ASFODELO (dal gr. ἀσϕόδελος, nome che aveva presso i Greci l'Asphodelus ramosus; lat. scient. Asphodĕlus)
È un genere di Gigliacee, della sottofamiglia Asfodeloidee, tribù Asfodelee. Le caratteristiche sono le seguenti: piante con un breve rizoma portante in basso un ciuffo di radici semplici o ingrossate, fusiformi o clavate, e alla sommità un ciuffo di foglie lineari o cilindriche; scapo cilindrico senza foglie, semplice o ramoso fiori bianchi o biancastri in racemi disposti in tutti i lati; stami con filamenti glabri e antere inserite col dorso mercé una fossetta; il frutto è una cassula. È un genere proprio della regione mediterranea; in Italia vivono tre specie principali: A. albus L., A. ramosus L. e A. fistulosus L.
Genere affine, del quale vi sono due specie in Italia, è Asphodeline, caratterizzato dai cauli fogliosi e dai fiori gialli.
Il pallido colore dei suoi fiori associò l'asfodelo, nella fantasia dei Greci, col regno dei morti: se ne offrivano corone a Persefone e ad altre divinità ctonie, e secondo Omero le ombre dei trapassati si aggirano nell'Ade su prati di asfodelo (Od., XI, 539, 573). L'asfodelo era coltivato sulle tombe forse anche per la credenza che i morti se ne cibassero: infatti le radici erano considerate dai Greci come un cibo non pregiato ma nutriente (cfr. Esiodo, Op., v. 41, che lo ricorda insieme con la malva); gli si attribuivano altresì poteri antivenefici.
Bibl.: Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Alterturmswiss., I, s. v.