelli pestani.
Poco nota è anche l'età romana. Come negli altri centri dauni (Canosa, Arpi) è provata anche ad A. S. l'esistenza nel II sec. a.C., dopo la guerra annibalica, di ceti aristocratici con rilevanti possibilità economiche: è il caso della Tomba della Principessa 6/1965 accanto alla quale ora si può collocare il recente ritrovamento di una sepoltura a grotticella in località Serpente (1987), con l'inumato in posizione supina e il corredo costituito da due coppe di vetro (una su piede con vasca scanalata e orlo espanso, l'altra di forma emisferica con due scanalature all'orlo), una coppia di strigili in ferro con il relativo anello di sospensione in bronzo, tre nuclei di sostanza cosmetica di colore rosso, uno strumento in osso, e infine due anfore da trasporto, una di Brindisi e l'altra rodia, con bolli.
Poco si conosce della città nella piena età romana, sia sul piano urbanistico sia su quello istituzionale. Un'epigrafe, murata sotto l'Arco dell'Orologio, attesta il duovirato (Ilviri aediles). Di recente si è proposto di attribuire ad A. S., e non a un altro centro nelle sue vicinanze (Firmum Apulum, peraltro non menzionato dalle fonti), una nota iscrizione rinvenuta nel suo territorio (loc. Giardino) reimpiegata come soglia in un complesso termale di età imperiale (Keppie, 1983). L'epigrafe contiene il ricordo della costruzione di portici e tabernae avvenuta in età tardorepubblicana, e nel caso di una sua accertata provenienza da A. S., offrirebbe una delle poche indicazioni sull'assetto urbanistico della città romana del quale sono testimonianza solo isolate strutture murarie o materiale lapideo, decorativo ed epigrafico. A monumenti funerari si riferiscono due coppie di leoni in pietra, datati fra l'età tardorepubblicana e la prima età imperiale, e un rilievo con coniugi murato sotto l'Arco dell'Orologio, ma la totale assenza di dati sulla loro provenienza non consente di individuare neanche le strade lungo le quali si disponevano i sepolcri di età romana. In località Pezza del Tesoro, non lontano dal centro urbano, sono visibili un acquedotto sotterraneo, con copertura di tegole a doppio spiovente e pozzetti d'ispezione, e un arco costruito in laterizî.
Lo studio della documentazione epigrafica ha poi recentemente ricondotto ad A. S. l'origine della famiglia dei Lucilii Priscilliani un'iscrizione da A. S. contiene la dedica del cavaliere L. Lucilius Pansa Priscillianus alla figlia di S. Cornelius Scipio Orphita, console nel 17 d.C., e forse moglie di L. Cossonius Eggius Marullus, console nel 184 d.C. Per quanto riguarda il territorio, tracce di centuriazione di età sillana o triumvirale sono state riconosciute a O della città, con due sistemi sovrapposti del tipo di 20 χ 20 actus.
Bibl.: In generale: F. Capriglione, P. Mele, Ascoli Satriano. Storia, arte, lingua e folclore, Foggia 1980; M. Paoletti, in BTCGI, III, 1984, pp. 324330, s.v.; G. Bonora Mazzoli, A. Rezzonico, Ausculum: topografia del territorio, in Taras, Χ, 1990, I, pp. 109-140. Sulle necropoli: F. Tinè Bertocchi, Le necropoli daunie di Ascoli Satriano e di Arpi, Genova 1985. - Sull'edificio cultuale: M. Mazzei, Ascoli Satriano (Foggia), Serpente, in Taras, VII, 1987, 1-2, pp. 28-30; ead., Nuovi documenti su Ascoli Satriano e Ordona in età preromana, in AA.VV., Profili della Daunia antica, III, Foggia 1988, pp. 97-110.
- Sui pavimenti a ciottoli: D. Salzmann, Untersuchungen zu den antiken Kieselmosaiken, Berlino 1982, p. 88, n. 27; M. Mazzei, Nota sui mosaici a ciottoli in Daunia fra IV e III secolo a.C., in Atti dell'1° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia, San Severo 1980, San Severo 1982, pp. 171-191. - Sulle produzioni ceramiche, geometriche e figurate: E. M. De Juliis, La ceramica geometrica della Daunia, Firenze 1977, p. 76-77; A. D. Trendall, A. Cambitoglou, The Red-Figured Vases of Apulia, II. Late Apulian, Oxford 1982, pp. 817-820. - Sulla sepoltura a grotticella in località Serpente: M. Mazzei, Ascoli Satriano (Foggia), Serpente, in Taras, VIII, 1988, 1-2, pp. 163-165. - Sulla Tomba della Principessa: G. Volpe, Le anfore della tomba 6 di Ascoli Satriano, in Ricerche e Studi, XIII, 1980-1987, pp. 105-120.
- Sui documenti epigrafici: M. Torelli, Contributo al supplemento del CIL, in RendLinc, s. VIII, XXIV, 1969, pp. 3-48; G. Camodeca, Ascesa al Senato e rapporti di origine. La Campania e le regioni II e III, in Colloquio Internazionale su Epigrafia e Ordine Senatorio (Tituli, III), II, Roma 1981, p. 14. - Sui rilievi funerari: L. Todisco, Leoni romani in Daunia, in RendLinc, s. VIII, XLI, 1987, pp. 165-182; A. Blundo, I rilievi funerari della Daunia fra il I sec. a.C. e il I sec. d.C., in Taras, VII, 1987, 1-2, pp. 41-65. - Giardino: R. Barroccini, Una ignota colonia militare in Apulia, in ArchStorPugl, VIII, 1955, pp. 17-24; S. Panciera, in AA.VV., Miscellanea Storico-Epigrafica, Roma 1972, p. 79 ss.; L. Keppie, Colonisation and Veteran Settlement in Italy, 47-14 b.c., Roma 1983, pp. 165-167. Sulla centuriazione: G. D. B. Jones, Il Tavoliere romano. L'agricoltura romana attraverso l'aereofotografia e lo scavo, in ArchCl, XXII, 1980, pp. 85-100.