ash-SHANFARĀ
. Poeta arabo dell'epoca preislamica (secolo VI d. C.). La tradizione lo descrive come proveniente dalla tribù sudarabica degli Azd, ma ceduto o venduto da piccolo a un'altra tribù, e vissuto poì di una vita avventurosa e brigantesca, chiusasi tragicamente con la sua uccisione in una imboscata. Oltre a varî frammenti di incerta autenticità, sono tramandate col suo nome due lunghe odi (qaşīde), sulla più famosa delle quali, nota col nome di Lāmiyyat al-‛arab (poesia in rima lām degli Arabi) si è tornata a sollevare la questione della autenticità, attribuendola alcuni a un filologo baṣrense del sec. II dell'ègira, che l'avrebbe composta al nome di Shanfarā. Comunque, la Lāmiyyat al-‛arab è una delle più belle produzioni dell'antica poesia araba, ed è rimasta quasi classico modello, originale o di già antica e abilissima imitazione, della minuta arte descrittiva beduina, in una serie di quadri naturali tenuti insieme dalla rappresentazione d'un carattere indomito, sdegnoso e selvaggio. Essa è stata tradotta in numerose lingue europee (se ne veda, ad es., l'edizione del testo arabo, e la versione in prosa, di G. Jacob, in Sitzb. d. bayr. Akad. d. Wiss., 1914-15, e la versione metrica dello stesso, Shanfaras Wüstenlied, Hannover 1923; o la vers. ital. di F. Gabrieli in Nuova Antologia, 16 luglio 1935).