Vedi ASCOLI SATRIANO dell'anno: 1973 - 1994
ASCOLI SATRIANO (Osculum, Asculum, Ausculum)
Il sito della città antica, dauno-romana, coincideva all'incirca con quello dell'abitato moderno che, disposto su tre colli dominanti la valle del Carapelle, dista 33 km da Foggia. Ignota è la sua fondazione in quanto le fonti storiche poco ci parlano di essa e gli itinerarî non la ricordano.
Dai recenti scavi la vita è testimoniata fin dalla seconda metà del VII sec. a. C. Nei secoli successivi VI e V essa dovette continuare intensa a giudicare anche dalle ceramiche d'importazione che si trovano associate con vasi locali. La città continuò a godere una certa importanza e floridezza anche nel IV e III sec., quando possedette il diritto di coniare moneta, come testimoniano esemplari con il nome scritto in lettere greche. Gli autori antichi parlano della città soprattutto per la battaglia svoltasi nelle vicinanze, fra Romani e Pirro nel 279 a. C. (Festus, Osculana pugna, p. 197; Plutarc., Pyrrh., 21; Zonaras, 8, 5; Frontin., 2, 3, 21; Flor., I, 13 [18]). Durante le guerre sociali il suo territorio fu saccheggiato dai Romani (Appian., Bell. Civ., i, 52). Caio Gracco e Giulio Cesare distribuirono il territorio ai coloni (Liber Coloniarum, pp. 210-260), ma, né le fonti, né le scarse testimonianze epigrafiche ci dicono se la città divenne colonia o rimase municipio anche durante l'Impero. Delle stesse magistrature municipali siamo scarsamente informati (C.I.L., ix, pp. 660-683). Durante l'Impero fu ascritta alla tribù Papiria.
I resti dell'abitato sono alquanto scarsi sia per la mancanza di scavi, sia perché la città (come si è detto) ha continuato a vivere nello stesso luogo. Solo rinvenimenti casuali hanno messo in luce un mosaico in tessellato bianco e nero, purtroppo distrutto, e vasellame vario oltre ad una bella testa marmorea femminile di età imperiale. Non si conoscono pertanto né i suoi monumenti, né il sistema di fortificazione. Sono noti cippi miliari della via Appia-Traiana che correva ai piedi della collina come è testimoniato anche dal ponte romano sul Carapelle conservato e ancora transitabile.
Oggetto di scavi recenti (1966) è stata la necropoli, che occupa una vastissima area attorno alla città moderna. Essa è stata esplorata in tre zone diverse mettendo in luce 8o tombe sia del tipo "a grotticella" che a "fossa rettangolare". I ricchi corredi rinvenuti permettono di seguire la vita della città dal VII al II sec. a. C. e di intravvederne il tenore sociale degli abitanti. Oltre ai prodotti ceramici sono da segnalare ottimi pezzi in bronzo e splendide argenterie, fra le quali uno stiletto ageminato d'oro, del quale non si conoscono raffronti e che, ripetendo nella sintassi decorativa motivi identici di oggetti bronzei, fa pensare ad un artigianato locale fiorente. D'altra parte ceramiche di importazione, particolarmente di Gnathia, attestano scambi commerciali di una certa consistenza.
Di particolare interesse sono alcuni mosaici a ciottoli fluviali rinvenuti per lo più in area prettamente sepolcrale e in più casi aventi certamente attinenza con le tombe. Impostati sul terreno senza alcuna preparazione di massetto od altro, presentano semplici motivi a rombi fra fasce lineari. Il più grande, rinvenuto quasi intatto (m 6 circa per 1,20), presso il quale si sono trovate due tombe con corredi della fine del V-IV sec. a. C., è stato staccato ed esposto nell'atrio del Museo Civico di Foggia. Non è improbabile che si possa trattare di aree di culto relative alle tombe vicine contemporanee. Essi costituiscono il primo rinvenimento del genere.
Bibl.: R. Garrucci, Monete d'Italia Antica, Roma 1885, II, p. 110 ss.; V. B. Head, Hist. numorum, Oxford 1911, p. 45 ss.; G. Alvisi, Problemi di viabilità nell'Apulia settentrionale, in Arch. Cl., XIV, 1962, pp. 148-161; Fausti Arch., XXI, 1970, n. 2578.