ASENIDI
Dinastia di sovrani bulgari, il cui regno durò dal 1186 al 1280 e dal 1323 al 1396, coprendo dunque l'intero periodo del secondo regno bulgaro con un'interruzione di quarantatré anni. Alcuni componenti della famiglia, intorno alla metà del sec. 13° e verso la fine del 14°, si trasferirono a Bisanzio e in Italia dove presero parte alla vita sociale e politica rivestendo importanti incarichi. La discendenza dei primi A. - i fratelli Pietro (1186-1197), Asen I (1186-1196) e Kalojan (1197-1207) - dall'antica dinastia degli zar bulgari, che governarono il paese dall'803 al 1018, accese il loro desiderio di guidare i rivoltosi bulgari contro i dominatori bizantini nel 1186-1187. Dopo averli sconfitti, gli A. si adoperarono a far riconoscere l'indipendenza e l'autonomia del regno bulgaro e della sua Chiesa agli altri stati europei e al papa. Quando la situazione politica si stabilizzò, dopo un periodo di guerre con Bisanzio e con l'impero latino di Costantinopoli, i nuovi dominatori dei Balcani settentrionali ottennero il loro primo successo politico nel 1204, con l'incoronazione di Kalojan e l'investitura patriarcale di Basilio quale capo della Chiesa bulgara, unita a quella romana tramite il cardinale Leone, inviato di Innocenzo III.La potenza del regno bulgaro raggiunse il suo culmine con Ivan Asen II (1218-1241). Con la sconfitta del re di Salonicco, Teodoro Comneno, il predominio bizantino - come già prima quello dell'impero latino - cessò definitivamente e la frontiera bulgara si stabilizzò sulla linea segnata da Carpazi, mar Nero, Egeo e Adriatico; il paese conobbe così la sua seconda grande fioritura culturale.Nel 1235 la Chiesa bulgara si staccò da quella romana, proclamando la propria indipendenza, che fu riconosciuta da un sinodo delle restanti Chiese cristiano-ortodosse. Le lotte dinastiche dopo la morte di Ivan Asen II e le incursioni tartare della metà del sec. 13° causarono una temporanea interruzione del dominio degli A., i quali tornarono al potere solo nel 1323 con Michele Šišman Asen III (1323-1330), pronipote di Ivan Asen II. Sotto Ivan Alexander Asen (1331-1371) il potere centrale fu nuovamente consolidato in Bulgaria e il dominio si estese su tutti i Balcani centrali. Le continue guerre contro Bisanzio e contro la dinastia turca degli Ottomani esaurirono tuttavia progressivamente le energie e le risorse dello stato feudale bulgaro, sempre più frazionato in diverse signorie locali, conducendolo al crollo definitivo nel 1396. Gli ultimi esponenti degli A. svolsero funzioni secondarie al servizio dei Turchi e dei Veneziani e la loro attività non ebbe alcun risvolto culturale.La vivace attività artistica promossa dai primi signori della dinastia asenide fin dall'inizio del loro governo rifletteva da un lato il gusto celebrativo, dall'altro lo sforzo teso a ricostituire il potere del regno bulgaro e ad affermare la continuità delle tradizioni politiche e culturali del Paese, riallacciandosi all'eredità artistica del primo regno bulgaro. I nuovi edifici e le nuove opere d'arte furono corredati da lunghe iscrizioni e da numerosi ritratti dei committenti; a volte appare anche l'intero albero genealogico della famiglia (come a Berende e a Matejče). Alle nuove fondazioni era attribuito un forte significato ideologico e la loro inaugurazione era sempre collegata a importanti avvenimenti politici; così la consacrazione del primo edificio ecclesiastico dopo la presa del potere da parte degli A., la chiesa di S. Demetrio a Tărnovo, diede il segnale d'inizio della rivolta bulgara del 1186. Non meno spettacolare fu la consacrazione della chiesa dei Ss. Quaranta Martiri di Sebaste, anch'essa a Tărnovo, dopo la grande vittoria del 22 marzo 1230 su Teodoro Comneno. Presso l'edificio, inoltre, furono erette due colonne, l'una