asfalta-tutto
(asfalta tutto), s. m. e f. e agg. inv. In senso figurato, chi o che elimina ogni ostacolo, nel tentativo di appianare il percorso.
• [Davide] Faraone non ci sta alla teoria del renzismo asfalta tutto: «Siamo una segreteria aperta, loro hanno detto di no. Tra noi non c’è differenza con bersaniani e civatiani. Siamo il gruppo dirigente del Pd, non del Big Bang. Ma sarebbe sbagliato se noi e [Matteo] Renzi cambiassimo parole d’ordine. Come dice [Luciano] Ligabue: «Siamo chi siamo, siamo arrivati qui come eravamo». (Alessandro Trocino, Corriere della sera, 7 gennaio 2014, p. 5, Primo piano) • Renzi fa l’asfalta-tutto ma comincia a perdere pezzi. Lui fa spallucce e millanta una sicurezza che però, al Senato, traballa. Qualcuno comincia a scendere dal carro renziano. Ieri è stata la volta di Pippo Civati, (Francesco Cramer, Giornale, 7 maggio 2015, p. 7, Interni).
- Composto dal v. tr. asfaltare e dal pron. tutto.
- Già attestato nella Repubblica del 24 febbraio 2002, Bologna, p. VI (Walter Fuochi).