Ashburnham, John, conte di
Collezionista di manoscritti (1797-1878), ha lasciato il suo nome legato a quello della celebre raccolta da lui riunita ad Ashburnham-Place. Essa era costituita nel suo complesso da tre nuclei principali e da un'Appendice, e cioè dai manoscritti, in numero di 1921, che erano stati acquistati in Francia da Guglielmo Libri nel 1847 tramite la consulenza dell'amico John Holmes, sottobibliotecario al British Museum; dai manoscritti del libraio Barrois che in numero di 702 furono venduti nel 1849 al Lord inglese probabilmente dal Barrois stesso, di interesse prevalentemente francese; da 996 manoscritti inglesi riuniti e conservati dai duchi di Buckingam al castello di Stowe, poi venduti in pubblica auzione da S. Leigh Sotheby e C.i a Londra nei giorni 11-19 giugno 1849 a Lord Ashburnham. L'Appendice era formata da 251 unità, acquistate isolatamente o a piccoli gruppi fino dal 1844.
Alla morte di Lord John, il figlio Lord Bertram, suo erede, depositò al British Museum la collezione dei manoscritti con l'intenzione di disfarsene. Vi riuscì dopo laboriose trattative e smembrando la raccolta paterna, perché dal British Museum e dalla Francia furono acquistati rispettivamente il fondo Stowe e il fondo Barrois; a quest'ultimo furono aggiunti circa 100 manoscritti dal fondo Libri, provenienti per lo più da biblioteche francesi. Il fondo si conserva oggi alla Bibliothèque Nationale di Parigi. Il governo italiano per tramite e trattative di Pasquale Villari poté assicurarsi nel 1884 il possesso del maggior nucleo della collezione già del Libri, di origine e interesse prevalentemente italiano. Questa collezione fu data in custodia alla biblioteca Medicea Laurenziana, della quale costituisce appunto il fondo Ashburnham. Si aggiunsero ai manoscritti Libri altri dieci manoscritti, che formano l'Appendice dello stesso fondo nella biblioteca fiorentina e che già facevano parte dell'Appendice ad Ashburnham-Place; sono essi tutti di opere dantesche ed erano stati una volta proprietà del baronetto Kirkup (v. KIRKUP SEYMOUR STOCKER), che li aveva ceduti a Lord Ashburnham. Tra i manoscritti Ashburnaham - Libri i danteschi sono in numero di 29 (v. LIBRI DELLA SOMMAIA).
Bibl. - S. De Ricci, English collectors of books and manuscripts (1530-1930) and their marks of ownership, Londra 1960, 131-138; G. Fumagalli, Guglielmo Libri, a e. di B. Maracchi Biagiarelli, Firenze 1965; L. Delisle, Les manuscrits du Comte d'A. Rapport au Ministre de l'Instruction publique..., Parigi 1883; Id., Catalogue des manuscrits des fonds Libri et Barrois, ibid. 1888; Id., Catalogue of the manuscripts of Ashburnham-Place pari the first, Londra s.a. (1853)..., part the second, ibid. s.a., … Appendix [Tavola alfabetica], ibid. 1861 (di questo catalogo fu pubblicato nel 1881 un riassunto dalla Commission of Historical manuscripts); Id., Catalogue of the important collection of manuscripts from Stowe (11-19 giugno 1849), ibid. 1849, che riproduce le notizie contenute in: C. O'connor, Bibliotheca manuscripta Stowensis or a descriptive Catalogue of the manuscripts in the Stowe Library, Buckingam 1818-1819, voll. 2 (stampa privata in esiguo numero di esemplari).