dedicata al signore bulgaro Omurtag (814-831) e l'altra a Ivan Asen II; le cui iscrizioni ponevano l'accento sulla continuità dello stato bulgaro e sulla sua ininterrotta tradizione culturale. La volontà da parte degli A. di sottolineare la continuità delle tradizioni culturali, politiche e religiose bulgare trovò espressione anche nelle lettere di Kalojan al papa Innocenzo III, nella ricostruzione dell'antica capitale bulgara Preslav verso la fine del sec. 12° e, soprattutto, nel consapevole reimpiego di numerosi materiali di spoglio nell'edilizia civile e religiosa: in primo luogo nel palazzo dello zar, nelle chiese dei Ss. Quaranta Martiri e dei Ss. Pietro e Paolo di Tărnovo, dell'inizio del 13° secolo. Un altro esempio significativo di questo atteggiamento culturale è cosétituito dalle decorazioni parietali della chiesa rupestre di S. Giovanni Battista presso Ivanovo, eretta e decorata in occasione del pellegrinaggio di Ivan Asen II presso Gioacchino, abate del convento dell'Arcangelo e futuro patriarca bulgaro; con questa visita il signore bulgaro intendeva imprimere una svolta alla sua politica estera, da un lato sottolineando la rottura con Roma, dall'altro incrementando il prestigio del candidato da lui prescelto come capo della Chiesa bulgara. Anche la committenza di nuovi affreschi per la chiesa dell'Arcangelo di Kastoria, edificata già durante il primo regno bulgaro, aveva intendimenti politici, in quanto Michele Asen II (1246-1256) durante la sua visita alla città volle affermare i diritti storici su questo territorio da parte dei sovrani bulgari. L'estesa attività edilizia e artistica favorita dagli A. si distinse anche per l'alto livello qualitativo. La pittura, sia di icone sia monumentale, raggiunse il suo apice nel secondo terzo del sec. 13°; i capolavori di questo periodo - gli affreschi della chiesa rupestre di S. Giovanni Battista presso Ivanovo, il secondo ciclo di affreschi della chiesa dei Ss. Quaranta Martiri presso Tărnovo e quello della piccola chiesa dei Ss. Nicola e Pantaleimone a Bojana nei pressi di Sofia (fondazione del sebastocrator Kalojan, nipote di Asen I e, da parte di madre, di Stefano re di Serbia) - vanno indubbiamente inseriti fra le opere d'arte più importanti di tutta l'Europa sudorientale.In campo architettonico si cominciò a delineare quello stile pittorico le cui massime realizzazioni, le chiese di Nesebăr, furono compiute nel sec. 14° sotto gli ultimi Asenidi. A loro, specialmente a Ivan Alexander Asen e a Ivan Šišman, è anche legata la vivace attività letteraria della scuola di Tărnovo del tardo sec. 14°, che favorì inoltre la straordinaria fioritura in Bulgaria dell'arte della miniatura, i cui più importanti capolavori, come la Cronaca di Manasse (Roma, BAV, Sl. II), l'Evangeliario di Londra (BL, Add. Ms 39627), il Salterio di Tomič (Mosca, Gosudarstvennyi Istoritscheskij Muz., M. 2752), furono eseguiti su commissione dello zar Ivan Alexander Asen e della sua famiglia. Anche qui, accanto a un considerevole numero di miniature di notevole qualità, compaiono numerosi ritratti dei committenti, dello zar e dei membri della sua famiglia, nonché estese iscrizioni che celebrano la tradizione culturale della dinastia e l'amore per le antiche opere d'arte che caratterizzava la corte dello zar. Particolarmente significativo dal punto di vista storico-culturale è infine l'albero genealogico commissionato nel 1354 dalla zarina Elena - vedova di Dušan, zar della Serbia, e sorella di Ivan Alexander Asen - per la chiesa conventuale di Matejče; in esso è illustrata la discendenza della zarina dall'antica dinastia dei sovrani bulgari e la stretta parentela con alcune delle più nobili famiglie di Bisanzio: i Comneni, gli Angeli e i Paleologhi.
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